Alcuni termini zen e la loro interpretazione all’interno del paradigma del Sentiero contemplativo.
Alcuni termini propri del Sentiero che esprimono il mondo dello zen e dello zazen.
La spiegazione di questi termini qui è essenziale, alcune espressioni non vanno tanto capite quanto sentite.
Identificazione: l’aderire a un pensiero, a un’emozione, a un desiderio, a un recitato mentale.
Disidentificazione/disconnessione: l’abbandono consapevole dell’identificazione, il ritorno a zero, allo stare.
Libertà dal condizionamento: l’intenzione che sorge dalla coscienza subisce le decodifiche del corpo mentale e di quello astrale, queste decodifiche saranno tanto più corrispondenti all’intenzione quanto più vasto è il sentire conseguito e quanto più approfondita è la conoscenza di sé e delle dinamiche proprie di questi corpi.
L’intenzione sarà condizionata e distorta nelle decodifiche se il sentire è limitato, la conoscenza di sé parziale, le dinamiche dei corpi rilevanti.
Si è liberi dal condizionamento mai in forma assoluta, sempre in forma relativa.
Essere: l’Essenza ed Esistenza originaria non condizionata; l’esistenza libera, per il possibile, dal condizionamento, dunque essenzialmente sotto l’egida del sentire che viene distorto in modo non significativo nelle decodifiche.
Gratuità: l’intenzione/azione senza scopo, l’abbandono al flusso della vita che conduce le esistenze.
Illuminazione: libertà dal condizionamento che si realizza in vario grado a seconda del sentire conseguito. Finché c’è incarnazione è sempre relativa perché permane, seppure in forma minima, il condizionamento operato da corpi transitori e dall’immagine di sé che essi producono.
L’illuminazione è la possibilità di accedere allo stato d’Essere, di incarnarlo: non è un fenomeno, né un dono, è la conseguenza dell’ampliamento del sentire che si realizza attraverso l’esperienza nelle varie vite.
L’illuminazione istantanea che accade ad alcuni, così mitizzata, è solo il conseguimento di un dato stato di ampliamento del sentire, ampliamento che si è verificato e stratificato di vita in vita e che, a un certo punto di una data incarnazione, diviene consapevole, possibilità incarnativa reale del sentire conseguito, o di una frazione rilevante di esso.
Attribuirlo alle pratiche o alle tecniche è una emerita fesseria.
L’illuminazione è la vita consapevole nel e del Ciò-che-È
Zazen: l’esistenza nell’Essere, nel Ciò-che-È. Durante zazen il condizionamento viene incessantemente disconnesso, l’influenza del corpo mentale e del corpo astrale si fa non rilevante, ed emerge il fondo dell’esistenza, lo stato d’Essere, la semplice realtà del Ciò-che-È.
Postura/Essere corpo: fondamentale nello zazen, l’essere corpo, possibile nella piena consapevolezza della totalità unitaria di essere lì, in quel momento.
Zero/stare: la condizione di base, neutrale, originaria, libera, non condizionata.
Zazen come illuminazione: zazen è la pratica dell’Essere, del Ciò-che-È; abbandonata ogni identificazione esiste solo la vita che è Ciò-che-È.
Zazen come buddhadharma: buddhadharma è tutto Ciò-che-È, zazen è risiedere in Ciò-che-È.
Ciò-che-È: l’Essere che è, ora.
Il canale Telegram di Eremo dal silenzio
Per rimanere aggiornati su:
Il Sentiero contemplativo, Cerchio Ifior