Per restare ancora, per qualche attimo, nell’insieme di questi discorsi che sono stati fatti, voglio ricordarvi che l’insegnamento, specie quello filosofico, non è una costruzione mentale fatta soltanto per divertire o per aumentare la semplice conoscenza intellettiva di ognuno di voi, ma tutto quanto viene detto può essere usato ed applicato da ognuno di voi nella vostra vita di tutti i giorni, e, in quanto tale, può essere utile per farvi comprendere qualche cosa di più di voi stessi e della vostra dinamica interiore.
Ricordate, infatti, che noi parliamo sempre principalmente per cercare di ampliare la vostra coscienza, e che la vostra coscienza si può ampliare non leggendo libri su libri, bensì arrivando a conoscere la vostra interiorità.
Così, con il discorso della conoscenza, della consapevolezza, della comprensione, nonché del sentire, vi indichiamo una strada per arrivare a conoscere, ad essere consapevoli, a comprendere ed allargare la vostra coscienza.
Quando voi ascoltate l’insegnamento del «conosci te stesso», solitamente vi mettete a capofitto a pensare sulle vostre azioni e finite col fare molta confusione fermandovi, appunto, soltanto al livello mentale.
Invece dovreste, fratelli miei, cercare di procedere per gradi, non pretendere di cambiare, di migliorare, da un momento all’altro. Incominciate da poco e da vicino come spesso dicono le Guide e, invece di voler diventare degli «illuminati» da un momento all’altro, accontentatevi umilmente di arrivare intanto a conoscere, ad essere consapevoli di quali siano i vostri problemi. Allorché li avrete conosciuti sarete consapevoli di che cos’è che vi turba e vi tormenta, e allora potrete cercare di arrivare alla comprensione delle motivazioni che vi provocano turbamenti e dolore: ma soltanto in quel momento.
Se voi cercaste di farlo senza avere prima una conoscenza chiara di ciò che per voi costituisce un problema, continuereste a girare in tondo senza nulla cambiare finendo, alla fin fine, per crearvi ulteriori problemi. Quindi un consiglio ancora: procedete sempre per gradi e con calma anche nell’esame di voi stessi. Georgei
Riprendiamo l’argomento della consapevolezza, cercando di arrivare alla stesura di una definizione che possa appagare le vostre menti e che possa quadrare con le nostre teorie. Questo perché è sempre stata nostra abitudine mantenere una certa congruenza in quanto venivamo a dirvi, una certa non contraddizione nelle nostre parole.
La consapevolezza avevamo affermato è la conoscenza di determinate verità, indipendentemente, ripeto ancora, dall’accettazione o meno di queste verità che si conoscono. Questa consapevolezza abbiamo detto nei primi stadi di evoluzione è strettamente ed unicamente legata ad un fatto sensorio; il minerale, cioè, ha la sua consapevolezza che è perfettamente uguale alla coscienza di esistere.
Via via che l’individualità procede nella sua evoluzione, questa consapevolezza viene sorretta da fattori emozionali e, in seguito, da fattori intellettuali, se così vogliamo dire: infatti ognuno di voi può essere consapevole che esista l’invidia, tuttavia può non avere ancora sperimentato personalmente, direttamente, di essere protagonisti di questo sentimento.
Per sperimentarla direttamente, l’individuo, l’uomo, in questo caso, ha bisogno di essere coinvolto dal sentimento invidia a livello emotivo, quindi di sentire al proprio interno dei contrasti, della sofferenza, un qualche cosa che lo scuote e lo fa muovere, ed ha bisogno di prenderne coscienza, di rendersi conto di questo sommovimento a livello emotivo: ha bisogno, cioè, di prenderne coscienza tramite la sua capacità intellettiva. Quindi l’interazione della percezione, dell’emozione e dell’attività di pensiero che sorregge le prime due dà una maggiore consapevolezza, consapevolezza che potremmo addirittura anche se il termine è piuttosto impreciso cominciare a definire come auto-consapevolezza. La coscienza che sta alla base di tutto questo e che manovra, modifica, indica e conduce l’individuo verso determinate esperienze affinché la consapevolezza possa ampliarsi, è come voi già sapete identificata con il sentire.
Quindi, si potrebbe concludere che la consapevolezza è anch’essa strettamente dipendente dal grado di sentire dell’individualità. Vito