A noi non interessa la speculazione filosofica ma la realtà e l’esperienza della realtà. Quella che per l’uomo è l’identità ai nostri occhi appare come una connessione, su diversi piani di consapevolezza, di elementi tra loro non connessi. La realtà è un dispiegarsi nell’adesso di molteplici aspetti: sensazioni, emozioni, pensieri, azioni; la realtà è a se stante, non ha un prima né un dopo, è semplicemente ciò che è e così viene vissuta in quel processo che chiamiamo meditazione e contemplazione.
L’identità è questa capacità, intrinseca alla natura intima dell’uomo, di connettere il prima e il dopo a quella sensazione, emozione, pensiero, azione, in un continuum coerente. L’identità è quel processo di attribuzione ad un soggetto di ciò che è semplice, pura realtà, disconnessa e non coerente. E’ quindi un marchiare ciò che marchio non porta, è un connettere ciò che per sua natura è disconnesso.
Nella realtà non c’è identità, c’è solo l’accadere di ciò che è, senza qualificazioni, senza essere attribuibile a qualcuno, per la semplice ragione che nella realtà “qualcuno” non esiste!
“..tutta la vita dell’uomo è fondata sull’io, e non solo dell’uomo, anche del Santo. Tutto si fa nel presupposto di accrescere se stessi, anche quando -apparentemente- sembra si voglia annullarsi. L’io permea tutti gli insegnamenti, anche i più validi. Il Nirvana degli orientali è “l’io” che percepisce la Divinità: suprema illusione! Dio che parla all’uomo dell’occidente: quale pazzia più grande può mietere più vittime?
Voi siete stati abituati a pensare all’io come al sinonimo dell’egoismo; adesso dovete pensare all’io come all’unica e alla più grande delle illusioni. Tutto quello che si fonda sull’io – religione, scienza, filosofia – è una mistificazione.
L’io, lo ripeto ancora, non esiste. Io, voi, l’uomo, l’individuo, non esistiamo come ente a sè stante che percepisce, che in un qualche modo è distinto dal tutto. Siate consapevoli di ciò.”
Tratto da: Cerchio Firenze 77, Oltre l’illusione, Edizioni Mediterranee, pag. 269