L’Io è la risultante dei processi che intercorrono tra la coscienza e i suoi corpi transitori, è dunque una conseguenza dell’incarnazione, delle comprensioni da conseguire, dei sistemi di decodifica delle intenzioni della coscienza operate dai vari corpi transitori.
La contemplazione: l’esperienza feriale del Reale
Esiste, semplicemente, il Reale: Esso ha le sembianze dell’ordinario e del banale, dei mille fatti che ogni giorno viviamo.
Un fatto viene percepito come il Reale, quando nell’individuo percettore domina la neutralità e quell’individuo non si percepisce come un soggetto, ma solo e semplicemente come un sensore.
Quando il monaco deve abbandonare la ricerca
Il monaco è colui che dedica la propria vita al processo di unificazione, ma è anche colui che impara dalle esperienze, che diviene consapevole e comprende.
Una parte della vita del monaco è all’insegna del “conosci te stesso”, della ricerca e dell’analisi, dell’approfondimento della lettura di sé e del mondo.
Affinché non smarriate la via
Potrei dire che la fede (qui la differenza tra fede e fiducia) è simile al fiore del tarassaco, al soffione, ma non è vero, non è quello che penso e non è la mia esperienza.
In me la fede è una quercia: la presenza dell’Assoluto, chiara e vivida, affonda le sue radici e allunga i suoi rami nell’interezza della mia vita, e no, non sono attraversato da alcun dubbio.
L’equilibrio interiore e la disposizione meditativa
“E’ fondamentale, in questa concezione del Cosmo, il concetto di equilibrio: ogni variazione delle vibrazioni all’interno del Cosmo turba il suo equilibrio energetico (una sorta di immagine energetica del Cosmo, stabilita come unica possibile fonte di riferimento per la struttura di un determinato Cosmo), e la conseguenza è che all’interno dell’intero Cosmo le energie tendono a ridistribuirsi
Il dialogo nel sentire: la preghiera nel Sentiero contemplativo
Qui parleremo di quello che altri, in altri contesti interiori e spirituali, chiamano preghiera.
In questa pagina trovate una spiegazione dell’esperienza della preghiera secondo il Cerchio Firenze 77 e secondo il Sentiero contemplativo.
Nel Sentiero non utilizziamo il termine preghiera, troppo equivocabile; parliamo di dialogo interiore, o di dialogo nel sentire, intendendo con questa espressione sintetica:
La differenza tra via interiore e via spirituale
Nella via interiore il centro è rappresentato dai propri processi di conoscenza-consapevolezza-comprensione.
Nella via spirituale, a questi processi si associa la centralità, la preminenza della relazione con la radice di sé e dell’esistente, con l’Assoluto.
Nella via spirituale si può parlare di vocazione monastica, del dedicare una vita al processo di unificazione; nella via interiore questo non è necessario, e di norma non è presente.
Da divenire ad Essere attraverso la meditazione
Nella logica del divenire, tutto diviene: un giorno ne prepara un altro, una vita un’altra ancora.
Nella logica del divenire, quello che non impari oggi lo imparerai domani; il limite di oggi verrà superato domani, o in un’altra esistenza.
Se il dolore ti accompagna, tu sai che è dovuto alle tue incomprensioni, e sai che queste non si risolvono con uno schiocco delle dita, ma abbisognano di tempo e processi per essere superate e divenire comprensioni
Perché il lavoro e il contemplare un’alba non hanno lo stesso valore esistenziale?
Chiede Eddy: “Perché ancora non sento lo stesso respiro, la stessa portata esistenziale, la stessa equivalente capacità di trascendere la mia identità nel lavoro, nello svitare un bullone e nel contemplare un’alba?”
Risponde Roberta.
Forse perché siamo in pace con il sole, forse perché non ci ribelliamo al sole che sorge…