L’Assoluto e l’architettura della realtà

In questa sezione del sito pubblichiamo stralci dei capitoli del libro del Cerchio Ifior: L’Assoluto e l’architettura della realtà.
Lo scopo è quello di offrire ai lettori delle opportunità di riflessione e di conoscenza che potranno poi approfondire attraverso la lettura dell’intero volume.
Ogni voce dell’indice di seguito riportato rimanda a singole pagine che contengono estratti dei capitoli del volume in questione.

Fonte: Cerchio Ifior, L’Assoluto e l’architettura della realtà, collana Dall’Uno all’Uno, volume quarto, edizione privata.
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Indice degli argomenti trattati 
(Le pagine sono in lavorazione, sono complete quando il titolo è interamente linkato)

Strumenti e processi operanti nel Cosmo  

La natura dell’Assoluto che non diviene, ma che è

Come nasce un cosmo: una allegoria teosofica

Dall’ambiente cosmico alla vita: un esempio

La creazione della Realtà nei millenni  

Gli strumenti e i processi nell’architettura della Realtà  

L’etica degli strumenti  

L’etica, la morale e gli archetipi  

L’Archetipo Permanente della fratellanza  

Gli Archetipi nell’architettura della Realtà  

La vibrazione e i cicli  

L’unità elementare  

Collegamenti tra carattere, Io e personalità  

Carattere, personalità, Io e simbolo  

La mente e la realtà    

Uno strumento dell’uomo: il  corpo mentale  

Comprendere il sentire  

L’imprinting    

La conservazione dell’energia  

L’equilibrio dei corpi transitori  

La cristallizzazione e il cosmo  

La vibrazione e la risonanza  

La Vibrazione Prima  

Vibrazione e simbolo  

Imprinting, istinto e dizionari simbolici  

Un processo del Cosmo: il karma    

La formazione del simbolo  

Il percorso del simbolo e la sua percezione  

La decodifica del simbolo nei vari corpi  

Il dizionario simbolico del Cosmo  

Il ciclo della Vibrazione Prima e il simbolo  

Le influenze sulla decodifica del simbolo  

Il piccolo ciclo vibratorio dei corpi inferiori e i somatismi  

Il linguaggio come simbolo e la sua decodifica  

L’errore di decodifica e i dizionari simbolici


Dizionario del Cerchio Ifior

Strumenti e processi operanti nel Cosmo

  • Strumento: elemento presente nell’intero Cosmo, costante in tutti i suoi punti e inerte fino a quando non entrano in gioco i processi che lo usano, avviati dalle “regole” dettate dalla Vibrazione Prima per ogni Cosmo.
  • Processo: vibrazione che mette in moto gli strumenti a disposizione per avviare la strutturazione e lo sviluppo dell’evoluzione.   

Strumenti dell’Assoluto adoperati per dare forma e struttura alla Realtà

Unità elementare: la base materiale per innescare l’evoluzione della materia e della forma.

Vibrazione Prima: portatrice di tutte le regole evolutive che determinano lo sviluppo del Cosmo. Essa contiene e determina, fra le sue molteplici funzioni, le informazioni simboliche che stanno alla base della comunicazione all’interno della Realtà e che ne stabiliscono le linee evolutive. Tali informazioni attraversano tutta la Realtà e subiscono continue decodifiche da parte delle varie materie sotto la spinta del tentativo da parte delle coscienze di avvicinarsi sempre di più all’identificazione con il Tutto, attraverso continui processi di adeguamento della percezione della Realtà corrispondenti al continuo espandersi delle comprensioni e del sentire.

Archetipi Permanenti: porzione della Vibrazione Prima nella quale sono fissate le regole di riferimento per la formazione del Cosmo.

Eterno presente: immagine del completo sviluppo nella forma, nel tempo e nello stato di coscienza dell’architettura cosmica.


Processi dell’Assoluto che portano alla strutturazione della Realtà

Creazione dei dizionari simbolici: dizionari necessari per trasmettere le informazioni tra materie diverse permettendo il passaggio continuo e costante delle informazioni in ogni punto del Cosmo.

Vibrazione e risonanza: processi che portano dall’unicità alla molteplicità all’interno del Cosmo.

Legge di equilibrio: processo che tende a uniformare lo svilupparsi interno del Cosmo in armonia con l’immagine dell’Eterno Presente.

Legge di evoluzione: processo che interessa tutta la materia del Cosmo spingendo verso il ritrovamento dell’unità con l’Assoluto.

Legge di causa ed effettokarma: processo che ha la funzione di regolare e gestire le relazioni tra i sentire degli individui all’interno del mondo del molteplice.


Come conseguenza dell’uso degli strumenti di base e dei processi che vengono applicati all’interno del Cosmo, si manifestano di volta in volta degli strumenti temporanei necessari a permettere l’avvio di processi relativi (anch’essi temporanei) indispensabili alla costruzione e allo sviluppo delle varie fasi evolutive che interessano il Cosmo e il mantenimento della sua coesione e unitarietà vibrazionale.
L’elenco degli strumenti e dei processi relativi è certamente molto lungo e complesso, ma abbiamo preferito limitarlo agli elementi principali per fornire una visione dell’Architettura relativa del Cosmo il più generale possibile.


Strumenti relativi indispensabili all’evoluzione della coscienza nel divenire

Ambiente: strutturazione dell’ambiente cosmico più adatto a favorire l’evolversi dello stato di coscienza.

Atmosfera: ambiente vibrazionale grazie al quale è possibile la comunicazione e il passaggio di informazioni tra le forme presenti nel Cosmo.

Carattere: elementi del Dna attivi per ogni forma di vita, adatti all’espressione del suo sentire e a favorirne l’ampliamento.

Dna: patrimonio genetico in dotazione a ogni forma in via di evoluzione.


Processi relativi indispensabili all’evoluzione della coscienza nel divenire

Dualità: processo che riguarda la percezione illusoria e soggettiva della Realtà dal punto di vista dell’individuo in corso di evoluzione e, di conseguenza, soggetto a una visione frammentata e non unitaria della Realtà. 

Imprinting: processo che fornisce il primo orientamento di base all’evoluzione individuale attraverso il passaggio tra le forme di vita inferiori.

Formazione dei corpi: processo di formazione di strumenti materiali temporanei che permettano all’individuo di sperimentare sul piano fisico.

Reincarnazione: processo che porta ogni individualità a incarnarsi più volte allo scopo di affinare e ampliare il suo sentire.

Immagine: processo di percezione di se stessi nel rapporto con i circostanti elementi della molteplicità.

Io: processo di identificazione illusoria che ha lo scopo di ritrovare la relazione reale dell’individuo con la complessa struttura del Cosmo.

Personalità: processo di reazione dell’individuo nei confronti dell’esperienza sulla scorta sia del patrimonio genetico (carattere) sia del sentire acquisito fino a quel punto.

Archetipi Transitori: processo vibratorio che accomuna i bisogni di esperienza simili di gruppi di individui aiutandoli a sperimentare quegli aspetti del loro sentire che non sono stati sufficientemente compresi.


Indice de L’Assoluto e l’architettura della realtà

Dizionario del Cerchio Ifior

Canti del Sentiero: testi Cerchio Firenze 77, Cerchio Ifior, Sentiero

Grazie alla dedizione e alla professionalità di Marco e di Roberta, abbiamo musicato un certo numero di testi del Cerchio Firenze 77 e del Cerchio Ifior che cantiamo durante gli incontri mensili, gli intensivi e gli appuntamenti specifici dedicati al canto.
Di seguito i file audio già pronti, altri seguiranno.


Io ti conosco, Cf77, Kempis

Ascolta, Cerchio Ifior

Conducimi dove vuoi, il Sentiero

Dove è bene che io sia, il Sentiero

Uno col Padre, CF77, Kempis

Padre nostro

Posso incontrarti, Marco

Padre nostro, Viola, Cerchio Ifior

Ho conosciuto uomini, Moti, Cerchio Ifior

A te che aneli alla verità, Baba, Cerchio Ifior

Invocazione Madre accompagnaci

Mantra: A Te non altro da me

Concedimi un altro passo
Testo: Eddy
Esecuzione: Marco


L’uomo come vibrazione

d-30x30L’uomo come vibrazione. Dizionario del

Abbiamo, dunque, visto che la materia, da indifferenziata che era, si differenzia grazie all’incontro con la vibrazione, la quale le fornisce la possibilità di aggregarsi in maniere diverse, interagenti tra loro in maniere differenti, fino a costituire quella molteplicità di forme che ognuno di noi, quando è incarnato sul piano fisico, può osservare intorno a sé. «Ma – potreste chiedervi, figli e fratelli – se la vibrazione cessasse, cosa accadrebbe?». Qualcuno tra voi potrebbe rispondere che tutto si fermerebbe, come se si congelasse improvvisamente e il Grande Disegno diventasse improvvisamente statico. Non è così, miei cari: se la vibrazione si fermasse, la materia tornerebbe a perdere coesione e non vi sarebbe nessuna immagine da poter fermare perché è la vibrazione che tiene unita la forma, è la vibrazione che le conferisce qualità particolari (colore, calore e via dicendo); e non solo, ma è la reazione delle possibilità percettive dell’individuo alle vibrazioni che lo circondano che gli fanno percepire la materia che lo circonda in una certa maniera invece che in un’altra. Immaginate per un attimo di perdere la possibilità di percepire le vibrazioni che, grazie ai vostri strumenti percettivi di tali frequenze, vi offrono la possibilità di vedere le immagini e le caratteristiche che le contraddistinguono. Sareste ciechi e non avrebbe alcun significato, per voi, la variazione di un colore non soltanto tra una sfumatura e l’altra dello stesso colore ma, addirittura, tra un colore e l’altro.
E’ evidente, quindi, che la vostra vita di esseri incarnati ha una insostituibile relazione con la vibrazione nel rapportarvi con la realtà che vi circonda. E fino ad ora abbiamo parlato solamente della vibrazione in relazione a ciò che, comunemente, si intende per materia; ma il discorso, in realtà, è ben più ampio: i vostri sentimenti, le vostre emozioni, i vostri desideri sono anch’essi rapportabili insostituibilmente con la vibrazione, in quanto nascono dalla materia astrale che costituisce il vostro corpo astrale e che è sorretta dalle vibrazioni che, sul piano astrale, hanno fatto sì che quel determinato tipo e quella determinata quantità di materia astrale si collegasse al vostro corpo fisico per accompagnarvi nel corso di quel vostro momento di immersione nella materia fisica. E altrettanto, miei cari, è valido per i vostri pensieri, per i vostri ragionamenti, i quali vengono messi in essere dalle vibrazioni che hanno radunato e messo in movimento la materia che costituisce il vostro corpo mentale.
Una domanda da porsi, secondo me, è la seguente: «se i corpi inferiori (il mentale, l’astrale e il fisico) sono, come appare logico a questo punto dell’insegnamento, una conseguenza vibratoria delle vibrazioni del corpo immediatamente precedente, cioè quello akasico, quello della coscienza, allora questa catena vibratoria che dal corpo akasico arriva a interagire nel mondo fisico grazie ai tre corpi inferiori, è percorribile per entrare in contatto con la propria coscienza e, quindi, con la propria evoluzione?».
E’ evidente, fratelli, che non può che essere così e, se ci pensate bene, cos’altro è il nostro suggerirvi di conoscere voi stessi attraverso l’osservazione, se non l’indicarvi il cammino che da voi stessi, sul piano fisico, può condurvi a riconoscere la vostra comprensione sul piano akasico? Quello che non riuscite bene ad afferrare, e che dà il senso a quest’osservazione che noi così spesso vi proponiamo come via per migliorare voi stessi, è che il cammino tra il corpo fisico e quello akasico non ha una direzione o un percorso che si inoltra sempre lungo gli stessi binari, ma costituisce un ciclo che non si snoda mai esattamente lungo gli stessi argini.
Cercherò di spiegarmi meglio, per quanto possa essere possibile: il fatto stesso di osservare e riconoscere le vostre vibrazioni fisiche, astrali e mentali (perché di questo è fatto l’osservare voi stessi) non lascia immutate queste vibrazioni ma, poco alla volta, le modifica, cosicché, arrivate al vostro corpo akasico, vengono ad essere modificate anche le vibrazioni che lo compongono (procedimento che noi abbiamo definito «comprensione») e che si riflettono in maniera diversa verso i corpi inferiori provocando diverse vibrazioni astrali e mentali che, arrivate sul piano fisico, indurranno un diverso modo di osservare se stessi (ciò che voi osservate come cambiamenti del vostro carattere e del vostro modo di interagire con la realtà che vi circonda). E’, insomma, come diciamo spesso, un circolo che si autoalimenta in maniera sempre diversa, il cui risultato è quello di indurre, vita dopo vita, una sempre maggiore strutturazione del vostro corpo akasico e, cioè, una sempre maggiore comprensione dalla quale scaturisce un sempre più ampio sentire.
Voi sapete che in natura esistono cicli che governano la vita stessa del vostro pianeta, sempre collegati tra di loro: dai cicli di rotazione del vostro pianeta intorno al sole nascono i cicli delle stagioni, dai cicli delle stagioni nascono i cicli della riproduzione delle forme di vita, dai cicli della riproduzione delle forme di vita nascono i cicli delle vite individuali e via dicendo, ma esistono anche cicli biologici e cicli fisiologici che permettono l’esistenza stessa della vita e il suo dipanarsi nelle varie forme. Pensateci un attimo, miei cari, e capirete che tutti questi cicli, in realtà, non sono altro che vibrazioni, riconducibili ad altre vibrazioni, interne o esterne, e questa visione potrà aiutarvi a comprenderci quando noi diciamo che tutto è vibrazione, perfino la vita stessa.
Limitando il nostro parlare all’individuo, per cercare di creare una scenografia più comprensibile dell’immenso teatro in cui si svolgono le nostre vite, possiamo affermare che ogni individuo incarnato è costituito da cicli ben precisi (affettivi, emotivi, intellettivi e via dicendo), osservando i quali è possibile arrivare alla sua radice che, apparentemente, risiede in quello che è il suo corpo akasico.
In realtà, figli nostri, comprendere il ciclo che porta, spesso con fatica e dolore, alla comprensione che soltanto un corpo akasico strutturato può fornire, è solo un trampolino per riagganciarsi all’altro grande ciclo che, dalla vibrazione akasica, porterà, inevitabilmente, all’entrare in contatto e a riconoscere la «vibrazione prima», la quale condurrà ognuno di noi e di voi per mano fino alla fusione con gli altri fratelli, in cicli sempre più ampi, fino a giungere alla fusione nel seno di quel Tutto Uno Assoluto che contiene e causa tutte le vibrazioni pur trascendendole. Baba

Dal volume del , Dall’Uno all’Uno, Volume terzo, parte terza, Edizione privata

Indice del Dizionario del Cerchio Ifior

Nascita e sviluppo dell’Io

d-30x30Nascita e sviluppo dell’Io. Dizionario del

Per chi si avvicina alle nostre parole spinto dal desiderio di comprendere non solo ciò che diciamo ma, soprattutto, quali sono gli elementi indispensabili per affrontare la propria interiorità allo scopo di migliorare la qualità della propria vita, il concetto di Io risulta essenziale.
Quello che più vi mette in difficoltà nelle nostre parole è il fatto che vi proponiamo in continuazione l’Io nei nostri messaggi ma, contemporaneamente, asseriamo altrettanto spesso che esso non esiste ed è soltanto un’illusione.
Cerchiamo, allora, di capire quello che, a prima vista, può apparire un’assurdità.
Nel corso dell’evoluzione dell’individualità attraverso le varie forme incarnative (minerale, vegetale, animale e umana) essa prende via via coscienza di se stessa, grazie all’incontro con la materia che sta sperimentando nel corso dell’incarnazione.
Il minerale, prima fase dell’evoluzione, non è cosciente di se stesso, ma avverte solo quelle sensazioni che gli provengono dalle condizioni ambientali in cui si trova immerso; esso non interagisce in nessun modo con l’ambiente e può essere considerato in balia degli eventi fisici che accadono intorno a lui.
Una prima differenza – semplice ma, in effetti, di notevole portata – si incontra allorché viene affrontata l’esperienza come vegetale. In questo caso incomincia ad esserci una minima possibilità di interazione con l’ambiente anche se si tratta, più che altro, di una conseguenza quasi automatica di ciò che è intorno al vegetale: in un clima torrido e in un terreno arido il vegetale che cerca di sopravvivere alla siccità prolungherà, per esempio, le proprie radici, andando per tentativi nell’esplorare il terreno alla ricerca di quell’umidità che è per esso l’elemento primario per poter protrarre la sua esistenza. Ciò non avviene, però, consapevolmente: la pianta non «decide» di aver sete, né pianifica la sua ricerca dell’acqua, ma saranno i meccanismi naturali che sono in azione al suo interno a potenziare oltre la norma lo sviluppo delle sue radici. L’unico motivo che la spinge è la sensazione di benessere che, in questa maniera, riesce a procurarsi. Anche in questo caso, fratelli nostri, la pianta è, in realtà, pressoché inconsapevole di se stessa se non a livello di sensazione, e il mondo circostante non costituisce fonte di domande ma solo di stimolazioni.
Quando l’individualità è pronta a cambiare tipo di esperienza avviene il passaggio alla forma animale. Ecco che accade qualche cosa di diverso, in quanto alla percezione fisica si unisce la possibilità di pensiero, con tutti gli elementi che contraddistinguono la facoltà di ragionamento: si fa largo l’idea che esiste un essere (l’animale, in questo caso) che percepisce e pensa, e un mondo che dall’essere è pensato e percepito. Si incomincia, così, a sviluppare il concetto di differenziazione, di separazione tra se stessi e il mondo circostante. Questa differenziazione viene sempre più acquisita a mano a mano che l’individualità fa la sua esperienza in animali sempre più «evoluti» ed è qui, nelle ultime incarnazioni come animale, che può essere situato il formarsi dell’Io nell’interiorità dell’individuo incarnato: l’animale non cercherà più di allontanarsi dal fuoco semplicemente perché il troppo calore provoca una sensazione di dolore, ma lo farà perché «Io ne ho paura e temo che Io potrei essere annientato da quell’elemento di ciò che è non-Io e che si oppone al mio benessere».
Con il raggiungimento della forma umana, sensazione e pensiero sono ben più completi e complessi che nell’animale e la scoperta di poter reagire all’ambiente e non solo, ma anche di poterlo influenzare volutamente con le proprie azioni, porta ad una nuova angolazione nel considerare la realtà fisica che si sta vivendo: l’individuo non si sente più in balia del mondo esterno, crede di capire che può arrivare a dominarlo, e dominarlo significa poter appagare i propri bisogni e i propri desideri. Questo induce il tentativo di modellare la realtà nell’ottica di se stessi (il cosiddetto «egoismo») e del potere che si pensa di poter acquisire primeggiando su ciò che sta attorno.
E’ in questa fase che noi individuiamo la piena percezione di se stessi come esseri contrapposti e separati dal resto della realtà, percezione che rende forte nell’individuo la spinta dell’Io e che lo induce a cercare di espandere la propria influenza in modo tale da poter soddisfare sempre meglio – e in maniera sempre maggiore – quelli che ritiene siano i suoi bisogni.
Naturalmente il discorso è molto più ampio e complesso di come ve l’ho appena tratteggiato, ma quello che mi preme farvi notare è che esso è portatore di enormi conseguenze logiche. Vediamone alcune.
Soddisfare i propri bisogni (o, per lo meno, cercare di farlo) significa arrivare a considerare se stessi il perno intorno al quale ruota tutta la realtà cosicché (e quanto spesso, purtroppo) i bisogni degli altri diventano irrilevanti se non addirittura motivo di lotta per la supremazia.
Vedere il mondo in funzione di se stessi significa tendere a considerare i propri bisogni talmente importanti che tutta la realtà sembra dover confluire verso un unico scopo: il loro appagamento. E, di conseguenza, allorché avviene l’incontro con gli altri individui che, inevitabilmente, contrastano questo egocentrismo con il proprio, ecco nascere le frustrazioni, le reazioni aggressive, il tentativo di prevalere o di prevaricare l’altro.
Considerare se stessi il centro della realtà induce a osservare la realtà stessa in modo quasi totalmente soggettivo perché in essa si tende a far riflettere i propri desideri e le proprie aspettative, arrivando spesso addirittura a negare anche la verità più evidente se questa afferma che le cose stanno in maniera ben diversa da come si vorrebbe che fossero… e potremmo, figli nostri, andare avanti con innumerevoli altri elementi, ma lasciamo al prossimo incontro i passi successivi di quest’argomento.
Ricapitolando brevemente: l’Io nasce, si manifesta e si struttura come proiezione dei propri bisogni nella realtà che l’individuo attraversa, rafforzandosi e divenendo sempre più complesso a mano a mano che si rafforza la sensazione di essere autocosciente che si percepisce distinto dal resto della realtà, anche se in essa si trova ad essere immerso.
Quello che, questa volta, mi interessa sottolineare è che, comunque, l’Io è un meccanismo naturale, la cui nascita è legata indissolubilmente alla presa di coscienza dell’individuo, a tal punto che la sua azione nell’essere umano è inevitabile.
Ma non soltanto: l’azione dell’Io è indispensabile per compiere i passi che porteranno, gradatamente, all’uscita dalla catena reincarnativa, in quanto fornisce gli stimoli (primi fra tutti la sofferenza e l’insoddisfazione) per incanalare l’essere umano lungo le tappe successive della sua evoluzione.
Certamente, l’Io è un’illusione ma, come dicono i Maestri «l’illusione, per chi la vive come se fosse reale, ha la forza e la consistenza della realtà», e mai quanto nel caso dell’Io questo assume importanza e significato, al punto che esso diventa (pur non avendo nessuna reale esistenza) l’essenziale burattinaio che muove i fili delle ombre che animano il teatro nel quale l’individuo compie la sua ricerca della Verità. Baba

Dal volume del , Dall’Uno all’Uno, Volume terzo, parte terza, Edizione privata

Indice del Dizionario del Cerchio Ifior