L’esercizio della pazienza

Potremmo osservare le stagioni della natura e quelle della vita dell’uomo nell’ottica della pazienza.
Che cos’è la pazienza? Quello stato che sorge dal non essere vittime della spinta dell’identità che costantemente cerca scene nuove.
Come sorge? Allenandosi nella disconnessione da questa spinta.

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Non possiamo appoggiare su niente

In riferimento al commento di Francesca di ieri.
Questo non poter appoggiare è straordinario: vera e pura libertà.
Zero punti d’appoggio; zero certezze; zero fede in qualcosa o qualcuno.
Nessuna fonte di dati/esperienza/interpretazione cui aderire.
Soli.

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Il denaro e la fiducia

Alcuni di noi fanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese.
Considerando che nulla è dovuto alla sfortuna ma tutto è opportunità di apprendimento e come tale viene generato dalla coscienza, credo che la precarietà di risorse economiche ci possa indurre a:
-vivere fino in fondo la manifestazione del nostro essere, affermando oltre ogni resistenza, inadeguatezza, dubbio, il nostro diritto ad esserci, ad avere un posto nel mondo, a ricevere la giusta remunera-
zione per il lavoro prestato;

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Tutto può essere perduto

Ogni interpretazione di sé, dell’altro, della vita, viene scalzata da una interpretazione più sofisticata: non esiste l’interpretazione autentica, l’identità originale, esistono processi mutevoli, spesso, quasi sempre, aleatori. Istantanee di noi che ci piace appendere allo sportello del frigorifero. Patacche da appuntarsi al petto.
Quando non c’è più interpretazione che cosa diventiamo noi, l’altro, la vita?

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