L’unità elementare vibra, cioè si muove, e se ve n’è uri altra nella sua sfera d’influenza che vibra a sua volta, le due vibrazioni, pur essendo in partenza identiche tra loro – solo per ipotesi – si combinano interferendo l’una con l’altra in modo diverso a seconda della distanza tra le due unità elementari, dando luogo ad una vibrazione complessiva diversa da quella iniziale.
Siamo – a questo punto – ad un livello molto basso di densità della materia, all’aggregazione più semplice, quella che solo recentemente la vostra scienza incomincia veramente a scoprire e che ha definito “particella” (come ad esempio i fotoni, le cui vibrazioni danno luogo – come effetto – a fenomeni luminosi e radioattivi).
Se aumentiamo la densità delle unità elementari, se cioè aggiungiamo unità elementari alle particelle, otteniamo quel tipo di aggregazione conosciuta con il nome di “corpuscolo” (come ad esempio l’elettrone).
Contemporaneamente, la vibrazione che era passata – trasformandosi – dalle unità elementari alla particella, attraverso all’aumentata densità e interferenza tra vibrazione e vibrazione, si diversifica ulteriormente, dando luogo ad azioni e reazioni fenomeniche particolari quali l’elettricità.
Se si aggiungono ancora unità elementari ai corpuscoli, e si differenzia ancora perciò la vibrazione, ecco che si ha un nuovo stato di aggregazione della materia e un nuovo tipo di effetto vibratorio: il magnetismo.
A questo punto la densità della materia è quella che voi siete usi definire “nucleo atomico”, partendo dal quale – con una nuova aggiunta di unità elementari e, quindi, di materia – si prosegue verso la materia che voi siete in grado di percepire più facilmente e in modo più diretto.
Così, aggiungendo unità elementari ai nuclei otteniamo gli atomi e, proseguendo nell’aumentare la densità della materia, si arriva agli elementi, alle molecole e, infine, alle sostanze.
Contemporaneamente la vibrazione, interessando una sempre maggiore quantità di materia e, quindi, diversificandosi e reagendo sempre più complessamente, dà, via via, altri effetti fenomenici: calore, suono, colore, eccetera.
Tutto il piano fisico, insomma, è dunque composto dalla stessa materia di base ed è percorso da vibrazioni che contribuiscono a differenziare la materia qualitativamente.
Ma che cos’è la vibrazione? Si può affermare che essa non sia altro che movimento; così possiamo dire che tutto ciò che vi circonda e il vostro stesso corpo, per immobile che possa apparirvi, in realtà è in continuo movimento.
Ora, secondo la vostra scienza, tutto ciò che si muove provoca un lavoro di qualche tipo e ogni corpo possiede – che si muova o meno – dell’energia: statica se il corpo è immobile, cinetica se il corpo è in movimento.
Applicando questa definizione a quanto abbiamo appena detto, possiamo affermare che tutto il piano fisico – poiché è in movimento la materia che lo compone – non solo è composto da lavoratori instancabili, ma è anche tutto intriso di energia che non è mai – in realtà – statica o teorica, ma che è invece sempre attiva, pur se non sempre percepibile tramite i sensi che possedete all’interno del vostro corpo fisico.
Cos’è allora che causa l’energia che impregna tutto il piano fisico?
Poiché abbiamo affermato che l’unità elementare – di per sé e senza l’intervento della vibrazione sarebbe inerte, e quindi non vi sarebbe energia, e poiché abbiamo affermato che essa è l’ultima forma di materia del piano fisico indivisibile in altra materia fisica, ne consegue che ciò che la fa vibrare, che ciò che le conferisce quindi energia, non appartiene e non proviene dal piano fisico.
La definizione scientifica dell’energia – per ovvi motivi pratici e teorici – è basata in prevalenza sulla considerazione dell’energia come causa di un effetto pratico, il quale è proprio quello che la scienza tende a mettere in rilievo per le possibilità di applicazioni utili che offre. Tuttavia abbiamo detto più volte che ciò che è causa, in realtà, è anche effetto.
Può bastare questo per postulare almeno un altro piano di esistenza oltre a quello fisico, dal quale deve necessariamente provenire la causa che genera la prima vibrazione del vostro piano. Scifo