Gli assoluti, la compassione, l’amore

Cosa sono gli assoluti? Quei valori alti ed ultimi di cui parlano la morale, l’etica, la religione.
Una delle grazie di questa vita è stata per me la possibilità di crescere lontano da una formazione religiosa.
La mia era una famiglia di contadini e di comunisti; sono cresciuto nella fascinazione dell’anarchia e del Cristo di San Francesco. Più tardi lo zen è stato casa.
Tutto il cammino è avvenuto e avviene lontano dagli assoluti, dalle adesioni, dalle promesse, dai doveri.

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Darsi del tempo

Ci sono persone per le quali il tempo è un tiranno. Ce ne sono altre che ne hanno maggiore disponibilità ed è a queste che mi rivolgo.
Darsi tempo significa concedersi degli spazi vuoti, privi di finalità e di scopo: spazi di semplice stare.
Significa andare lenti, certamente, ma non solo: non desiderare nessun altrove, risiedere consapevolmente nel piccolo insignificante che sta accadendo.

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La vita è fatta di niente

Nei gironi della bulimia dei rapporti, delle parole, degli alimenti, delle retoriche si mostra il tentativo dell’umano di riempirsi e di circondarsi di senso.
Non so quale sia il risultato: per chi scrive, in un lontano remoto, era miserevole.
Le scelte ripetute di rottura e di estrazione dalla ritualità hanno, nel tempo, svelato la natura del tentativo bulimico, la sua illusorietà, la sua vacuità.

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Perseverare

E’ possibile perseverare solo nella luce della consapevolezza: avendo chiara allo sguardo l’identificazione e la possibilità di disconnetterla tornando senza sosta all’essenziale.
Le radici della perseveranza affondano lì, nella condizione d’essere e d’esistere che non alimenta altro che non sia l’osservare, l’ascoltare, l’accogliere ciò che la vita presenta come possibilità.

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Quel che è trasmissibile nella via spirituale

In un cammino interiore non puoi trasmettere il sentire: è il frutto del lungo processo esistenziale del conoscere-divenire consapevoli-comprendere.
Può capitarti di condividere un sentire, di vibrare all’unisono con un sentire di ampiezza prossima alla tua, questo può accadere.
Puoi trasmettere un sapere, una visione, un paradigma: gli strumenti per affrontare sè e la vita. Questo è possibile.

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La povertà è una via a dio?

Ho in mente le parole di Papa Francesco sui poveri; ho anche in mente i passi del vangelo sui poveri e sugli ultimi, ma non ho titoli né competenze per discuterli nello specifico.
Mi chiedo: dio privilegia il povero? Il povero è nella condizione di recepire la chiamata di dio meglio del ricco?

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L’invenzione del dio che diventa uomo

Il frutto avvelenato della mente consiste nel separare la realtà, nel dividerla e frantumarla. Il dualismo divino-umano ne è esempio eclatante.
Postulata questa separazione, che non appartiene alla realtà, ma alla lettura che le menti danno della realtà, è stato giocoforza inventare la figura del mediatore e del rivelatore, di colui che supera quella irriducibilità e riconduce ad unità – indicandone il percorso –  ciò che agli occhi della mente risulta separato.

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Nel ventre del tempo interiore

Il periodo a cavallo del solstizio d’inverno è il ventre del tempo interiore, dello stare, del risiedere, del contemplare i processi, del divenirne consapevoli e scoprire come il respiro del cosmo sia il nostro respiro.

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