Allora c’è la consapevolezza
della vita che vive,
non di un sé che vive.
Attraverso quel corpo,
quella parola,
quell’emozione,
accade la vita
che non è mia,
è semplice vita,
una e indivisibile.
assoluto
Un sol tutto inscindibile
Tu consideri la realtà in continuo divenire perchè la frazioni, perchè nel tuo concetto essa è limitata nel tempo e nello spazio.
E’ quella che riesci a percepire; quindi la limiti in senso spaziale.
E’ quella che è ora, nel momento attuale; quindi la limiti nel senso temporale.
Ma il tempo e lo spazio sono illusioni che scaturiscono dal considerare la realtà in modo frazionato e non, invece, quale essa è:
Un-Sol-Tutto-Inscindibile
La consapevolezza dell’Uno
L’esperienza dell’unita’
prende corpo non nella consapevolezza di sé,
ma dell’altro da sé.
Quando l’attenzione si posa sull’altro
senza condizionamento,
ciò che sorge da quella osservazione
è il canto dell’Uno.
L’apparire molteplice,
il miracolo del differenziato,
esprime in sé il mistero dell’Uno.
L’Uno è un’esperienza
non esite concetto che possa descriverlo.
La vita dell’Uno è muta, è immobile,
si mostra come parola
e come creazione
che lo esprimono
ma non lo contengono.
L’Uno contiene ogni cosa,
lo stare che contiene tutto il movimento,
il silenzio che contiene tutta la parola.
Ti è possibile cogliere quell’essere che,
per un gioco percettivo,
appare come divenire:
se posi lo sguardo oltre
la percezione di movimento
provocata dallo scorrere della consapevolezza
davanti ai fotogrammi,
se guardi nella profondità del fotogramma,
quel mistero ti si dischiude.
Di chi è quella consapevolezza che scorre?
Forse puoi osare dire
che l’Uno osserva l’Uno,
è il suo gesto di consapevolezza.
Un’unica mano
Vedo l’infinita
molteplicità delle vite
che si misurano
con l’esistenza.
Incontro persone,
la mia vita si impasta con esse.
Il loro essere è mistero,
un gioco che mi suscita stupore.
Se io fossi io,
loro sarebbero altro da me,
ma non è così.
Né io né loro,
solo questo accadere di fotogrammi
pieni di meraviglia,
gesti di un’unica mano.
Un insieme
Nei piccoli insignificanti gesti
di ogni attimo,
la consapevolezza
di una irrilevanza,
di un essere veramente piccoli.
Aspetto di un insieme,
dove il centro è l’insieme.
Mentre tutto vacilla
Mentre tutto vacilla
sotto i colpi dell’ignoranza
e della fuga da sé,
dove trova la persona della via
la sua stabilità?
Non in ciò che crede,
perchè non crede in niente.
Non in ciò che sente,
perchè sa limitato il suo sentire.
Non in ciò che compie,
perchè frutto del suo credere e sentire.
Appoggia su di un vasto
ed infinito niente!
Su di uno zero che non è costituito
né da pensiero, né da emozione, né da azione,
ma da una presenza pervadente, pregnante:
infinita forza ed infinita tenerezza.
Quello stato su cui appoggi
e che ti costituisce
è subito lì,
appena oltre l’identificazione con la mente.