Limiti. Dizionario del Cerchio Ifior
Non è ciò che il nostro Io desidera ciò di cui noi abbisogniamo, bensì il riconoscere, il comprendere, il vedere quelli che sono i nostri limiti e allorché li avremo compresi, li avremo visti, li avremo riconosciuti, in quel momento potremo anche trovare la strada per renderli diversi, perché li avremo compresi e poi accettati e, dopo averli accettati, il passaggio verso la loro modifica è strettamente legato alla comprensione ma, a quel punto, la comprensione è a portata di mano.
Messaggio esemplificativo (1)
Vi siete soffermati sui limiti interiori di ognuno di voi, su quei limiti che fanno capo a bisogni dell’Io, a desideri dell’Io, dando forse poca importanza a quei limiti che esistono al di fuori di voi. Voi tendete spesso a ragionare in questa maniera un po’ selettiva: avete chiaramente delle difficoltà ad abbracciare il concetto che ciò che è dentro di voi è in simbiosi con ciò che è all’esterno di voi, e che il tutto, costituisce un insieme unico dal quale non si può prescindere; quindi: la parte interiore è importante, ma quella esterna ad ognuno di voi è altrettanto importante, perché esiste per voi, è lì per voi, per aiutarvi a comprendere, è un riflesso di ciò di cui avete bisogno, di ciò che dovete attraversare, e così, nel cercare di osservare i propri limiti, è giusto non soltanto operare quel famoso «conosci te stesso», che da tanti secoli, se non da millenni addirittura, viene proposto all’umanità, ma anche osservare quei limiti effettivi che allorché si è immersi nella vita fisica, certamente esistono.
Questi limiti possono essere di vario tipo; senza dubbio vi renderete conto tutti, più o meno, di avere degli evidenti limiti fisici: non tutto vi è possibile, vi sono dei momenti che per dei limiti di energia del vostro corpo fisico, per esempio, avete assolutamente bisogno di dormire, assolutamente bisogno di mangiare, e qua riconoscere i propri limiti significa sapersi rendere conto quando questi limiti sono raggiunti e, quindi, quando si deve fare qualcosa di particolare.
Riconoscere questo tipo di limiti, i limiti fisici di cui stavamo parlando, significa rendersi consapevoli di possedere un corpo, rendersi consapevoli che questo corpo è l’interfaccia tra ciò che voi siete dentro e ciò che l’esistenza vi propone, e che questo corpo, per potervi permettere di comprendere tutto ciò che dovete comprendere, deve essere sempre nelle migliori condizioni possibili. Spostando un po’ più avanti il nostro raggio di osservazione, vi sono i limiti posti dalla società. Oh, specialmente quando si è giovani com’è facile cozzare contro questi limiti, com’è facile desiderare di spezzarli e sentirli come catene! Sentirsi magari anche prendere dalla rabbia per essere costretti in questi limiti, sentir nascere dentro di sé idee rivoluzionarie, idee combattive… ma questa è una reazione tipica di chi non ha ancora compreso i limiti.
Perché, vedete, anche per quanto riguarda i limiti imposti dalla società, che senza dubbio costituiscono dei condizionamenti per ognuno di voi, se voi li osservaste con attenzione, vi rendereste conto che cozzare contro di essi a testa bassa non è mai servito a nessuno. Il miglior modo per far sì che questi limiti non abbiano l’effetto di una catena su di voi, è quello di conoscerli fino in fondo, ma non conoscerli attraverso la contrapposizione, ma conoscerli attraverso il modo in cui sono nati, il perché della loro esistenza, come si sono sviluppati, perché soltanto conoscendo un supposto nemico in tutte le maniere possibili, è possibile poi arrivare a trovare quel punto debole in cui si riesce a penetrare, per far sì che il nemico ceda le armi. Non dimenticate, poi, che all’interno di una società in cui tanti individui, con tante personalità diverse, si trovano a condurre le loro esistenze, dei limiti, alla fin fine, devono essere posti, sono per forza di cose necessari, altrimenti, se non vi fossero dei limiti, delle regole poste dalla società, non sarebbe possibile vivere in comune.
L’importante – per la persona consapevole che cerca di crescere, e di agire all’interno di una situazione che, magari, reputa difficile – è quella di sapersi adeguare a questa situazione, è sapere in quale modo agire, per far sì che questi limiti non siano più dei limiti, ma siano dei mezzi per arrivare a trasformare non soltanto la propria vita, ma anche quella degli altri: non tutto nei limiti è negativo, ogni cosa, qualunque cosa si voglia osservare la si può osservare sia da un punto di vista positivo che da un punto di vista negativo: di totalmente negativo non vi è mai nulla. Quel limite che costringe che so, a mettere sulla testa un casco fastidioso che fa bollire il cervello sotto il sole estivo, è anche quel limite che permette che molte persone non perdano la vita per un incidente. L’importante è, quindi, sempre cercare di trovare la giusta misura ed il giusto mezzo, per confrontarsi con questi limiti. Il karma è certamente un grosso limite, ma siccome voi non sapete qual è, è come se non esistesse, se non per gli effetti che produce su di voi. Voi dovete preoccuparvi per quello che vivete non per ciò che potrebbe esservi alla base di ciò che vi accade. D’altra parte, bisogna ricordare che nulla succede a caso, che nulla è inutile nell’economia della Realtà, per cui anche possedere un limite ha i suoi lati positivi, anche solo per il fatto che senza quel limite non potresti confrontarti con ciò di cui hai veramente bisogno.
La liberazione da un limite avverrà quando tu interiormente avrai compreso cosa quel limite ti vuol significare. Certamente, nel porsi davanti ad un limite, come dicevo prima, è inutile cozzare con la testa contro di esso, molto meglio è osservare questo limite e cercare di capire come renderlo meno pesante, come renderlo meno nocivo, come sfruttarne le possibilità positive, come, al limite, aggirarlo per renderlo più piccolo, e tutti questi tentativi e tutte queste vie per rendere il limite inferiore sono quelle che portano alla comprensione, un po’ alla volta, perché portano alle esperienze, portano agli errori che fanno comprendere, ma portano anche agli errori che fanno soffrire, perché certamente commettere degli errori porta sempre a della sofferenza, tuttavia – come noi diciamo spesso – perché non fare piccoli errori e piccole sofferenze, invece di fare – come fate voi così spesso – che andate a testa bassa contro i vostri limiti sapendo o potendo immaginare con un minimo di sforzo che questo andare a testa bassa finirà con il costarvi della sofferenza non da poco, sia per voi, sia per chi vi sta accanto? Ecco: l’amore e la presenza di chi vi sta accanto, gli affetti, i rapporti, l’amicizia delle persone che vi stanno accanto, sono tutti strumenti che possono servirvi da stampelle per superare i vostri limiti; molte volte per amore di un’altra persona si riesce a fare qualche cosa che altrimenti, solo per amore di se stessi, non si riesce a fare.
Certamente il limite, in se stesso, non è né positivo né negativo, ma quello che mi preme sottolineare è che bisogna rendersi conto, riconoscere quali sono i propri limiti; perché nel momento in cui si riconosce quali sono i propri limiti, si trova l’attimo giusto in cui ci si deve fermare, guardarsi negli occhi e dire: «oltre questo non devo andare, non soltanto per me ma anche, al limite, per chi mi ama o per chi amo». Moti
In certi casi la forza di volontà può essere d’aiuto, in altri la forza di volontà non è altro che un mettere alla prova i propri limiti per cercare di appagare il proprio Io e di mostrarsi superiori agli altri.
Vedete, creature, questi discorsi, sono discorsi molto generali, è facile fare una teoria generalizzata restando sul vago, come abbiamo fatto fino a questo punto, però, rendetevi conto che, in realtà, il discorso andrebbe personalizzato per ognuno di voi, perché ognuno di voi ha dei limiti diversi, ognuno di voi ha delle esigenze diverse, ognuno di voi ha un modo di affrontare i limiti che è diverso da quello dell’altro, ed è qua il punto difficile, noi parliamo per tutti e parlando per tutti dobbiamo generalizzare.
L’analizzare i propri desideri è una strada che può aiutare a capire pian piano i nostri limiti interiori, ma va ricordato che i desideri, molto spesso, sono privi di limite, perché capita, quando si vive, di desiderare le cose più assurde, più impossibili. Tu potresti desiderare di fare la ballerina di danza classica, ad esempio, e non avere nessuna possibilità di riuscirci per motivi sociali, per motivi familiari, o per motivi – che so io – anche semplicemente fisiologici. Eppure potresti avere in te questo desiderio. Ora è importante riuscire ad osservare questo desiderio e renderti conto della possibilità o meno del suo avverarsi e, quindi, renderti conto che tu la ballerina non potrai mai farla, però potrai apprezzare ad esempio altre persone che fanno quello che tu vorresti fare e riuscire a immedesimarti in loro, riuscendo magari a partecipare alla loro gioia nel poter compiere quelle piroette, quelle evoluzioni. Questo sarebbe un modo per realizzare un proprio desiderio non personalmente ma attraverso la realizzazione fatta da un’altra persona, e questo voi lo fate in continuazione, senza rendervene conto, tutti i giorni.
Chi si propone dei limiti, solitamente è l’Io, che se li pone sempre abbastanza in là per essere sicuro di poterli raggiungere e poi poter dire: «Ah, come sono bravo, visto che limiti ho io? Io nella vita raggiungerò il limite – che so – di diventare la persona più ricca del mondo», e magari l’individuo ci crede anche mentre afferma questa cosa, anche perché sa che gli altri non daranno mai molto ascolto a questa frase, ci saranno poche possibilità che lui veramente possa diventare la persona più ricca del mondo.
Ma la cosa si pone sempre tanto in là che potrà sempre dire «non è ancora il momento, ma il momento verrà», e quindi il limite, diventa un limite auto imposto, è un sogno che uno si porta avanti per tutta la vita. L’importante sarebbe che la persona riuscisse a guardare in faccia i propri sogni, riuscisse a riconoscere i sogni che ad un certo punto possono non essere più sogni, e quali sono i sogni che, invece, resteranno sempre e comunque dei sogni che, certamente, si possono continuare a sognare fino al punto in cui, però, non costituiscono una dimenticanza delle proprie responsabilità e dei propri limiti. Scifo
1 Le chiavi del paradiso, pag. 149 e segg.
Dal volume del Cerchio Ifior, Dall’Uno all’Uno, Volume secondo, parte prima. Edizione privata
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