Un contro-processo che mina la mente [scomparire1]

Una voce: Avete chiesto di parlare dello scomparire dell’agente. Agente è colui che, nel compiersi di un’azione, si identifica in essa, quindi è colui che si dichiara essere protagonista o titolare di quell’azione ed è colui che si dichiara esserne l’artefice o creatore.

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La vita monastica nel medioevo13: il pasto

II monaco è un uomo che ama la vita. La nevrosi e le disperazioni romantiche non hanno posto nelle abbazie. Similmente egli ama la buona tavola altrimenti non si spiegano le minacciose proibizioni dei consuetudinari (e le infrazioni).

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La natura del sentire e della consapevolezza [sentiero5]

Il sentire è l’organo di senso della coscienza?
Anche. Il sentire sono le comprensioni che formano il corpo della coscienza. Come il corpo fisico è composto di cellule, così il corpo della coscienza è composto di atomi di sentire, di cellule di sentire. Le cellule di sentire si formano attraverso le esperienze, solo attraverso le esperienze nel tempo e nello spazio, nel divenire.

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Quello che percepisco è reale? [sentiero4]

È reale per sé. Che cosa è reale oggettivamente? Gli elementi della scenografia sono percepiti allo stesso modo da tutti gli attori, sempre che abbiano gli stessi sensi operanti. Le scene che accadono invece non solo sono interpretate in modo soggettivo, e questo è risaputo, ma possono avere delle varianti soggettive.

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La vita monastica nel medioevo12: osservanza e regolarità

Una delle caratteristiche più straordinarie della vita monastica è la sua estrema regolarità. Tutto vi è regolato, controllato, minutamente organizzato, programmato, con una minuzia incredibile. I fatti della vita quotidiana—il pasto, le cure del corpo, il modo di salutare l’abate o di ricevere gli ospiti, di rompere il pane o di bere, i gesti di cortesia— sono descritti punto per punto nei consuetudinari. Per ogni giorno. Per tutti i giorni della vita.

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