Quello stato d’esistenza che precede il pensiero e il divenire è chiaro e stabile nella consapevolezza. Lì risiede la radice di quest’essere, quella è la sorgente di questa vita.
I settennati: cambiando il sentire cambiano le materie dei corpi
Dal post del Cerchio Ifior che uscirà il 12.7.21 [IF50-2focus]
[…] Abbiamo così dedotto, da quanto abbiamo detto fino a questo punto, che la materia fisica del corpo di ognuno di voi cambia nel tempo e che, quindi, l’ambiente fisico che più vi appartiene anch’esso si modifica col passare del vostro tempo all’interno del piano fisico.
Operare senza pretese con l’attenzione posata sull’effimero [V14]
Effimero non è l’altro da voi: effimero è tutto ciò che voi costruite sull’accadere che si presenta davanti a voi. Tutto accade ed è effimero, e voi lo interpretate e lo consolidate, non capendo che l’accadere è il compiersi di ciò che si compie.
Nulla è più da scartare, nulla da trattenere, nulla da accumulare [V13]
Come narrare a voi della vita e del gioco della vita? O come parlarvi della tristezza del vostro tirare avanti una vita che è pesantezza? O come dirvi ancora una volta di quanto la vostra mente vi inganni nel tentativo di erigere consistenza, laddove la vita è solo flusso immotivato? E come narrarvi del dissolversi della vita nel momento stesso in cui si crea?
La frustrazione per l’amore non veicolato
L’esperienza dell’amore
quando si innerva nei veicoli
preme per esprimersi,
trabocca,
ma non sempre trova un oggetto
in cui versarsi.
La gestione del dolore interiore: consapevolezza e disconnessione
Commentando il post La vita è effimera quanto un soffio di vento [V12] chiede Luciana: Anche il dolore che tanto temiamo ci parla dell’effimero?
Le rispondo dall’ottica del Sentiero contemplativo: se la vita è sorgere e scomparire, cosa la rende durevole come tante volte è il dolore?
La vita è effimera quanto un soffio di vento [V12]
L’uomo inizialmente vive la via della Conoscenza come se fosse un tragitto di progressione interiore in cui si sforza di osservarsi e di non giudicare, in modo tale da imparare a guardarsi come colui che ha poca importanza.