È possibile una partecipazione alla vita, nelle mille situazioni, senza identificazione?
Se guardiamo la realtà dal punto di vista dell’identità tutto è esserci, protagonismo, definizione di sé, marcatura del confine con l’altro. L’identità afferma sé e il proprio diritto a esistere e a essere riconosciuta: esiste se è riconosciuta e se può manifestarsi in quanto tale.
Un contro-processo che mina la mente [scomparire1]
Una voce: Avete chiesto di parlare dello scomparire dell’agente. Agente è colui che, nel compiersi di un’azione, si identifica in essa, quindi è colui che si dichiara essere protagonista o titolare di quell’azione ed è colui che si dichiara esserne l’artefice o creatore.
Libero arbitrio, determinismo, vite precedenti [sentiero6]
Quindi nella quotidianità tendiamo a ritenere oggettivo quel che è soggettivo in virtù dei limiti che ci definiscono come esseri incarnati; vediamo cose che se potessimo astrarci dalla nostra composizione e percezione attuale coglieremmo diversamente.
La vita monastica nel medioevo13: il pasto
II monaco è un uomo che ama la vita. La nevrosi e le disperazioni romantiche non hanno posto nelle abbazie. Similmente egli ama la buona tavola altrimenti non si spiegano le minacciose proibizioni dei consuetudinari (e le infrazioni).
Un nuovo ciclo di post della ‘via della Conoscenza’
I prossimi giorni inizieremo a pubblicare un nuovo ciclo di post della ‘Via della Conoscenza‘: è un corpo sostanzioso di contenuti che pubblicheremo settimanalmente per molti mesi. Il nuovo ciclo si chiamerà: ‘Scomparire a se stessi’. Di seguito la presentazione dei responsabili della VdC e le risposte ad alcune mie domande.
L’amore incondizionato è pura espressione dell’inutilità [vdc38]
Le basi della Via della conoscenza. Non c’è liberazione fino a quando anche una parte minima del vostro io pretende qualcosa, perché allora la gratuità non c’è più. E quand’è che ci si realizza gratuitamente, non rispetto a se stesso, ma rispetto alla negazione di sé?
La natura del sentire e della consapevolezza [sentiero5]
Il sentire è l’organo di senso della coscienza?
Anche. Il sentire sono le comprensioni che formano il corpo della coscienza. Come il corpo fisico è composto di cellule, così il corpo della coscienza è composto di atomi di sentire, di cellule di sentire. Le cellule di sentire si formano attraverso le esperienze, solo attraverso le esperienze nel tempo e nello spazio, nel divenire.
Libro: ‘Il Sentiero contemplativo a dorso di somaro’
Le parole di queste pagine descrivono un itinerario spirituale e un complesso di comprensioni maturato nel tempo: la vita nella solitudine di un eremo e la relazione con le sorelle e i fratelli del Sentiero contemplativo le hanno incubate.
Quello che percepisco è reale? [sentiero4]
È reale per sé. Che cosa è reale oggettivamente? Gli elementi della scenografia sono percepiti allo stesso modo da tutti gli attori, sempre che abbiano gli stessi sensi operanti. Le scene che accadono invece non solo sono interpretate in modo soggettivo, e questo è risaputo, ma possono avere delle varianti soggettive.