Le basi di un nuovo monachesimo. Quasi un manifesto

  • Al sentire guardiamo e non alla tradizione del monachesimo.
  • Al sentire e non alle religioni.
  • Al sentire affidiamo il nostro procedere, a quella comunione che celebra l’incontro di tutti coloro che vibrano all’unisono con il compreso comune.
  • Sul sentire confidiamo perché ci conduca in seno all’Assoluto.

Il sentire è ciò che costituisce il compreso delle coscienze: un nuovo monachesimo è pensabile solo nell’ottica della comunione dei sentire.

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La necessità della pratica della meditazione e della disconnessione

Una persona della via interiore ha una duplice necessità non derogabile:
– praticare la consapevolezza e la disconnessione dai contenuti mentali ed emotivi dopo che di essi si sia sondata la portata;
– praticare la gratuità della meditazione.
Ho precisato che queste sono necessità non derogabili, cosa significa?
Una via non è semplicemente un cammino di conoscenza e consapevolezza: è un procedere assieme ad altri, è un muoversi all’interno di un processo di unificazione che ha le sue logiche, le sue ecologie, la sua igiene interiore.

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Ciò che di più semplice il Sentiero produce

Negli anni ho visto arrivare persone con maschere gialle ed andarsene con maschere rosse.
Ho visto persone andarsene con le maschere a brandelli e un sorriso che emergeva e altre con un risentimento sulle labbra.
Ho visto gente rimanere ed accettare che la maschera fosse sottoposta all’usura del tempo, strattonata nelle relazioni, colpita e lacerata nel rapporto con i pari e con chi guida.
Ho visto emergere volti da dietro le maschere: vite, paure, speranze e possibilità.

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Sulla limitata attitudine alla discussione nel Sentiero

In più di due decenni di attività, ogni tanto qualcuno ha obiettato che nel Sentiero si discute poco.
E’ così, è un’evidenza. Accade perché le persone del Sentiero sono delle pecorone? Perché sono succubi di una personalità forte e dominante? Se volete, credetelo pure.
La realtà, dal nostro punto di vista, è molto differente.
Il Sentiero sorge dal sentire e al sentire è rivolto.
Non sorge dalla mente e alle menti parla e, quindi e inevitabilmente, alle regole divisorie delle menti sottostà.

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Tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere

C’è qualcuno che non vive questa tensione, almeno fino a quando l’identità non ha mollato la presa?
Leggo e sento in ambito spirituale fesserie immani sull’accettazione di sé e sul superamento di questa tensione: l’essere divisi è la nostra risorsa, è il processo di combustione che genera i chilowatt di potenza necessari al procedere e alla trasformazione.
Di più: c’è chi è giunto alla fine del suo processo di trasformazione e supera naturalmente il conflitto, e c’è chi del conflitto ha bisogno per procedere.

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Nulla rimane come l’hai conosciuto

Ogni punto di vista che hai conosciuto è destinato ad essere superato.
Ogni persona che frequenti, giorno dopo giorno ti appare in una nuova luce.
Ogni fatto del mondo svela senza fine il suo mistero e tutte le letture del passato vengono superate quando nei fatti vedi il volto delle coscienze che li generano.
Puoi agevolare questo processo od ostacolarlo, abbandonarti alla corrente del fiume, o tentare di afferrarti alle sue rive.

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Amare non è possedere

Amare non è possedere: l’affermazione, in sé, sembra scontata, tutti crediamo di averla compresa.
Diceva l’altro giorno una ragazza: “Nella crisi che ho con il mio partner, in una pausa che ci siamo concessi per decantare i problemi, ho avuto una storia flash con un uomo, solo sesso. Ora il mio partner mi rimprovera la cosa, ma non sa che l’amore che ho per lui è dedizione, costanza, presenza senza condizione e il sesso con quell’uomo non conta niente”.
Se tutti abbiamo compreso che l’amore non è possesso, perché ci fa così male quando ci troviamo in una situazione come quella descritta da questa ragazza?

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Allinearsi al sentire

Come sapete, l’umano non manifesta nel corso dell’incarnazione il sentire effettivamente conseguito, ma solo una porzione di esso, quella necessaria a sostenere le esperienze che deve affrontare.
Allinearsi al sentire significa essere in connessione con il realmente compreso, con il sentire che costituisce e struttura il corpo della coscienza aldilà delle contingenze della incarnazione corrente.
L’allineamento al sentire è possibile con un basso tasso di identificazione: questa è la prima condizione.

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Il superamento del condizionamento

Chiede Sandra nel commento al post Il coraggio di creare e la ricerca di sensoIl de-condizionamento non è il liberarsi da qualcosa di esterno, è il frutto del superamento di una limitazione nel sentire ma, nel quotidiano, all’umano può apparire come un liberarsi da condizionamenti esterni e interni?
All’umano tutto appare come un liberarsi dai lacci, o come un legarvisi ma, in realtà, la cosa è più complessa.
Ogni processo che viviamo è processo di comprensione, o di verifica di una comprensione e ogni fatto che a noi sembra tanto casuale, è sempre inserito in un processo: tutti i fatti parlano dunque di comprensioni in atto o in divenire.

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