Paranormale, medium, sensitivi e ricercatori spirituali

Il primo elemento da considerare è che il veggente con effettive capacità non è svincolato dal proprio io il quale, inevitabilmente, influisce sul suo spettro di percezioni; classico è l’esempio del veggente Croiset il quale era quasi infallibile quando si trattava di percepire avvenimenti che riguardavano persone molto giovani ma non altrettanto infallibile negli altri casi, e ciò era dovuto alla sua infanzia particolarmente tormentata per cui un giovane in difficoltà acuiva il suo desiderio di poterlo aiutare, indirizzando in maniera più precisa le sue facoltà, focalizzandone lo spettro e, quindi, rendendole più esatte.
Non è possibile poi, in quest’ottica, non accennare all’esistenza di quel moltiplicarsi delle possibilità che viene conosciuto con il termine di «varianti»; per poter prevedere il futuro è necessario che esista in qualche parte della Realtà (e non mi sembra sia il caso, ora, di approfondire questo concetto) un futuro già scritto da poter leggere. Tuttavia, esiste anche un libero arbitrio dell’individuo, se pure limitato dalle esigenze di esperienza degli altri individui, e ciò sottintende che nel volume già scritto del domani, siano presenti magari, per uno stesso avvenimento, i diversi modi in cui un individuo può percorrerlo, oppure i diversi modi in cui l’avvenimento si può sviluppare, mantenendo, così, intatta per l’individuo stesso la sua libertà di scelta. Ora, il veggente, legge il libro del domani a una data pagina, indirizzato dai «suoi» intenti e bisogni, che non coincidono con quelli della persona che vivrà direttamente l’avvenimento. Vi è quindi, ampiamente, la possibilità che la pagina letta non sia quella che davvero si verificherà, ma una semplice variante non percorsa, con l’ovvia conseguenza di una precognizione sbagliata. Questo ben lo sapeva, per fare un esempio, Nostradamus, e fu anche per questo motivo che egli scrisse le sue centurie in maniera così apparentemente ermetica, non volendo che le sue previsioni cadessero in mani di persone che avrebbero potuto avere la loro esistenza sconvolta bensì nelle mani di chi sarebbe riuscito a comprendere come esse erano un’indicazione, una possibilità e non una realtà incontrovertibile.
Tutto ciò, come potete capire da soli, figli e fratelli, rende questo tipo di fenomeni alquanto aleatoria e ciò dovrebbe mettere in guardia tutti coloro che si recano da sensitivi per conoscere gli sviluppi del loro futuro o, quanto meno, renderli consapevoli che ciò che viene loro detto, alla fin fine, è soltanto un’ipotesi, e come tale va pure tenuta in considerazione ma certamente non vissuta come realtà sicura.
A questo proposito, mi fanno sorridere le persone che si trovano a contatto con coloro che affermano di prevedere il futuro e che danno consigli su come modificarlo: è un’idea talmente sciocca e assurda che soltanto individui in balia di grossi problemi e di sofferenze soffocanti possono basare il loro comportamento futuro su di essa! Se è vero che esiste un effetto karmico (ovvero che vi sono esperienze che, per necessità evolutiva personale, l’individuo «deve» attraversare) non vi può essere nulla o nessuno che possa portarlo fuori da quell’esperienza, neppure il più grane Maestro potrebbe riuscire a tanto! Se, invece, l’individuo si trova ad avere, per quell’esperienza, una o più possibilità di scelta, è ovvio che sceglierà secondo il proprio sentire cosicché costoro finiscono per pagare (e spesso profumatamente!) per l’indicazione di come agire in una certa situazione nel corso della quale, ironia delle cose, avrebbero comunque agito in quella maniera.
Viene, a questo punto, un legittimo pensiero: allora queste doti non servono proprio a nulla?
Non esiste alcunché, figli nostri, che non abbia la sua ragione d’essere nel Disegno creato dall’Assoluto! Evidentemente, per fare un esempio, è necessario, per certe persone, attraversare l’esperienza della preveggenza per comprendere qualche cosa e, contemporaneamente magari (poiché nulla serve mai per un solo individuo) è altrettanto necessario che attraverso lo stimolo ricevuto da una precognizione, giusta o sbagliata, un individuo affronti o eviti ciò che deve o non deve sperimentare.
Che succo trarre, allora dalle mie parole? Prima di tutto, come sempre, di essere cauti e razionali di fronte a certe presunte facoltà, di non rifiutarle aprioristicamente ma di vagliarle con la propria mente e la propria sensibilità, di tenere pure come possibile ipotesi la precognizione di uno sviluppo in un certo senso della propria vita, ma non dimenticare che, comunque e sempre, con le proprie azioni e con lo sviluppo del proprio sentire ognuno è padrone di se stesso, se non nel governare la realtà esterna, quanto meno nel modo in cui essa realtà esterna viene introiettata perché, comunque e sempre, una realtà esterna dolorosa e ineluttabile diventa sopportabile quando viene affrontata tenendo a mente che da essa si ricaverà, alla fin fine, un miglioramento della propria coscienza. E la speranza non deve mai mancare al fianco di ognuno di voi.
Quello che più può arrivare a stupire chi osserva le persone che si trovano a percorrere, ora come spettatori, ora come attori, il giardino degli incanti è il comportamento di tutti questi individui, che appare spesso totalmente irrazionale e al di fuori di ogni logica comune tendendo, talvolta, a sfumare nel fanatismo e nella più bieca credulità.
Osservate… l’osservatore, figli nostri: guardate quanto facilmente è disposto a credere, senza discernimento, a quello che gli viene presentato con grandi squilli di fanfara (basta che le trombe suonino con abbastanza forza è continuità) da personaggi ai quali, probabilmente, in una situazione comune, di un giorno comune, della propria vita comune non oserebbe affidare neppure mille lire. Eppure tutti i giorni santoni dagli occhi ingordi, sensitivi dallo sguardo astuto, medium dall’espressione del «prediletto dagli dei» gabbano chi si accosta loro carpendo la loro ingenuità per arrivare ai loro portafogli o, addirittura, come talvolta leggete sui vostri quotidiani, inducendoli al suicidio di massa.
Osservate i ricercatori del paranormale: quasi sempre sono persone intelligenti, colte, con molta esperienza nel campo, dalle quali ci si aspetterebbe una guida qualificata, ponderata, ragionevole che possa far attraversare felicemente i meandri del nostro giardino, eppure anch’essi finiscono spesso con il comportarsi come il più sprovveduto degli osservatori, credendo cose senza senso e avallando le più sciocche delle assurdità.
Osservate gli agenti del paranormale e constaterete assieme a me che in mezzo ai volponi si trovano degli agnelli: la madre che comunica con il figlio, il sensitivo che sinceramente crede di essere al servizio degli altri, il medium che è davvero convinto di essere tramite di entità celestiali, persino colui che è certo di ricevere messaggi da esseri intergalattici, assieme a tutta una schiera di creature che sono davvero convinte di aver trovato la soluzione alternativa alla loro grigia esistenza quotidiana. Eppure, se è vero come è vero, miei cari, che l’albero si vede dai frutti che produce, ben pochi pomi succosi si rivelano davvero tali allorché il tempo o la ragionevolezza mitigano le illusioni iniziali.