Vita, gratuità e amore non sono realtà dipendenti l’una dall’altra, ma sono un’unica realtà che riguarda la stessa indicibilità, che però voi potete comprendere a partire da tre diverse angolature.
amore
Quello da cui ci difendiamo [P1]
Quello da cui vi difendete è la gratuità, cioè il modo del tutto immotivato con cui la vita si offre.
Stiamo parlando dell’unico, possibile atto d’amore che si ripete da sempre a vostra insaputa e che vi trascende: un amore gratuito che non pretende di stabilire il punto da cui partire e dove fermarsi, ma scorre e tutto attraversa.
L’Amore si rivela appena oltre sé
“Ama il prossimo tuo come te stesso”: sono queste le parole del Maestro che in questi giorni mi risuonano. Condizione imprescindibile: amare il prossimo passa attraverso l’amore per sé. Amore per sé che è legato all’accettazione di sé, alla resa, al “sia fatta la Tua non la mia volontà“, all’uscita dal circolo vittima carnefice, alla cessazione della lamentela...
L’amore per qualcuno è una limitazione dell’amore universale
Può darsi che l’argomento che tratterò risulti indigesto alle identità, le quali amano scaldarsi al fuoco dell’amore umano e, quando questo viene relativizzato, reagiscono provando il freddo dell’ignoto e dell’estraneo.
Chiamiamo caldo ciò che scalda le identità e freddo ciò che toglie loro appigli
Marco 10,17-25
17 Mentre Gesù usciva per la via, un tale accorse e, inginocchiatosi davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?» 18 Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio.
Ho usato raramente l’amore per sentire la mia esistenza..
Amori miei, tutti,
Ho sbagliato spesso, ho usato raramente l’amore per sentire la mia esistenza, ho detto raramente “ti amo” venendo ricambiato e ancora non riesco a dirlo “per sempre”.
Ci sono amori storici, mia madre, mio padre, mia sorella, i nipotini, gli amici, i parenti, fidanzati e fidanzate, maestri e amanti; tutti compagni di lavoro e di strada, chi rimane, chi è morto, e chi se ne va.
Si può combattere per l’altro?
Uso il termine combattere con cognizione di causa, intendendo con esso la disposizione interiore che ci porta a non risparmiare energie per difendere la causa dell’altro.
Nella mia giovinezza mi sono formato al pensiero e all’azione politica: allora combattere per l’altro significava difenderne i diritti e le libertà.
Nel 1974, o nel ’75, non ricordo bene, ci fu uno degli ultimi tentativi da parte delle forze di destra, di una parte dei corpi militari e dei servizi deviati di organizzare un colpo di stato in Italia: allertati in quanto militanti politici fortemente esposti alla rappresaglia, dormimmo fuori casa pronti a raggiungere un punto di ritrovo che ci sarebbe stato comunicato a suo tempo. L’indomani mattina ci fu il cessato allarme.
L’amore liberato dalla bontà
Per sua natura, l’amore gratuito non chiede, semplicemente accade.
Molte volte mi interrogo sull’amore che mi attraversa e mi conduce a compiere un gesto piuttosto che un altro: sempre la questione della gratuità è per me centrale, ma ho compreso che essa va declinata nel contesto della relazione e del gioco delle parti.
L’educatore, che sia un genitore o un insegnante, deve amare senza condizione? Certamente si; dunque deve dare senza limite? Certamente no.