L’imprinting. Dizionario del Cerchio Ifior
L’’imprinting è quel processo per cui, all’interno della massa akasica indifferenziata, si vengono a imprimere degli orientamenti vibratori provenienti dalle esperienze vissute dalla materia akasica allorché è collegata, all’inizio della propria evoluzione, con quella che è la materia fisica.
Facciamo un piccolo passo alla volta e fermiamoci.
Voi avete detto che, quindi, l’imprinting influenza la massa akasica della razza che si va a incarnare e, quindi, è uguale per tutti i componenti di quella razza.
Primo errore!
Infatti, la vita dei minerali a cui la razza, al suo iniziare il percorso evolutivo, è collegata possono essere dislocati in posti molto diversi come condizioni ambientali e, di conseguenza, sperimentare “esperienze” diverse.
Inoltre, i minerali non hanno tutti la stessa composizione, quindi reagiscono diversamente all’umidità o al caldo, o al freddo, al fuoco, al ghiaccio, e via e via e via, e siccome ci sono tanti collegamenti per la massa akasica, certamente ci sarà la possibilità che venga fatta esperienza di tutti questi fattori; però si vanno a iscrivere nella massa akasica non riempiendo tutta la massa akasica, ma facendo delle zone all’interno della massa akasica: questa parte di massa akasica collegata a questa porzione di materia fisica riceve questo stimolo, quest’altra parte riceve quest’altro stimolo, e via e via e via e via. D’accordo su questo?
Questo significa, ovviamente, che nel momento in cui la massa akasica si frantumerà, i vari pezzi della massa akasica frantumata non necessariamente avranno le stesse impronte di esperienza fatte all’interno del minerale.
All’interno della porzione di massa akasica che si frantuma vige sempre una certa uniformità e coerenza di “imprinting”, al punto che possiamo affermare tranquillamente che tale massa viene delimitata, nel suo frantumarsi, dal fatto che quell’imprinting che ha fornito quel certo tipo di vibrazione accomuna quella massa e, quindi, in qualche modo la tiene legata assieme; circoscrive, quindi, le possibilità di frattura della massa akasica (per dirla in maniera più semplice).
Arrivati a questo punto, facciamo un piccolo salto… di qualche centinaio di migliaia di anni, e arriviamo alla seconda fase dell’imprinting, la fase che permette l’acquisizione di elementi, di impronte, attraverso le esperienze fatte all’interno del mondo vegetale.
Chiaramente … (voi sapete che il discorso nella realtà si replica molto spesso, quasi sempre direi, attenendosi regolarmente alla legge del “così in alto, così in basso”) il discorso è molto simile a quello che abbiamo fatto per quello che riguarda l’imprinting proveniente dal regno minerale. Ancora una volta, l’esperienza fatta dal vegetale all’interno del piano fisico porterà una vibrazione modulata in maniera diversa alla massa akasica a cui è collegata, a seconda del tipo di esperienza che la pianta, il vegetale, avrà subito. Ecco, quindi, che ci sarà una parte collegata, per esempio, (che so?) … al fatto che ci sono vegetali che vivono prevalentemente al caldo o vivono prevalentemente al freddo, vegetali che vivono nell’acqua di mare o in cima ai monti, vegetali a vita prevalentemente diurna o prevalentemente notturna, e via e via e via e via; tutto questo dà molte diverse possibilità di orientamento; giusto?
Il procedimento sarà ancora una volta lo stesso: questa impronta si andrà a depositare nella porzione di massa akasica corrispondente, fino a quando questa massa akasica si frantumerà, ancora una volta seguendo questa linea di frattura dovuta alla comunità di vibrazione. Non sto a ripetere il discorso per quello che riguarda il regno animale, anche perché è ovvio e di conseguenza.