La compassione che sorge dalla contemplazione

Quando sei davanti a te stesso, così come sei, quando sei davanti all’altro, così come è, quando ti è evidente il tuo limite e quello dell’altro, quando tutta la realtà manifestata non parla che di una limitazione in atto, piccole tessere di un infinito mosaico; quando vedi il tuo essere minuscolo, mediocre, ignorante e irrilevante e sprofondi in questa irrilevanza, se stai dentro e non fuggi, può sorgere una tenerezza per te e, se osservi ancora, in quella tenerezza può germogliare una compassione che racconta di uno stemperarsi della tensione, di un sciogliersi e di un sentirsi pervadere da una comprensione profonda, da un rispetto, da un inchino pieno di sacralità di fronte a ciò che è, che nulla ti chiede, e ti toglie la parola e il commento, e ti confina in un silenzio carico di stupore.
Dentro l’intima natura del limite che ti costituisce, sorge l’esperienza del non-limite, natura del Tutto: questo diventa evidente al tuo sguardo attraverso l’esperienza della contemplazione e su questo puoi finalmente riposare.

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