Nella gratuità, che cos’è perfetto? Via della conoscenza 6

Una voce: Nella via della Conoscenza, riferendosi ai fatti, si parla di completezza o di compiutezza, non di perfezione, termine che noi voci dell’Oltre mai utilizziamo, ma che viene abusato nella via evolutiva. Il significato di perfezione dentro di voi implica sempre un paragone che, come opposto, ha l’imperfezione.

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Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/60: sindone 2

Vi siete domandati da che cosa si può desumere che, secondo l’immagine che si ha nella Sindone del corpo del Cristo, il cadavere che era stato avvolto in questo lenzuolo, doveva appartenere a un uomo giovane, crocefisso, che era stato coronato di spine, che aveva il costato trafitto, e infine che doveva essere stato un falegname.

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La mente nella visione della Via della conoscenza

L’uomo è dotato di autoconsapevolezza, cioè del pensiero che riflette su se stesso. Non si tratta soltanto di pensare, ma di un pensiero che, riflettendo su di sé, fa percepire all’uomo se stesso, ciò che gli sta attorno e la relazione fra ciò che sta attorno a sé e in sé; tutto questo attraverso l’attività intellettiva, sia razionale che intuitiva e deduttiva.

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Il fascino di ogni fatto nella Via della conoscenza 4

Una voce: Il mondo che si affaccia e che incontrate ogni giorno non è, come voi pensate, stretto intorno al vostro centro di individualità, ma è fatto del quotidiano delle piccole cose, dei semplici gesti, degli incontri che nascono e si perdono e della fugacità dei pensieri e delle emozioni nel qui e ora e nel [loro] nascere e scomparire.

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Gratuità e impermanenza nella Via della conoscenza 3

Una voce: Comprendere la gratuità significa non inserirla nella dimensione dualistica che applicate anche all’evoluzione, dove riuscite a concepire solo due poli: l’umano e il Divino. Noi vi diciamo che tutto c’è già in ogni cosa che accade, al di là della capacità dell’uomo di riconoscerlo.

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