Inquietudine. Dizionario del Cerchio Ifior
“State attenti a voi stessi” ci esortano le Guide, volendo dire, con queste semplici parole, che quando si è incarnati è necessario porre attenzione a quelli che sono i propri movimenti interiori.
Riuscire a far questo (oltre a far arrivare al corpo della coscienza più velocemente e in maniera più «pulita» i dati che gli sono necessari per allargare il suo sentire) significa praticamente per l’uomo incarnato avere i mezzi per prevenire o rendere meno opprimente la sofferenza. E questo, certamente, non è un vantaggio da poco. L’inquietudine che avverte l’individuo è il sintomo principe che indica che c’è qualche cosa di non compreso che disturba la normale conduzione della vita. Quindi, ci è stato insegnato, quando ci sentiamo inquieti dovremmo fare un attimo di pausa e cercare di arrivare a individuare quali sono le cause della nostra inquietudine, anche se non si tratta sempre di una cosa semplice in quanto essa nasce solitamente dallo scontro tra ciò che ci suggerisce la nostra coscienza, la nostra comprensione, e ciò che desidera l’Io.
Dal volume del Cerchio Ifior, Dall’Uno all’Uno, Volume secondo, parte prima. Edizione privata