I giorni altro non sono che il calendario delle possibilità di comprendere: non un’ora, non un giorno che non portino una possibilità di profondità, di discesa nel ventre del vivere e dell’accadere.
Comprendere è il frutto della discesa nelle viscere di ciò che viene.
Il comprendere inizia con lo sperimentare attraverso i sensi; prosegue con il capire cognitivamente ciò che la situazione porta; si veste, quando si è pronti, di consapevolezza e di presenza; mette in evidenza il limite del non compreso ed infine, nel tempo ed attraverso ripetuti tentativi, struttura una tessera di sentire, una comprensione che va ad assommarsi a tutte le comprensioni già acquisite e amplia il grado di sentire complessivo.
“Benedetti coloro che hanno conosciuto la propria irrilevanza”
Beati gli umili: di essi è il regno dei cieli. Matteo 5,3. Traduzione Giuseppe Barbaglio. I vangeli, Cittadella Editrice.
Beati i poveri davanti a Dio, perché di essi è il regno dei cieli. Matteo 5,3. Traduzione di Secondo Migliasso. I vangeli, Oscar Mondadori.
Felici i poveri secondo lo spirito perché di loro è il regno dei cieli. Matteo 5,3. Traduzione letterale di Armando Vianello. Azzurra 7 Editrice.
Felici i poveri perché vostro è il regno di Dio. Luca 6,20. Traduzione letterale di Armando Vianello.
Non convincere, ma creare le condizioni per sperimentare
Marco 1,17 Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”.
18 Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19 E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. 20 Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21 Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22 Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Leonard Cohen, Fabrizio De André, il sentire
Leonard Cohen se ne è andato e un’altra voce, di quelle che attraversano l’anima, non c’è più.
Dori Ghezzi lo ricorda sull’Huffington Post.
Dice Dori: Le linee parallele percorse dai grandi poeti a volte si incontrano. Forse perché Leonard Cohen, come Fabrizio De André, era nato nel futuro, fuori dal suo tempo biologico. A rendere “speciali” le canzoni di Cohen c’è forse solo lo stesso elemento imponderabile, la capacità di dare emozioni, di trasmettere idee e sentimenti che ti appartengono ma non sapevi di avere. Non basta essere bravi. A rendere “speciale” Cohen era anche quella pignoleria maniacale in concerto che “affliggeva” del pari De André e che poi significa solo uno smisurato rispetto per il tuo pubblico.
Ricevere senza dare
Passeggiando con Mia, osservavo i campi seminati di fresco: grandi estensioni di terra con rade siepi; le colline sembrano schiene nude.
In termini di prodotto, non di guadagno, certo, un agricoltore riceve molto dal terreno che coltiva: da parte sua, cosa dà a quel terreno?
Un po’ di azoto, fosforo e potassio di origine chimica e niente sostanza organica; l’acqua viene dal cielo.
Possiamo dire che l’agricoltore non tratta bene la sua terra, sebbene questa la ricambi generosamente: non la nutre con dedizione, come si nutre un essere vivente, la nutre per ricavarne un profitto e quindi non si preoccupa di alimentare la terra, ma il seme, l’unica cosa che a lui interessa.
La consapevolezza, e il prezzo, delle responsabilità personali
“La responsabilità di quello che facciamo è sempre nostra in tutti i casi e dobbiamo sempre tener presente che quanto facciamo ha sempre delle ricadute sugli altri, cosicché queste ricadute diventano, sì, anche un problema dell’altro che reagisce alle nostre azioni e quindi ha a sua volta delle responsabilità sulle scelte che metterà in atto per reagire, però la responsabilità dell’innesco della situazione resta comunque la nostra”. Dal Dizionario del Cerchio Ifior.
Parlavo, nel post di ieri, del tumore sociale che emerge come simbolo quando certi personaggi sono chiamati dalla collettività che li elegge a immense responsabilità.
La funzione di un tumore, l’elezione di Trump
Assimilo la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane, alla notizia di un tumore che ci ha colpito e invaso di metastasi.
La vittoria di Hilary Clinton sarebbe stata assimilabile ad una malattia cronica grave priva di una sintomatologia eclatante e tale da indurci a provvedere sollecitamente.
Il ventre dell’America media è sul tavolo operatorio, esposto, nudo, puzzolente.
Evidentemente, non è Trump il tumore, ne è solo il simbolo.
Tutti coloro che si sono impoveriti negli ultimi decenni hanno trovato il loro campione e sperano che lui possa risolvere le loro sorti. Auguri!
La mente può essere più indietro del sentire
A volte nella mente possono affiorare contenuti che ci disorientano, aspetti che non dovrebbero essere lì perché, evidentemente, non sono che cascami, residui del grande scorrere dei dati tra esperienza e coscienza.
Il corpo mentale, come il corpo astrale, stanno nel mezzo tra coscienza ed azione/esperienza: attraverso essi transita il flusso di dati che proviene dalla coscienza e che è da essi decodificato e reso disponibile al corpo immediatamente sottostante, come transita il flusso di dati di ritorno dall’esperienza che sale verso la coscienza ed anche in questo caso passa attraverso il sistema delle decodifiche.
Il sogno di un amore diffuso
Ciò che oggi prende forma e si realizza, è sempre stato lì.
Il bambino, il ragazzo,il giovane questo intuivano, a questo aspiravano, questo sentivano fosse il loro orizzonte, pur senza possedere una limpidezza di sguardo.
Quest’uomo, il cui calendario ha perduto molti fogli, vede e sente con chiarezza, comprende nella carne che il sogno è divenuto realtà diffusa che lo attraversa e percorre e costituisce ogni aspetto dell’essere e dell’esistere.