Il seme non diviene pianta, il cucciolo non diviene adulto, l’assassino, vita dopo vita, non diventa santo.
Non c’è nessun divenire, ogni cosa, essere, persona, è quel che è in quel momento presente e lo è per sempre, perchè il presente è eterno e non c’è altro che il presente eterno.
Il tempo non esiste se non come percezione soggettiva: il divenire è il frutto di una connessione, realizzata dalla mente, tra vari aspetti del presente fatto di pensieri, emozioni e azioni. Da questa connessione, in virtù del contributo della memoria e della percezione sensoriale, scaturisce quel senso del trascorrere, crescere, divenire, che qualifica e sostanzia l’esperienza umana. Quando si coltiva la disconnessione tra pensiero, emozione ed azione e si risiede nell’atto del meditare, ciò che emerge in tutta evidenza è che ogni situazione è se stessa, e che la continuità che da’ sostanza all’identità è conseguenza di un processo di interpretazione, non è un dato di realtà.
L’esperienza della meditazione è un processo dentro all’esperienza del tempo e del divenire e cambia radicalmente la percezione di essi.