Le sollecitazioni interiori e la volontà

Sorgono dall’intimo sollecitazioni di varia natura e coinvolgono gli ambiti più diversi dello sperimentare, attivate dal richiamo di un certa situazione, di determinate sensazioni ed emozioni, di certe fantasie e fascinazioni.
Sorgono come sussurri, sottotraccia, con una spinta lieve eppure evidente e persistente: da dove provengono?
E’ un argomento affrontato tante volte e ci ritorno perché mai è esaurito e mai un umano finisce di confrontarsi con quelle spinte che lo attraversano.
Abbiamo detto in passato che possono sorgere da comprensioni non completate, che dunque abbisognano di un approfondimento, come possono derivare da un moto proprio e residuale dell’identità, da abitudini, ad esempio.

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Il lutto della mente nella via spirituale

Mi dice un’amica e sorella in questo cammino, di come le sia cambiato l’umore da quando pratica senza sosta la disconnessione, il ritorno a zero, al presente che accade: la pervade uno stato di neutralità con l’umore mai acceso, ma piuttosto colorato da una lieve malinconia e apatia.
E’ una condizione che ben conoscono le persone che hanno una lunga confidenza con la via interiore e spirituale e che accomuna tutti coloro che coltivano senza sosta la consapevolezza del presente e, con essa, l’incessante disconnessione dal contenuto mentale ed emozionale e dall’identificazione con ciò che accade.

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Ascolto, osservazione, abbandono e marginalizzazione di sé

E’ questo il passaggio, o per lo meno l’inizio, di una inversione (radicale) dal “protagonismo” egoico  ( le esperienze di unificazione, le vedo sempre più in questa prospettiva: corroborano il desiderio di centralità dell’io, esse dicono “guarda quanto sono profondo ed elevato”) alla marginalizzazione proprio di questo “protagonismo”?
Questo chiede Leonardo nella sezione Domande e Risposte del sito.
E’ un lungo processo di marginalizzazione quello che inizia una volta che in noi si sono create le basi di una stabilità.

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Da ricercatore spirituale a monaco

Ricercatore spirituale: colui che indaga sé ed il proprio rapporto con la realtà con il fine della unificazione interiore.
Monaco: colui che ha trovato il proprio approdo, ha riconosciuto le coordinate del proprio procedere esistenziale e spirituale e dedica la propria esistenza all’unificazione interiore attuata in ogni momento del quotidiano e del feriale.
Il monaco ha riconosciuto, perché ho usato questo termine?
Il ricercatore indaga la realtà ed acquisisce elementi di conoscenza, di consapevolezza e di comprensione: quando questi elementi superano una certa massa critica, nella persona matura una consapevolezza nuova, una visione di sé prima non presente.

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Ciò che incontro attraverso te

Ciò che incontro attraverso te non è altro che ciò che devo apprendere.
Ciò che la coscienza genera attraverso me e attraverso te, è l’oggetto del mio apprendere.
Tu sei lo strumento, il mezzo, il testimone che con il suo semplice esserci attiva ogni processo a me necessario.
Tu sei l’attrice, l’attore utile e indispensabile sul mio palcoscenico esistenziale. senza di te nulla potrei né vedere, né comprendere.
Quando ho un conflitto con te, la mia mente ha un conflitto con te, le coscienze non hanno conflitti.

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Quando l’altro ci delude

Un caro amico, e una colonna di questo cammino, mi faceva notare quanto pesante gli rimane reggere il limite di alcuni compagni di viaggio che in certi frangenti si mostra in tutta la sua portata.
Come dargli torto? Non gli darò torto, è così, è dura. Ma perché è dura? Per un complesso di ragioni.
1- Perché in noi, perlomeno in quelli che sono più a contatto con la propria natura, è evidente che tutti procediamo insieme e, per farlo, abbiamo bisogno che ciascuno faccia la propria parte. Se tu non fai la tua, non solo a me tocca anche la tua, ma l’organismo, qualunque esso sia, viene ostacolato, rallentato e appesantito nel suo procedere.

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Lo smarrimento interiore e il bisogno di un nemico

Personaggi improponibili gridano sollevando ansie e paure in persone già smarrite e disorientate dalla pressione di una crisi troppo lunga e paralizzante.
E’ già successo: parecchio tempo fa, il movimento di popolo guidato da un tragico ometto soffiava sullo stesso fuoco.
Nell’assenza di conoscenza e consapevolezza, nell’ignoranza di sé, nel disorientamento esistenziale l’ansia e la paura delle persone crescono e hanno bisogno di appigli, di un credo, e di un nemico, di un colpevole, di un bersaglio su cui scaricare la propria frustrazione.
Smarrimento – vittimismo – invenzione del colpevole: il processo-madre che ha generato tragedie lungo tutto il tempo.

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In merito alla lotta interiore e all’esperienza della conoscenza

Ho letto il testo di Enzo Bianchi “La libertà nasce dalla lotta interiore“, curiosa perché avevo sentito parlare molto bene di questo monaco, e confesso che a un primo approccio mi è risultato assolutamente incomprensibile e non perché usasse un linguaggio complesso, o i concetti espressi fossero difficili.
Mi sono interrogata riguardo questa sensazione e credo che il problema stia nel fatto che dice tutto e niente, come se l’autore desse per scontate molte cose, usasse le parole nella generalità del loro significato, segno di un dire senza il peso dell’esperienza soggettiva, della responsabilità soggettiva.

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