Questa sezione si occupa di tutto il processo educativo. Il termine “pedagogia spirituale” è inadeguato a descrivere l’intento ma è una approssimazione necessaria in un ambiente come il web.
Di seguito trovi i collegamenti ad una serie di contenuti sperimentati in un trentennio di attività didattica nella scuola primaria pubblica: ciò che viene affermato appoggia sulle solide basi dell’esperienza e da questa è poi sorta la visione pedagogica che viene proposta e che trova una sua esposizione organica nel libro: La meditazione nel percorso educativo, di C. Belacchi, edizioni Psiconline.
Il cammino spirituale con i bambini
Di solito il percorso spirituale autentico inizia nell’età adulta, quando si è portato a compimento lo sviluppo affettivo ed intellettivo che costituiscono la nostra nascita psicologica. Si affaccia allora in noi il bisogno, in modo più o meno impellente, di non cercare più una realizzazione esteriore portata alla espansione dell’io ma a cercare la nostra natura autentica che sentiamo esserci, che ci spinge a stare, ma che percepiamo ancora aggrovigliata e soffocata dall’abitudine al fare, all’apparire, a soddisfare il nostra visibilità agli occhi degli altri.
Il cammino nella via spirituale ci porta via via, invece, a contattare il nostro intimo, quel punto di ancoraggio che ci fa spogliare di ogni orpello, di ogni aspetto non essenziale della vita ma che amplia, all’inverso, il nostro sentire e ci permette di intuire che tutto è Uno. E’ questo un passaggio esistenziale irrinunciabile che, se compiuto senza aspettative, porta alla pacificazione.
Se la nascita spirituale avviene nell’età adulta, questo non significa che con la spiritualità si debba venire a contatto soltanto da grandi. E’ necessario, invece, avviare questo tipo di consapevolezza fin da quando si è bambini (non mi riferisco qui all’educazione religiosa che più spesso non porta a sbocciare ma castra questa spinta interiore).
Gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza sono quelli che dovrebbero portare il bambino a raggiungere la propria maturità affettiva ed intellettiva. la propria nascita psicologica,dandogli l’opportunità di fare, sperimentare, osservare, conoscere le proprie reazioni, sentire le proprie emozioni. Ed è in questo esperire ed in questo sentire, ogni volta che il bambino v iene portato ad assumerne consapevolezza, che si innesta in lui il percepirsi essere spirituale. Conoscere e contattare il proprio corpo come parte di sé e non come macchina da usare dà al bambino il senso di esistere, soffermarsi a osservare un elemento della natura lo porta a percepire la grandezza della creazione, la bellezza in senso lato; rapportarsi con un animale lo fa sentire accettato e sviluppa in lui il senso del prendersi cura dell’altro, la simpatia per l’altro; rapportarsi in situazioni di laboratorio coi compagni i quali estrinsecano reazioni, sentimenti, vissuti simili ai suoi gli fanno da specchio, mettono in discussione le sue reazioni, ridimensionano le sue aspettative e lo portano a sperimentare la tolleranza.
La lettura o l’ascolto di racconti o poesie i cui protagonisti sono i sentimenti e la natura, l’osservazione di opere d’arte sono, inoltre, dei veri doni per l’anima.
Si riportano, di seguito, alcuni esempi di lavori compiuti, in diversi anni, coi bambini alla scuola primaria, come avvio alla consapevolezza di sé e al cammino spirituale.