Scrivere, parlare, vivere è portare a rappresentazione il proprio sentire, quel che si è compreso e quel che è ancora da comprendere.
Ogni volta che prendo un foglio per annotarmi delle idee mi rendo conto che inizia un processo di svelamento attraverso il mezzo delle parole, le quali, mentre si articolano, mostrano il loro limite ma anche la loro grande potenzialità.
La preghiera, il dialogo interiore
Presentiamo un testo illuminante del Cerchio Firenze 77 sulla preghiera e sul pregare, tratto dalla pagina Facebook del Cerchio.
In sé le parole di Kempis esauriscono l’argomento e poco possiamo aggiungere. Nella nostra didattica noi parliamo di “dialogo interiore” e preferiamo questa espressione perché meno condizionata.
Perdere senza fine
Che cosa rimane?
Il quotidiano con i suoi piccoli fatti.
Non l’interesse per i pensieri, le emozioni, gli affetti, le azioni: guardando attentamente, l’interesse per ognuno di questi aspetti scompare.
Avremmo voluto proteggerti
Sbalorditi abbiamo visto scorrere le immagini di questo giovane calciatore mentre si accasciava sul campo. Poi abbiamo spento.
Immaginiamo che i fotogrammi di questa morte siano stati l’apertura di tutti, o di molti, tg.
La ricerca senza ricerca
Federica ha scritto: “Anche la Ricerca credo sia un atto di fiducia, ricercare qualcosa in più, qualcosa di altro, qualche cosa ancora; non va in opposizione con la necessità di accettare e, ancor meglio, di accogliere quello che già c’è. Si può apprezzare quello che è Presente e anelare infinitamente all’Altro?”
Ad un certo punto del cammino accade qualcosa che conduce oltre l’anelito.
Potremmo dire che l’anelito è il colore che assume la spinta profonda e inestinguibile all’unità
Ciascuno vive niente altro che la vita che può vivere
Dice Anna: “Conosco persone che si lasciano condurre solo dal senso del dovere, almeno, così dicono e, in effetti, pare proprio questo che trasmettono. E’ possibile che sia realmente così?”
Quale aspetto, livello di consapevolezza, genera il senso del dovere?
L’identità, con il suo programma morale, e la coscienza.
Come si manifesta il senso del dovere? Faccio una determinata cosa, anche una determinata vita, non perché l’ho scelta, ma perché le circostanze, che non riesco o non voglio cambiare, mi inducono a farla.
Clean Modern Design
The fastest growing browser segment is among mobile devices. As we transition into a more active society we have to react faster and retrieve information on the go. Razor makes your website capable of precise control of how content is displayed across devices, screen sizes and resolutions. We’ve prepared for the future so you can focus on growing your business instead of playing catch up with new technology.
Vivamus massa lacus, pharetra et auctor id, venen atis vitae orci. Mae cenas imper diet posuere urna quis blandit. Etiam est urna, plac erat et semper imper diet, feugiat id nisi. Morbi laoreet tinci dunt nulla. Nulla fermentum nulla ac tellus hendrerit dictum sed in velit. Aenean laoreet pharetra dui, eget ullamcorper ipsum pulvinar ac. Suspendisse auctor viverra velit, ut faucibus erat laoreet pretium. Curabitur et enim et nulla bibendum elementum in vitae diam. Nunc vitae odio sapien. Proin placerat dui in urna laoreet tempus. Proin vulputate, ipsum vitae consectetur mollis, felis est varius odio, in accumsan urna mauris vitae felis. Sed in orci et mi facilisis porttitor id a mauris.
La fiducia
Ora che stiamo diventando grandi anagraficamente, sempre più spesso capita che qualcuno che abbiamo conosciuto muoia. Questo evento rappresenta sempre un momento di riflessione interiore per noi e per coloro che vi partecipano.
La cosa che ci colpisce è il bisogno di interiorità, di risposte, di comprensione che affiora nelle persone; un bisogno che evidentemente c’è sempre ma, nella routine del quotidiano, viene soffocato da altre priorità ed anche dalla decisione, più o meno consapevole dei singoli, di non volersi fermare più di tanto a riflettere sul senso del vivere.
Sul desiderio di pace interiore e, ancora, sul simbolo pasquale
Per un lungo tratto di strada siamo condizionati dal bisogno di pacificarci interiormente.
Quando quella pace mette radici e pian piano invade il nostro essere ci sembra che sia finita e possiamo dire: “E’ tutto a posto.”
Si, è tutto a posto, ma non è finita.