Iniziare un giorno, una settimana è come iniziare una vita: quando una coscienza si incarna ha il proposito di imparare, di divenire consapevole, di acquisire le comprensioni che le necessitano.
Direi che ad ogni giorno che sorge noi possiamo avere gli stessi propositi, ma a questi aggiungerei anche la possibilità di ascoltare, di osservare e di stare.
Imparare e contemplare. Sperimentare e semplicemente lasciarsi attraversare dalla vita.
Proteggere le proprie possibilità
Cos’è una possibilità? Ciò che si presenta nel quotidiano, nella ferialità dei giorni, ed anche, ovviamente, nell’eventuale straordinario.
Ciò che viene, che accade, offre una possibilità di esperienza, di consapevolezza, di comprensione, di contemplazione.
Ciò che viene è portato da coloro che abbiamo attorno: il partner, i figli, gli animali di casa, i compagni di viaggio, gli amici, i colleghi di lavoro.
Essere Uno e non saperlo
Dice Samuele nel commento al post I fatti, l’oggettività, il dubbio: Ma che ne è poi di tutta la comprensione se siamo chiamati a fonderci ed a riunirci con l’Assoluto? Che ne sarà di noi? Rimarrà qualcosa, o siamo dei semplici contenitori funzionali a questi corpi spirituali che pure saranno chiamati a fondersi ed a sparire?
Che cosa ne è dei tanti Samuele che negli anni si sono succeduti? Non sono forse stati integrati nel Samuele attuale? Non è quello attuale, la risultante di tanti sentire che nel tempo si sono integrati ed ampliati?
Le stagioni dell’umano e della natura
Se faccio un parallelo tra le stagioni della natura e quelle dell’uomo, mi viene da porre in relazione l’estate con la vecchiaia.
L’estate è dominata dallo stare, dal giungere a compimento di processi la cui genesi è nell’autunno.
L’autunno è l’inizio della vita perché accoglie in sé il frutto maturo, il seme, dell’estate: una vita che finisce deposita il compreso in una vita che inizia.
La radice della tenerezza
L’esperienza della tenerezza si colora di emozione e di affetto, ma la sua natura è altra: c’è tenerezza quando si comprende il fattore esistenziale in gioco.
C’è tenerezza perché c’è comprensione e quindi accettazione senza condizione.
Che l’esperienza della tenerezza sia suscitata da qualcosa che accade in noi, o nell’intimo dell’altro, poco cambia: se comprendiamo il processo esistenziale in atto, se a quella comprensione segue un inchinarsi e un ammutolire, lì sorge l’esperienza del così è, avvolto nel manto della tenerezza.
I fatti, l’oggettività, il dubbio
Si può coltivare senza sosta il dubbio e la relatività del proprio e altrui dire e fare?
Se il nostro quotidiano appoggia sul dubbio e sulla relatività di ogni accadere, su cosa appoggia?
Sul simbolo. Non dunque su quella frase, né su quel gesto presi alla lettera, soppesati e misurati, ma sul loro portato simbolico.
Dubitiamo dunque delle parole, delle certezze, delle oggettività, di ciò che la mente e i sensi ci raccontano, ma rimaniamo vigili nel cogliere il portato esistenziale e simbolico di ogni accadere.
La realtà soggettiva
Esempio del mendicante – Supponiamo che in una serie di fotogrammi siano rappresentate due creature: un mendicante ed uno che passa a lui di fronte.
A questo punto nasce una variante: la creatura che passa di fronte al mendicante può scegliere tra fare l’elemosina o non farla. Fare l’elemosina è un fatto materiale, cioè togliere, da una certa quantità di monete in una borsa, una moneta e passarla nelle mani del mendicante.
Ecco della variante la prima serie di fotogrammi: la creatura passa davanti al mendicante e fa l’offerta, cioè toglie delle monete dal suo portamonete e le passa al mendicante.
Fermarsi e tacere
Il sabato molti non lavorano, la domenica quasi nessuno. Se non ci sono necessità urgenti, possono essere due giorni di raccoglimento, di gesti misurati e di poche parole.
Di ridotta frequentazione, di tempo per stare in solitudine: osservando, ascoltando, tacendo.
Affrontare la giornata sentendosi compenetrati da un silenzio che ci attraversa e ci pervade: il silenzio di noi, dei nostri bisogni, dei nostri lamenti.
La conoscenza, la consapevolezza, la comprensione innazitutto
Accogliamo oggi una nuova amica nella nostra comunità, in questa officina esistenziale che ci vede impegnati nel cammino della conoscenza, della consapevolezza, della comprensione.
E’ un passo importante, non verso di noi, non per l’organismo comunitario che comunque si arricchisce di un altro sentire, di un’altra operaia, ma per ciò che significa per la persona che compie la scelta: essa si propone di porre al centro della propria esistenza, insieme alla cura di sé e della propria famiglia, il cammino interiore, la conoscenza di sé, la consapevolezza del proprio operare, la disponibilità ad imparare e, ogni giorno, a cambiare.