Protetto: 2- Il superamento della logica del divenire
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dove la mente vede il deserto, l'esperienza contemplativa svela il seme della vita
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SommarioQuesta riflessione è incentrata sulla possibilità che si presenta nella vita di una persona della via spirituale di superare le logiche del duale e del divenire, quando essa, per comprensione conseguita, a questo è pronta e alla via unitaria desidera dedicarsi.
La custodia della cellaPer l’autentico contemplativo la cella è la sede della salvezza, la base della quiete interiore, il luogo di un’alta contemplazione, una dimora celeste, un giardino profumato, una possibilità di traboccanti consolazioni, anzi un paradiso di delizie sulla terra.
So quante poche forze rimangano dopo una giornata di lavoro, soprattutto in estate.So anche quanto duro sia alzarsi prima il mattino e rinunciare a un po’ di sonno.E so che, ad alcuni, riesce questo sacrificio, ma debbono possedere un motivo valido per affrontarlo.
L’io non trova riscontro nella realtà costituzionale dell’individuo.Non esiste l’io che sente; esiste il “sentire”.L’individuo non è colui che sente: è sentire individuale.Così come Dio non è colui che ama: è amore.Nel “sentire” non si conosce una verità,ma si è quella verità.
In questo Tweet cito l’incipit del Magnificat, ed Antonella commenta dicendo che il brano le “stride”.Le rispondo: ” Questo passo è una meraviglia e, come le meraviglie, si svela all’anima che si abbandona ad essa.. “
Per la mia preghiera, quando essa non è silenziosa, è lo è nella quasi assoluta totalità dei casi, uso il Libro della preghiera universale di Giovanni Vannucci.
Alcune considerazioni in merito al post Vite dedicate all’unificazione: la via dei certosini.Ai nostri occhi risalta il ritmo pressante della preghiera personale e collettiva: ci sembra opprimente, soffocante, improntato ad un forte rigore, dice Natascia.
Fonti: Toscana Oggi, 2013, è l’articolo sotto riportato.I certosini di Farneta, PdfStatuti dell’ordine certosino
Antonella, sorella nel cammino, pone la questione della differenza tra resa e rinuncia.A questi temi vorrei legare quello della dedizione nella via spirituale, già trattato in Cosa chiedo ai miei fratelli e sorelle nel cammino.
Dice Nadia: “Chi pensa che intraprendere un cammino interiore e spirituale sia qualcosa di facile e sereno, non ha proprio capito cosa noi trattiamo! In questi giorni, e non per la prima volta, ne sto sperimentando la fatica.
Chiedo loro di essere confidenti e sinceri gli uni con gli altri?Chiedo loro di essere reciprocamente confidenti ed onesti?Chiedo loro di essere radicalmente dediti?Nessuna di queste cose chiedo loro.
Leggo con interesse altalenante le discussioni interne al Sentiero contemplativo: sembra che i destini di questo organismo dipendano dal grado di confidenza tra i suoi membri, da come essi riescono a comunicare i vissuti, a stabilire una comunicazione franca e sincera, a non aver timore di esporsi nei limiti come nelle comprensioni.
Le questioni da voi poste.PaoloQuesto pomeriggio a VDM è stata intavolata una discussione in tema di identità , processi di identificazione e disidentificazione che merita di essere approfondita.
È opinione comune che la confidenza reciproca, la capacità di condividere i propri vissuti con qualcuno di cui ci fidiamo, contribuisca a creare relazione autentica, amicizia vera e senso di fraternità.