Torniamo umani?

Torniamo umani, esorta Gino Strada dopo i fatti di Bruxelles. L’espressione è eloquente e contiene la convinzione che è possibile una umanità senza violenza e sopraffazione. E’ una convinzione e una aspirazione nobile, ma parla della realtà? Non credo, e qual’è allora la realtà?
Che cosa è umano? La pace è umana e il delitto no? Oppure l’umanità è un processo che dal delitto conduce alla pace, alla pacificazione interiore?
Se consideriamo l’essere umani come l’essere immersi in un processo che contempla tutte le possibili esperienze, dal delitto alla pacificazione, allora ciò che sta accadendo è profondamente umano.
Se vogliamo espellere il delitto, il male dal processo, allora c’è qualcosa che non ci è chiaro del processo stesso.
Come impara l’umano? Come imparano l’assassino, lo stupratore, il corrotto? Sperimentando.

continua..

La fine dei piccoli mondi

Cosa sono i piccoli mondi? Le piccole ristrette visioni, le piccole certezze e identificazioni; il conforto delle ristrette cerchie con ristretti orizzonti.
Il paesello, le appartenenze, le adesioni, il conforto del conosciuto, le abitudini e le rassicurazioni del banale e ordinario sentirsi come gli altri.
La prevalenza del sentire sui miti e i riti della mente azzera in larga parte i piccoli mondi, li rende evidenti piccoli angoli di consolazione che non parlano all’essere, muti al sentire.
Il sentire è uno sguardo che tutto abbraccia e tutto tiene assieme, è privo di consolazioni e di trastulli, è profonda comprensione di ogni fatto ovunque esso accada, chiunque riguardi.

continua..

L’obbedienza profonda

C’è un momento in cui la vita chiama e la risposta giunge senza esitazione, senza riflessione, senza discernimento alcuno: semplicemente accade d’obbedire, sorge nell’intimo un sì come moto di pura gratuità.
Per qualunque ragione chiami la vita, in qualsiasi ambito, la reazione è pronta: il soggetto, libero dall’ingombro di se stesso, dei propri bisogni, aspettative e giudizi, non discute, non pone condizioni, non sottolinea la propria disponibilità, è semplicemente pronto.
La chiamata della vita è occasione per il sì incondizionato, come per la freccia la volontà dell’arciere.
Non essendoci alcun fondo di resistenza, alcuna pigrizia, alcuna indolenza, obbedire è facile.

continua..

Quando vediamo l’altro

In assenza di mente l’altro compare, solo allora lo vediamo per quello che è.
Prima, in presenza di mente, non abbiamo visto lui, ma il nostro racconto su di lui.
Quando la mente tace, l’altro compare e noi non possiamo dire di conoscerlo allora, perché quella è una pretesa della mente: in assenza di mente non c’è conoscere o non conoscere, c’è solo la realtà.

continua..

Dai bisogni al servizio

Nella via interiore è come nella vita: le persone sono piene di bisogni e di domande.
Man mano che sperimentano e comprendono, le domande si diradano e i bisogni divengono più sottili e discreti.
Infine viene una stagione in cui le domande smettono di sorgere e i bisogni sono prossimi allo zero.
Allora possono accadere tre cose piuttosto diverse tra loro:
– la persona si distacca dal cammino fino ad allora percorso, per dedicarsi al piccolo quotidiano, alle piccole cose che oramai riconosce come l’unica realtà che accade nel presente;
– la persona abbandona il cammino seguito e in poco tempo si inserisce in un altro, essendo in lei rimaste domande e bisogni non superati;
– la persona non più mossa da una motivazione propria, vede dentro di sé sorgere la possibilità di servire il cammino altrui.

continua..

Ciò che accade e niente altro

Una cosa alla volta accade e una cosa alla volta riconosciamo come la nostra vita.
Quell’accadere è il determinante: ciò che insegna, ciò che è.
Ogni fatto ci insegna, ci cambia e, anche se a noi non sembra, ci rende migliori.
Ogni fatto accade e, da un punto di vista più ampio di quello appena descritto, è quel che è, accadere senza tempo e senza senso, pura gratuità.
Ogni fatto lo riconosciamo e ci disponiamo ad imparare fino in fondo la lezione che porta.

continua..

L’alimentazione, Cerchio Ifior

Il testo in formato Pdf per la stampa
La fonte

“Come certamente ricorderete, il corpo dell’individuo incarnato non ha una costituzione lasciata al caso o agli eventuali capricci delle leggi naturali, ma si va costruendo sotto l’influsso delle necessità evolutive di ogni individuo che si incarna sul piano fisico.
In altre parole, il corpo fisico (ma anche, in realtà, gli altri corpi dell’incarnato) si forma in maniera tale da permettergli di acquisire esperienza e di offrirgli una gamma di possibili scelte a cui si trova dinnanzi nel corso del suo periodo incarnativo.

continua..

Ignoranza ed illusione

Dice Samuele, con la lucidità che gli è propria: “Il rifugio nella mente rappresenta a volte un vero e proprio anestetico. Rapisce i sensi e ti conduce in una zona franca, anestetizzando la vita”.
Fatti di mente, volgarizzeremmo noi. E’ il gioco comune, feriale, quotidiano di tanti di noi, della gran parte degli umani che vive la vita attraverso il filtro irreale di quello che crede, di quello cui aderisce, di quello che desidera.
Costruiamo fotogrammi di un film fantastico basato sulle nostre proiezioni, giudizi, desideri e legando fotogramma a fotogramma lo facciamo scorrere, lo rendiamo coerente ed infine dichiariamo che è noi, la nostra vita, la realtà.
Niente di tutto questo è reale, ma a noi lo sembra e questo ci basta.
L’altro? E’ come lo vedo io. Quel fatto? E’ come me lo racconto. Se non fosse tragico per le conseguenze che produce, sarebbe ridicolo.

continua..

Le comprensioni e il sentire

Non poca letteratura spirituale descrive l’illuminato, o colui che è al termine del proprio cammino spirituale, come un essere pacificato descrivendo, spesso, condizioni d’esistere che albergano più nella immaginazione del discepolo che nella realtà dell’interessato.
C’è una testimonianza che giunge dal piano della coscienza attraverso il lavoro del Cerchio Ifior, che sostanzialmente afferma: “Noi (le guide) che risediamo stabilmente nel mondo della coscienza, ci confrontiamo con l’esperienza dell’essere unità e tra noi e l’Assoluto esiste la stessa “distanza” che c’è tra noi e voi umani. Il nostro “lavoro” non è meno impegnativo del vostro e anche se non conosciamo la sofferenza, il nostro procedere nelle comprensioni non è semplice”.
Ho citato a memoria, le parole sono diverse ma la sostanza è questa.

continua..