[Via del monaco 1] Alcuni di noi sono chiamati a qualcosa di più della semplice ricerca spirituale, sono mossi da una inquietudine che ha radici profonde e che non si accontenta di quella pratica, di quel rito, di quella lettura o frequentazione.
L’attenzione continua sui limiti edifica e consolida l’identità [V16]
La vita è flusso effimero. E poiché voi uomini temete l’effimero, tentate di contenere quel flusso e di dargli un significato che possa adattarsi alle vostre strutture mentali, anche se quel flusso è inarrestabile, arriva e va.
Sentire simultaneamente il fluttuare degli stati e l’Essere
Da Contemplando riporto questo post di Roberto d’E.: Esistono giorni in cui il Tutto si manifesta attraverso ogni cellula del mio corpo. Altri in cui il Deserto si profila davanti ai miei occhi. Nulla sembra parlarmi. E nulla posso esprimere. C’è Vuoto e vuoto. C’è Silenzio e silenzio. C’è uno stare Soli e un sentirsi soli.
La presunzione di aver compreso
Quando insegnavo mi è stato mosso più volte l’appunto di chiedere molto a coloro che partecipavano all’organismo del Sentiero: in cuor mio credo di aver chiesto troppo poco.
Qual era la sostanza del mio chiedere? Se affermi di aver compreso questo, esso si deve specchiare nella tua vita, nei tuoi comportamenti.
Perduta l’illusione di essere un “io” si dissolve il concetto di Divino [V15]
Il Divino è l’inafferrabilità. L’unico possibile incontro con il Divino può cogliere l’uomo dentro il deserto interiore dove ci si riconosce effimeri nell’effimero. Quel Divino, di cui tanto vi raccontate, è parto della vostra mente, utile ad auto-giustificarvi finché ne sentite il bisogno.
Logiche alte e belle ma oramai inutili
Quello stato d’esistenza che precede il pensiero e il divenire è chiaro e stabile nella consapevolezza. Lì risiede la radice di quest’essere, quella è la sorgente di questa vita.
I settennati: cambiando il sentire cambiano le materie dei corpi
Dal post del Cerchio Ifior che uscirà il 12.7.21 [IF50-2focus]
[…] Abbiamo così dedotto, da quanto abbiamo detto fino a questo punto, che la materia fisica del corpo di ognuno di voi cambia nel tempo e che, quindi, l’ambiente fisico che più vi appartiene anch’esso si modifica col passare del vostro tempo all’interno del piano fisico.
Operare senza pretese con l’attenzione posata sull’effimero [V14]
Effimero non è l’altro da voi: effimero è tutto ciò che voi costruite sull’accadere che si presenta davanti a voi. Tutto accade ed è effimero, e voi lo interpretate e lo consolidate, non capendo che l’accadere è il compiersi di ciò che si compie.