Krishnamurti. La vita bussa alla nostra porta

Quando serriamo porte e finestre della nostra casa e ci chiudiamo dentro, ci sentiamo protetti, al sicuro, indisturbati. Ma la vita non è così, la vita bussa continuamente alla nostra porta, cercando di aprire le nostre finestre in modo che possiamo vedere di più.

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Ciò che ci rende uguali

Vorrei approfondire la riflessione sulla normalità avviata dalla domanda di Elena a commento del post su Krishnamurti.
La nostra cultura, la mente, vedono la persona e il modello, l’archetipo esteriore, di appartenenza: così appare, così alla mente sembra che sia.

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Con Dio o senza Dio l’uomo giunge alla meta

Presentiamo questa interessante riflessione di Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose.
Da alcuni anni viene ripetuto come uno slogan, che si vuole decisivo e apodittico: “Con Dio o senza Dio tutto cambia”.

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Le condizioni per cambiare la società

Kempis propone una sorta di perfezione interiore come condizione per cambiare/realizzare una società migliore. Credo che possiamo stare molto più bassi ed affermare che, nonostante tutti i nostri limiti, possiamo costruire qualcosa che sia specchio più aderente e più corrispondente a ciò che abbiamo compreso e a quello che compreso non è.

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Come un frutto maturo

giornate di pioggia questa settimana.
giornata di riflessione con buone letture dal cerchio firenze 77.
alcune conferme.
alcune risposte a quesiti antichi.

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Procediamo per tentativi

Cerchiamo di preservarci da ogni presunzione ricordando che procediamo per tentativi. Di situazione in situazione il nostro sguardo si fa più profondo, la conoscenza e il sentire si ampliano grazie a ciò che incontriamo, di qualunque natura sia.
Senza certezze procediamo, senza chiederci più di quanto possiamo,

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L’evolvere dell’interpretazione

Vittima, carnefice; dolore, gratificazione; senso, non senso: in una certa stagione della nostra vita tutto dipende da come interpretiamo gli eventi.
La via spirituale è un lungo, lento processo in cui si allena la mente a coltivare molteplici punti di vista, dandole strumenti sempre più sofisticati per poter interpretare le scene prodotte dal sentire in continua trasformazione.

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La resistenza dell’identità al nuovo

Da Francesca: “A volte, mi sembra, si ha paura che il “distacco” corrisponda ad una assenza di coinvolgimento. Forse perché l’idea di coinvolgimento che abbiamo è rivolta ad alimentare l’emotività nella quale ci identifichiamo?”
E’ così. La mente/identità, basandosi sugli strumenti interpretativi di cui dispone, considera vita soddisfacente e gratificante quella che contiene un certo tasso di cognizione, di emozione, di sensazione, di azione.

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