Reincarnazione ed evoluzione del comprendere e del sentire

A mano a mano che l’individuo, invece, procede nell’evoluzione e la sua evoluzione ha bisogno di comprendere concetti sempre più sottili, l’intervallo tra una vita e l’altra tende ad allungarsi, ad essere più lungo, perché questi concetti più sottili abbisognano di un periodo più lungo di meditazione da parte delle entità, dopo la morte. Una volta è stato detto in altri luoghi che se si dovesse fare una media teorica di tempo tra una incarnazione e l’altra, la media arriva sui trecento, trecentocinquant’anni; naturalmente, però, questo è un discorso generico che non è valido in assoluto; vi sono entità che anche verso la fine della loro evoluzione compiono magari due incarnazioni quasi successive, mentre ne compiono poi magari due in un secondo tempo distanti magari mille anni ad esempio tra di loro; quindi questo è soltanto un discorso teorico per far comprendere la vastità dell’arco di tempo coperto dall’evoluzione dell’individuo.
Vi sono poi i casi di coloro che muoiono in piccolissima età, in tenera età. E quasi sempre queste entità si reincarnano molto velocemente, non perché – come da alcune fonti viene detto – questa entità ha avuto una vita interrotta e quindi deve riprendere quello che non ha compiuto nella vita precedente (come se la vita successiva fosse la continuazione di quella precedente), no, questo non è assolutamente vero, ma semplicemente perché essendo stata una vita molto corta, l’intervallo tra la morte e la vita successiva è necessariamente breve, poiché hanno poco da comprendere da quello che hanno vissuto. Anche questo è un argomento molto lungo, molto complesso e non so se vi può venire in mente qualcosa da chiedere…
Ma ad un bambino vissuto soli pochi anni a che cosa può essere servito il vivere pochi anni sia sul piano fisico che sugli altri?
Prima di tutto bisogna considerare che serve alle persone che le sono state attorno, come karma. E questo è valido per l’entità stessa; supponete che un’entità che si incarna dopo pochi anni, nel corso della sua vita precedente abbia avuto ad esempio due figli e che questi due figli per incuria, disamore o disattenzione siano finiti in malo modo o siano morti in modo non piacevole, provocando quindi un karma negativo verso questo genitore che è stato la causa più o meno diretta della loro vita sprecata; questa entità allorché si incarnerà nella vita successiva è molto facile che viva un vita brevissima morendo in un momento in cui già magari ha avuto la possibilità di sentire l’attaccamento alla vita, in cui si è trovato magari con degli ottimi genitori e si trova in quel momento a dover subire la perdita di quell’affetto, a subire la perdita di quella vita per compensare ciò che non ha saputo dare nella vita precedente.
Questo perché attraverso quella perdita può arrivare a comprendere meglio ciò che ha commesso la vita prima. Oppure può capire per esempio che una entità nel corso della vita, una, due, tre volte si rifiuti di avere dei figli oppure restando in stato interessante faccia in modo da abortire tutte le volte, ecco allora che questa persona, per karma, nella vita successiva può accadere che non riesca a vivere, ovvero viva soltanto pochi anni e poi la sua vita venga in qualche modo spezzata.
È tutto un riequilibrarsi nella evoluzione di questi fattori, è tutto un compensare ciò che uno ha fatto nella vita allo scopo di fare comprendere meglio quale è stato il suo errore e ciò che ha tolto a se stesso e agli altri commettendo quell’errore. Quindi ricordatelo, non è mai una punizione, ma un insegnamento. Moti

È sicuro che quando si parla, si sente parlare così di reincarnazione si sentono dire delle castronerie che, sinceramente… vengono i capelli dritti in testa, perché persone male informate amano parlare a sproposito e di conseguenza dire cose non vere.
Ad esempio, tra queste castronerie vi è quella per la quale si dice che il corpo fisico nelle varie incarnazioni mantiene inalterate determinate caratteristiche, questo non è assolutamente vero, cari miei. Non può essere assolutamente vero, ed oltretutto è impossibile, perché se una persona conosce un minimo delle teorie che le Guide sono sempre andate dicendo capirà benissimo da sola che questo non è affatto possibile, perché ad ogni incarnazione il corpo fisico è completamente nuovo, il corpo astrale è completamente nuovo e così pure il corpo mentale.
Tutto ciò, tutto quello che resta, invece, inalterato è il corpo akasico, come voi sapete, il corpo che mantiene tutte le esperienze che vengono fatte. Quindi, se si vuole in qualche modo riconoscere una determinata individualità in un corpo diverso, si potrebbe riconoscere in quello che noi così genericamente abbiamo definito carattere, oppure nelle tendenze, oppure negli interessi particolari, nel tipo di studi che uno può fare, nel bagaglio culturale che possiede e così via, cose di questo genere che hanno fatto parte delle esperienze precedenti e che sono rimaste inalterate in quello che è il corpo akasico.
Se, poi, per caso, uno può avere anche caratteristiche somatiche o morfologiche simili a quelle di un corpo precedente, questo è semplicemente un effetto della legge karmica, non è assolutamente vero che queste caratteristiche restino inalterate per tutto il corso delle varie incarnazioni, anche perché sarebbe assurdo che un poveretto che ha il naso mal fatto se lo debba portare per mille incarnazioni in questo modo mal fatto, vi pare?
Un’altra castroneria che si sente dire, e che fra l’altro mi fa ridere tantissimo, è quella che dice che ci si incarna una volta maschietti e una volta femminucce, in un numero di alternanze ben preciso, schematizzato; anche questo cari miei non è assolutamente vero.
Certamente, ci si incarna qualche volta in individui di sesso femminile, qualche volta in individui di sesso maschile, ma questo naturalmente dipende sempre e soltanto dal bisogno evolutivo dell’entità, dal tipo di esperienza che deve fare e quindi uno potrebbe avere che so dieci incarnazioni una di seguito all’altra tutte femminili e poi magari cinque tutte maschili; questo, ripeto, dipende soltanto dal tipo di esperienza dell’entità, dell’individualità che sta per incarnarsi. Francesco

Verso la metamorfosi, pag. 190 e segg.

Dal volume del , Dall’Uno all’Uno, Volume secondo, parte seconda, Edizione privata

Indice del Dizionario del Cerchio Ifior