Secondo voi, pensare è fare?
Un partecipante: In realtà lo è, ma non per noi come concetto.
Una voce: Voi agite, attuando un pensiero e dando espressione a un’emozione.
ciclo [scomparire]
Per voi conta non l’azione in sé, ma la sua definizione [scomparire25]
Un partecipante: Ma perché la mente nasconde gli scacchi ed evidenzia soltanto i successi?
Una voce: Non è vero che nasconda tutti gli scacchi, difatti tu ti ricordi dei tuoi. Però sorge qualcosa di nuovo solo quando la tua attenzione si sposta su un terreno che ti è non-conosciuto, e resta su quel terreno senza scappare e senza esorcizzare.
La trilogia: proteggersi, promuoversi, esorcizzare [scomparire24]
Una voce: Ora affrontiamo insieme la terza modalità che avete per costruire un’azione. Oltre al proteggersi e al promuoversi c’è una terza tipologia di azione. Teniamo sempre presente che l’umano si crea un’immagine della vita e delle relazioni in cui prevale la solidità e la continuità; quindi il suo agire sarà caratterizzato anche da questi concetti.
Il concetto di continuità vi impedisce di vedere le fratture [scomparire23]
E, allora, per l’umano che cosa rappresenta l’altro da sé? Pensateci. L’altro arriva e si mostra: è una presenza che può vincolarlo o favorirlo, cioè viene etichettato attraverso gli opposti, coi quali la mente vi fa ballare la sua danza.
Vivere diviene una difesa dall’alterità [scomparire22]
Ora parliamo della dimensione dell’asse temporale. Una delle esperienze primarie dell’uomo è proprio con il tempo e con la successione delle alterità nel tempo.