«Il tutto (issai) è il tutto che vive (shujo), ogni cosa (shitsu) che è (u) è natura autentica (bussho). Ciò che è perfetto (nyorai) risiede perenne (jo ju), è niente (mu), è ente (u), è mutevolezza (hen yaku)». (Traduzione Mazzocchi-Forzani)
Essere unità
Non perseguire l’unità per realizzarla, esserla.
Il perseguirla per realizzarla, per poterla sentire e infine esserla, è un moto naturale, tutto nel divenire conduce a quel fine, ogni legge del cosmo, ogni fatto ed esperienza.
Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/71: gli apostoli
D – Vorremmo sapere con quale criterio furono scelti gli Apostoli dal Cristo e se avevano già inizialmente quelle doti particolarissime, o se pure queste doti maturarono in loro dopo il trapasso di Cristo.
La realtà come è e la realtà come appare [CF77-Fr4]
L’uomo osserva il mondo creduto esterno ed è convinto che le cose esistano come le vede, ma se approfondisse la sua conoscenza a livello scientifico, non specializzato ma semplicemente scolastico, saprebbe che la realtà è ben diversa da quella che egli suppone.
Il Divino è l’essenza dell’impermanenza, il vuoto non il pieno 16
Il Divino, osservato dal relativo, è immanente allo sfilare della vita, ma è contemporaneamente trascendente quella sfilata; sfilata che è una porta aperta per riconoscere l’effimero, il transeunte e l’impermanente, che l’uomo vive come provocazioni, eppure nel relativo non può che essere così.
Dogen, Busshō: commento di Jiso Forzani su Bussho 1 [busshō1.2]
Il discorso di Dogen prende spunto dalla citazione di un verso del Sutra del Nirvana (Mahaparinirvana sutra cap.27), antica scrittura del buddismo. Questo verso è l’espressione della fede nell’universalità della natura buddica, la quale è alla base della visione Mahayana.
Il Cristo secondo CF 77/70: simbolismo dei numeri 4 e 5
D – Chiediamo se è esatto che l’insegnamento di Cristo agli Apostoli continuò per 40 giorni dopo il suo trapasso, e se vi è un rapporto simbolico con i 40 giorni vissuti da Cristo in meditazione nel deserto.