Ho impressa nella mente la raccomandazione delle guide del Cerchio Firenze 77: “Rimanete semplici e soli”.
Non c’è tempo
Abbiamo camminato sotto un cielo stellato accompagnati dal canto dei fossi colmi d’acqua; la terra è satura, l’erba piegata.
Nella notte siamo soli.
Non c’è tempo.
Le ore della sera
Le ore della sera, pervase da un silenzio profondo, raccontano di un declinare, di un piegarsi; raccontano di un gesto della più modesta routine, dell’andare a coricarsi, senza un pensiero, senza un rammarico, senza un progetto.
Neve sui monti
Sull’appennino è nevicato, il vento freddo della sera porta l’odore della neve. Camminiamo che è appena scesa la notte in un silenzio pervaso dal vento, solo i passi e gli alberi danzanti.
Contraddizione apparente
Una bella giornata di sole dopo la pioggia e il coperto delle settimane passate. Alla spicciolata arrivano le persone per questo incontro del fine settimana:
Con tutti gli esseri
Siamo usciti con Enny all’imbrunire, al pozzo si è messo a piovere; dopo una breve incertezza, abbiamo deciso di continuare, non credo che per lei facesse differenza e, per quel che mi riguardava, era una serata troppo dolce per fermarsi.
Sull’essere in sintonia
Un’amica che ha partecipato ad un gruppo, mi ha scritto per dire che si è trovata in sintonia con i temi trattati e con il clima in cui l’esperienza si è svolta.
Prendo spunto dalla sua affermazione per sviluppare il tema dell’essere in sintonia.
Quindi ti sei ritrovata nei punti di vista, nell’angolatura, nell’approccio; e se non ti fossi ritrovata?
Quel che è
Osservo dalla finestra della cucina l’arancio dei cachi sullo sfondo verde dei cipressi; dal piano terra salgono i rumori degli operai che stanno ultimando l’impianto fotovoltaico; sul fornello l’amaranto sbuffa mentre sta cuocendo; dopo l’impegno del fine settimana il corpo e la mente sono spossati.
Ogni cosa è al suo posto.
Ogni cosa è se stessa, perfetta nel suo essere quel che è.
Ti incontro
In un colore, in una voce, in un gesto ti incontro, senza nome.
Senza rimpianti
Questo viaggio è cominciato veramente molto tempo fa anche se la svolta è stata lo smettere di lavorare, nel ’93: da quel momento è iniziato quel che chiamo “il processo del perdere”.
Una trasformazione continua
Osservo il miracolo della vita che trasforma me ed ogni persona e cosa attorno a me, senza sosta.