1- Il compito della via spirituale e quello dei percorsi formativi

SommarioQuesta riflessione è incentrata sulla possibilità che si presenta nella vita di una persona della via spirituale di superare le logiche del duale e del divenire, quando essa, per comprensione conseguita, a questo è pronta e alla via unitaria desidera dedicarsi.

La “cella esistenziale” del monaco, la sua fragilità, la sua forza

La custodia della cellaPer l’autentico contemplativo la cella è la sede della salvezza, la base della quiete interiore, il luogo di un’alta contemplazione, una dimora celeste, un giardino profumato, una possibilità di traboccanti consolazioni, anzi un paradiso di delizie sulla terra.

Sulla disciplina del leggere e sulla gratuità del monaco

So quante poche forze rimangano dopo una giornata di lavoro, soprattutto in estate.So anche quanto duro sia alzarsi prima il mattino e rinunciare a un po’ di sonno.E so che, ad alcuni, riesce questo sacrificio, ma debbono possedere un motivo valido per affrontarlo.

Attività dell’identità e comprensioni

L’io non trova riscontro nella realtà costituzionale dell’individuo.Non esiste l’io che sente; esiste il “sentire”.L’individuo non è colui che sente: è sentire individuale.Così come Dio non è colui che ama: è amore.Nel “sentire” non si conosce una verità,ma si è quella verità. 

Saper ascoltare il silenzio in sé

Per la mia preghiera, quando essa non è silenziosa, è lo è nella quasi assoluta totalità dei casi, uso il Libro della preghiera universale di Giovanni Vannucci.

Il mondo e la dedizione alla propria vocazione

Antonella, sorella nel cammino, pone la questione della differenza tra resa e rinuncia.A questi temi vorrei legare quello della dedizione nella via spirituale, già trattato in Cosa chiedo ai miei fratelli e sorelle nel cammino.

Cosa chiedo ai miei fratelli e sorelle nel cammino

Chiedo loro di essere confidenti e sinceri gli uni con gli altri?Chiedo loro di essere reciprocamente confidenti ed onesti?Chiedo loro di essere radicalmente dediti?Nessuna di queste cose chiedo loro.

Amici dell’Assoluto, innanzitutto

Leggo con interesse altalenante le discussioni interne al Sentiero contemplativo: sembra che i destini di questo organismo dipendano dal grado di confidenza tra i suoi membri, da come essi riescono a comunicare i vissuti, a stabilire una comunicazione franca e sincera, a non aver timore di esporsi nei limiti come nelle comprensioni.

Identificazione, immedesimazione, contemplazione

Le questioni da voi poste.PaoloQuesto pomeriggio a VDM è stata intavolata una discussione in tema di identità , processi di identificazione e disidentificazione che merita di essere approfondita.

Dall’amicizia alla fraternità nel sentire

È opinione comune che la confidenza reciproca, la capacità di condividere i propri vissuti con qualcuno di cui ci fidiamo, contribuisca a creare relazione autentica, amicizia vera e senso di fraternità.