La vita interiore del monaco dal bisogno al suo superamento

Se parlo a persone comuni, uso termini e concetti comuni. Se parlo a persone che dedicano la propria vita al processo di unificazione interiore, a dei monaci, uso concetti e parole coerenti con la radicalità di quella disposizione.
Non c’è umano che non abbia da affrontare del non compreso, dunque non c’è persona che non percorra la via del “conosci te stesso” in modo consapevole o inconsapevole.
Ad alcuni basta quella via e il loro cammino è all’interno del paradigma psicologico-esistenziale: ad altri non basta.

continua..

L’assenza di frattura interiore e l’esperienza unitaria

C’è una condizione interiore, prima che prenda forma l’esperienza dell’unità, in cui si configura chiaramente la consapevolezza che non c’è frattura: l’essere tuo non è diviso, non conosce la separazione e la frantumazione che si produce tra l’intenzione e il manifestato.
Questo è possibile perché non c’è desiderio, né bisogno, né ricerca di appagamento.
Da questo silenzio di sé germoglia l’esperienza unitaria.
Dunque non c’è frattura perché non c’è definizione di sé: come questa s’affaccia, ogni unità scompare.

continua..

Ancora sul rigore, sulla disciplina e sulla contemplazione

Proseguo il ragionare iniziato ieri con il post L’allenamento, la disciplina, il rigore nella via interiore matura.
Nel Sentiero la disciplina è da considerarsi più una conseguenza, un frutto maturo piuttosto che una condizione da cui partire, ma su questo è comunque necessario intendersi.
Un bambino formato nella pratica delle arti marziali, o di un’arte come la danza, è in grado di gestire alcune sue dinamiche interiori molto meglio di un suo pari che quell’esperienza non ha fatto.

continua..

L’allenamento, la disciplina, il rigore nella via interiore matura

Nella sua tesina sulla danza per l’esame di maturità che inizia proprio oggi, e che sappiamo supererà brillantemente, scrive una giovane amica in merito alla danza, al danzatore e all’essere-danzati:

“Il Balletto diventa veicolo di un’armonia assoluta e universale: scegliendo i suoi eletti li utilizza (direttamente, senza la mediazione di alcuno strumento) per trasmettere valori di bellezza.
Compito dell’uomo è quello di prepararsi ad essere veicolo tramite allenamento, disciplina e rigore. Quando il corpo è predisposto in armonia per danzare bene, non c’è più egoità, non esiste più il singolo che danza: è la danza che lo danza”.

continua..

Non essendo mai la vita contro di noi

Nel Sentiero è acquisito il concetto che la vita non ci è mai avversa: abbiamo capito il concetto, abbiamo anche compreso il principio? Non so.
È un’ottica così nuova, così rivoluzionaria del modo di intendere i fatti che ci accadono, che credo a noi serva molto tempo per interiorizzarla compiutamente.

continua..

Contemplare l’accadere come Ciò-che-è (La disposizione interiore unitaria 7)

7- Salire sul monte, contemplare l’accadere come Ciò-che-è

Il gesto del salire sul monte corrisponde ad un tirarsi fuori da un groviglio, dal rumore di sé, dall’eccesso di sé che, forse, oramai possono essere lasciati alle spalle: salendo il sentiero del sentire, lo sguardo della comprensione si amplia, il respiro del vivere è più pieno. Ciò che affollava la mente e lo sguardo, ora, passo dopo passo si allontana  e possiamo risiedere in uno stato a noi più naturale.

continua..

Sviluppare lo sguardo del genitore (La disposizione interiore unitaria 6)

6- Sviluppare lo sguardo del genitore che osserva la processione dei fatti, sa intervenire e sa astenersi

Il genitore vede ciò che il figlio adolescente non vede. Perché? Perché il figlio vede sé, i suoi bisogni, le sue necessità espressive al centro e il mondo come periferia, un luogo indefinito da usare, o da temere.
Un genitore dovrebbe vedere sé e i propri figli incastonati nell’organismo mondo, ciascuno con la propria funzione e necessità esistenziale.

continua..

Le cristallizzazioni e le malattie croniche: come superarle

Si consiglia la lettura del post che introduce il tema trattato delle cristalizzazioni: L’origine degli psicosomatismi e la loro risoluzione
Da Cerchio Ifior, Annali 2011, pagg. 88-94.

Ora, all’inizio, questa comprensione se non viene compresa continuerà a essere rimandata indietro provocando cosa? Provocando quelli che sono gli psicosomatismi. A forza di ripetere e ripetere il suo percorso all’interno dell’individuo, ad un certo punto, inevitabilmente, si crea un certo cammino preferenziale all’interno delle vibrazioni dei corpi facilitando la formazione di uno psicosomatismo che sfocerà nel piano fisico.

continua..

La vita provvede il necessario a ciascuno (La disposizione interiore unitaria 5)

5- Sapere che la vita provvede il necessario a ciascuno: la fiducia

Il principio fondamentale dell’esistere dimenticato senza sosta da ognuno di noi.
Non creduto, non coltivato, non aderito: uno scetticismo di fondo non ci permette di vedere l’essenziale, il vero, l’evidente.
Perché questo? Perché noi crediamo che il bene sia ciò che ci piace, ma siccome quello che la vita ci manda non sempre ci piace, allora non riconosciamo ciò che viene, anzi pensiamo esso sia ingiusto e non adeguato a noi.

continua..