Nascere significa semplicemente ritrovarsi nuovamente nel mondo fisico per proseguire il proprio cammino spirituale. La nascita nel mondo della materia significa, quindi, riprendere un qualcosa che era stato interrotto, riprendere un qualcosa di incompiuto; non incompiuto per cattiva volontà, ma soltanto e semplicemente per avere il tempo necessario di meditare e ripensare a tutto quello che si era fatto fino a quel momento.
Così, se un individuo vede interrotta la propria vita in un momento culminante, in un momento importante per la sua esistenza, non si rammarichi di quella morte improvvisa (almeno tale, apparentemente, può sembrare) poiché ciò che ha lasciato, verrà presto ripreso, proseguito, portato a termine.
Il vero senso della nascita sta dunque in questa possibilità di continuare le proprie esperienze, di poter giungere, gradatamente, lentamente (d’altra parte per comprendere un concetto, una realtà, è sempre necessario procedere con una certa calma, una certa cautela) alla comprensione della Realtà, di quella Realtà che, una volta compresa e assimilata, non richiederà più all’individuo di rivestirsi di nuova materia e di ritornare nel mondo degli uomini. La nascita e tutte le conseguenze che essa comporta, è ancora una volta il segno della continua presenza di quell’Amore che sempre e ovunque ci segue. Fabius
Che cosa accade allorché l’entità nel piano akasico deve incarnarsi? Allorché l’entità nel piano akasico deve incarnarsi succede che la sua coscienza cade totalmente in uno stato di torpore; figurativamente – e in modo tale che la similitudine possa tornare utile nel prosieguo – si potrebbe dire che l’entità si avvolge in se stessa chiudendosi come in un guscio, e in questo guscio si addormenta aspettando, poi, di risvegliarsi in un nuovo corpo.
Com’è che avviene la discesa all’interno del nuovo corpo? Ritornando alla nostra similitudine, l’entità incomincia a sprofondarsi verso i piani inferiori, e via via che sprofonda in questi piani attraversa i vari sottopiani (1) di ogni piano e, ad ogni sottopiano che attraversa, riunisce attorno a sé una certa quantità di materia di quel sottopiano, ricoprendosi di involucri su involucri di materia e, naturalmente, la materia che raccoglie non è raccolta a caso.
Arrivato al piano fisico, questo guscio incomincia a mettersi in contatto – a stringere gli allacciamenti, se così si può dire – con quella prima piccola parte del suo corpo che si va gradatamente ingrandendo.
Non si può affermare, infatti, che fin dall’inizio l’entità sia completamente presente ed identificata con il corpo di cui usufruirà, ma questo contatto si farà via via più stretto, non soltanto durante i primi nove mesi di esistenza (ché, anzi, quelli sono quasi una cosa a sé) ma dal momento della nascita in poi, perché è da quel momento che tutti i vari corpi incominceranno ad avere contatti sempre più complessi con il corpo fisico fino ad arrivare, finalmente, al momento in cui l’individuo con tutte le sue possibilità fisiche, astrali, mentali, sarà sostanzialmente completo e avrà, quindi, la possibilità di capire tutto ciò che vorrà capire di se stesso e dell’esistenza che condurrà.
Incomincerà, cioè, a rendere veramente utili le sue sofferenze, le sue gioie, le sue ricerche, i suoi dispiaceri, la sua solitudine, i suoi rapporti, e incomincerà quindi a trarre veramente dalla sua vita ciò che più gli serve, ovvero l’esperienza e la conoscenza di se stesso. Scifo
1 Per capire questo passaggio si dovrebbe conoscere la teoria della materia delle Guide, che troverete solo nei volumi successivi. Molto succintamente: ogni piano di esistenza (fisico, astrale, mentale) è composto da sette diverse densità di materia che costituiscono degli “strati”, dei sottopiani di diversa consistenza. Si rimanda, ovviamente, all’insegnamento filosofico. (Ndc)
Dal volume del Cerchio Ifior, Dall’Uno all’Uno, Volume secondo, parte seconda, Edizione privata
Indice del Dizionario del Cerchio Ifior