Morale e armonia col sentire

Sento il vostro silenzio.
Io vi chiedo, allora; dove sta la differenza tra le due situazioni? Che cos’è che le fa ritenere l’una innocente – o, per lo meno, innocua – e l’altra, invece, immorale?
Sento ancora il vostro silenzio.
Preferite che lo faccia io? Che sia io a guidarvi all’interno di questo tema così scottante, visto che non ho, più un corpo che possa arrossire, né una probità da salvaguardare, né una sessualità da nascondere dal momento che – a causa della mia posizione di disincarnato – posso essere al di sopra di tutto questo e quindi, forse, più sereno e più obiettivo? Bene, lo farò… ma non vi garantisco che ciò che ascolterete alla fine vi piacerà molto; perché vedete, care creature, la mia posizione privilegiata mi permette anche di essere sincero, di dire pane al pane e – scusate – sesso al sesso, senza alcun timore o alcuna vergogna.
Cos’è dunque che ha fatto scattare la concezione di immoralità per una sola di queste situazioni così simili tra di loro? Può essere che la risposta si trovi puramente sul piano fisico? Vediamo un po’ dove stanno le differenze a livello fisico tra le due situazioni e, per renderle il più uniformi possibili fissiamo al maschile il sesso dei due anonimi protagonisti. Non vi è alcun dubbio che, per entrambi, ciò che appare della reazione fisiologica è identico nel bimbo e nell’adulto.
Non è così? Vi dà fastidio ciò che sto dicendo?
Eppure è innegabile: da che mondo è mondo anche i bambini, per piccoli che siano, hanno delle erezioni, alla faccia di coloro che chiudono gli occhi per non voler accettare un fatto del genere. Stabilito questo, affermo che non vi è nessuna differenza strabiliante tra ciò che accade al bimbo e all’adulto e che, quindi, non può essere stato l’elemento fisico quello che ha fatto nascere l’immoralità della situazione. A meno che… il suddetto concetto di immoralità non venga a nascere dalla distribuzione pilifera, invece, assente nel bambino. Ma non è possibile che sia vero perché, se così fosse, ogni corpo adulto nudo – in ogni situazione – dovrebbe essere immorale e non mi risulta che, tranne in casi che sfiorano il patologico, ciò accada; ad esempio, nell’osservare il corpo nudo di un adulto disteso su di un tavolo operatorio. Sarete tutti d’accordo con me che, in questo caso, l’idea di immoralità non frullerebbe per la testa di nessuno di voi. Bisogna allora dirigere la nostra ricerca su di un piano diverso da quello puramente materiale e fisiologico.
Se l’esaminare il livello fisico ci ha delusi per la sterilità dei risultati ottenuti, proviamo a indagare il livello psichico, poiché può benissimo darsi il caso che l’immoralità nasca dalla motivazione del protagonista, dal perché compie l’atto incriminato, nasca – quindi – dalla sua intenzione.
Qual è l’intenzione del bimbo che gioca con i suoi genitali? Se egli fosse in grado di esprimere in modo chiaro il perché delle sue azioni egli – in tutta onestà – dovrebbe rispondervi che la sua intenzione è quella di darsi piacere, poiché ha scoperto che, facendo quel semplice giochetto, ha delle grosse sensazioni di piacere. Cosa sono quelle espressioni scandalizzate? Quanto ho affermato è innegabile e lo sapete benissimo anche voi per avere sperimentato direttamente più e più volte che quel tipo di reazione fisiologica è strettamente connessa con l’idea del piacere fisico e che non può essere altrimenti; e che è sempre – anche quando in apparenza è involontaria – stimolata e accompagnata da sensazioni di piacere.
Bene. Ma se ammettiamo che sia così, cioè che l’intenzione o l’istinto del bimbo lo portano ad agire in quel modo solo per procurarsi piacere, allora l’immoralità nel caso dell’adulto non può risiedere nell’intenzione, perché si dà il caso che – anche se più consapevolmente – l’intenzione del nostro ipotetico adulto è esattamente la stessa del bimbo.
A questo punto la soluzione appare ben lontana dall’essere trovata: infatti, se la moralità non è legata all’aspetto fisiologico dei protagonisti, né – tanto meno – a quello psicologico, ci ritroviamo dopo tanto parlare al punto di partenza.
Se poi vi fosse – nel frattempo – venuta l’idea che l’immoralità scaturisce da un livello ancora superiore, diciamo da un livello spirituale, vi dico subito che ciò non è vero; non certo – almeno – se per spirito intendete, come intendiamo noi, quella parte più alta dell’individuo che, pur se incosciente di esserlo, è una parte di Dio stesso. Tanto varrebbe allora domandarsi se l’idea di immoralità nasce da Dio stesso… il che sarebbe, quanto meno, ridicolo: come potrebbe infatti Dio considerare immorale qualcosa che Egli stesso ha creato?
«Ma – direte voi – la religione…»