Lasciamo che l’amore operi in noi

Se spostate lo sguardo da queste parole che state leggendo verso destra, vedete una tazza vuota e la frase: L’amore sostanzia la realtà.
La tazza vuota è il simbolo del vuoto di sé: vuoto di presunzione di conoscere, vuoto di giudizio, vuoto di aspettativa, vuoto di una soggettività che occupa uno spazio a discapito dell’altro, vuoto di bisogni, vuoto di ingombro di sé.
La frase significa quel che afferma: la sostanza della realtà è costituita dall’amore. Ogni fatto (pensiero, emozione, azione), ogni accadere altro non è che articolazione del principio d’amore, l’unico realmente esistente, l’alfa e l’omega del processo del divenire, il principio che mai muta perché precede ogni divenire e non è corrotto dalla natura effimera di questo.

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L’esperienza diretta, la narrazione, l’autorevolezza

In quest’epoca distorta la nostra percezione del reale dipende dalla narrazione altrui, non dall’esperienza diretta.
Perché? Perché abbiamo un deficit di esperienza e perché non avendo piena consapevolezza dei processi non siamo in grado di decodificarli.
1- il deficit di esperienza diretta: se abbiamo un orto e poca acqua per annaffiarlo, comprendiamo subito il problema della siccità.
Se viviamo in campagna, tocchiamo con mano il cambiamento climatico, non abbiamo bisogno che qualcuno ce lo racconti, lo patiamo sulla vostra pelle.

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Tra accoglienza e rifiuto non vediamo il problema della giustizia

Stretti nella morsa dell’emergenza immigrazione non riusciamo a discernere, a vedere il problema nella sua interezza, cogliamo frammenti, ci dividiamo e iniziamo il rito del configgerle: quando non sappiamo trovare soluzioni, facciamo guerre.
Rito antico, rito tra maschi, rito inguardabile per chi ha occhi per vedere il reale.
La questione generale: il problema non è quello dell’accoglienza, ma quello della giustizia.
La questione particolare: l’accoglienza deve essere realistica e commisurata alle possibilità di ciascun popolo.

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Una responsabilità prioritaria: non alimentare l’inimicizia

Questo tempo è attraversato da correnti di inimicizia molto forti, molto pervasive e che intessono gli animi e le relazioni.
Non descriverò qui i mille volti di questa inimicizia, sono più che evidenti anche agli occhi dei meno accorti.
Voglio invece parlare della responsabilità di chi ha compreso l’importanza e la delicatezza di questo tempo di transizione per le coscienze.
Mi risulta incomprensibile e non accettabile l’atteggiamento di quanti si voltano schifati di fronte all’essere attuale del mondo: non comprendo la presunzione che sostiene quella avversione, non condivido il tirarsene fuori, la critica di chi non si misura con i processi.

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La disciplina necessaria nel governo delle forze interiori

In questo video trovate gli ultimi attimi di vita di due ragazze inconsapevoli del loro essere e del loro agire.
La sera, quando oramai la giornata è finita, guardo quasi sempre qualcosa su Netflix: mi interessano quelle narrazioni che hanno anche una valenza esistenziale, in questi giorni sto seguendo una serie in cui i protagonisti si sono formati nella disciplina del Kung Fu.
Formati nella disciplina: di questo voglio parlare.
La disciplina delle emozioni, del pensiero, dell’azione: cose d’altri tempi, desuete, forse improponibili oggi, inascoltabili da identità fondate sulla propria centralità.

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Il vero dare e il bisogno esistenziale dell’altro

Il piacere di ricevere un grazie, una gratificazione è un sentimento umano e normale. Tuttavia è importante riuscire ad andare oltre a questo, è importante poiché riuscire a dare ciò che si sente agli altri senza aspettarsi una risposta positiva, significa aver veramente compreso interiormente che l’importante è il dare e non il ricevere.
Capire questo significa perdere molte delle tensioni che ognuno di voi avverte nel corso delle proprie giornate: molto spesso vi adirate con gli altri perché non vi rispondono come sarebbe, magari, anche giusto che vi rispondessero: molte volte tramutate in astio un passo che avete fatto soltanto perché la persona verso cui vi siete rivolti ha rifiutato l’incontro con voi, o il vostro aiuto, o le vostre parole, arrivando a definirla superba, o stupida, o via dicendo.

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La vita oltre l’identificazione con il limite

Se rimaniamo identificati con una certa lettura di noi, con quello che riteniamo d’essere, siamo perduti.
Se trascorriamo i giorni, i mesi e gli anni ad ascoltare il rumore delle nostre identità, è come se mai ci affacciassimo fuori di casa posando lo sguardo sulla terra e sul cielo, sugli esseri e sui processi che li coinvolgono.
Il bilancio di una vita trascorsa ad occuparsi di sé è triste e, mi viene da dire, misero.
Occuparsi della trasformazione del proprio sentire, è quell’occuparsi di sé meschino?

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Una lettura al giorno. Meditazioni quotidiane

  • Una sintesi delle condizioni necessarie per realizzare una disposizione interiore unitaria: 7 brevi post
  • Canti del Sentiero
  • Due mantra per la pratica meditativa e contemplativa quotidiana
  • Testi per le letture al sorgere del giorno, ai pasti, al tramonto, alla sera.

Gennaio 1 | 2 | 3  | 4 | 5 | 6 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31

Febbraio 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29

Marzo 12 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 2425 | 2627 | 28 | 29 | 30 | 31

Aprile 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30

Maggio 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 |31

Giugno 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | Pausa fino al primo luglio

Luglio 1 | 2 | 3  | 4 | 5 | 6 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31

Agosto 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | Pausa

Settembre  12 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 2425 | 2627 | 28 | 29 | 30

Ottobre  1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 |31

Novembre 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30

Dicembre 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | Pausa fino al primo gennaio


E quale può essere la mia preghiera, se ancora ha un senso pregare?
Come posso rivolgermi a te, Padre, se tu non sei una persona?
Come posso pregarti per chiederti qualcosa, quando già tutto tu mi dai prima che lo chieda?
Come posso pensare di capire qual è il mio bene e quello domandare, quando il mio sguardo non va oltre le mie limitazioni ed il mio giudizio di conseguenza è così parziale?
Posso pregare solo di scusare la mia presunzione di sostituirmi a te nel sapere che cosa mi è necessario, senza considerare che solamente il vero bene è la vera mia necessità, non quella che credo tale.
La mia preghiera non può essere che un ringraziamento.
Debbo ringraziarti perché non mi ascolti, perché non fai la mia volontà, ma la tua.
La mia preghiera non può essere un contatto con te perché già io sono nel tuo seno in modo indivisibile, nonostante la mia incoscienza, e mai, per nessuna cosa che io faccia o senta, tu mi ripudi, mai l’esistenza che mi comunichi viene meno.
Padre, se ciò a cui vado incontro lo debbo subire per il mio bene, fa’ che trovi la forza per subirlo anche se non ho la consapevolezza della sua necessità, ma se deve accadermi per stimolarmi a lottare e reagire perché non accada, fa’ che trovi la volontà e la determinazione che mi sono necessarie.
La mia preghiera può essere solo quella di rivolgermi a te, Padre, per trovare, io o altri, la consapevolezza di una simile verità, perché in tale consapevolezza si spegne ogni affanno, ogni paura, ogni smarrimento, ogni solitudine, e si trova ogni serenità, ogni certezza, ogni conforto, ogni pienezza.
Io sono in te, Padre, parte della tua esistenza!” Kempis, CF77

La preghiera nel Sentiero contemplativo

Non è l’uomo che genera la preghiera,
è la preghiera che genera l’uomo,
la sua realtà nella verità,
nell’autenticità,
nell’essenziale.
Tutta la vita non è altro
che lo svelamento
di quella parola,
di quella nota,
di quella sostanza d’Essere.
La preghiera è l’affiorare
alla consapevolezza
dell’essere costitutivo di ognuno.
Non è l’uomo che si rivolge a Dio,
è la rivelazione di Dio
che dà forma all’uomo
e a Lui si rivolge senza sosta,
essendo Lui.
La preghiera è relazione profonda,
indissolubilmente interna all’essere di Dio,
al sentire di Dio,
dinamica tra gli infiniti gradi del sentire
che Lo costituiscono,
tra Sé e l’immagine di Sé nel divenire.
La preghiera non è interlocuzione
tra due soggetti.


Madre nostra
Tu che ci sostieni ed alimenti
Concedimi un altro passo
Affinché questo essere possa meglio comprendere il suo camminare
Madre nostra
Poco conosco delle Tue mille forme che uso ed abuso in ogni istante
Madre nostra
Mostrami ancora la via da percorrere
Ch’io, umilmente, possa divenire un poco più ponte fra cielo e terra
Eddy

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

La creatività come processo che conduce all’unità spirituale

Dice Marco, commentando il post Il superamento della nozione di straordinario e la realtà dell’ordinarioVisto che, credo, anche il libero fluire delle persone può essere considerato un atto creativo, ne approfitto per porre una domanda che mi è rimasta sospesa all’intensivo. Potresti delineare l’anello di congiunzione tra creatività e spiritualità? Certamente nell’atto creativo la mente è semplice strumento, o è del tutto assente, e questo già credo comporti una sintonizzazione con piani più alti…
Con il termine creatività definisco:

continua..