La vita, prima ed ultima maestra

Un lungo succedersi e intrecciarsi di eventi, intenzioni, pensieri, emozioni, questo è la vita. Tra conflitti e piccole liberazioni scorre il nostro quotidiano impregnato di routine.
Nella routine incontriamo il partner, i figli, i genitori, i colleghi di lavoro, i maestri, i discepoli, i libri, i film che ci plasmano.
Incontriamo la sofferenza e la gratificazione, l’umiliazione e il riconoscimento.

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La radice della libertà

Ogni libertà nasce, si sviluppa e muore nella relazione con l’identità (mente, emozione, corpo).
La libertà fiorisce nella non identificazione.
La non identificazione è la conseguenza non di tecniche, pratiche, sapere acquisito, ma di comprensioni raggiunte.

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L’incomunicabile, la parola che sorge dal silenzio

Scrivere, parlare, vivere è portare a rappresentazione il proprio sentire, quel che si è compreso e quel che è ancora da comprendere.
Ogni volta che prendo un foglio per annotarmi delle idee mi rendo conto che inizia un processo di svelamento attraverso il mezzo delle parole, le quali, mentre si articolano, mostrano il loro limite ma anche la loro grande potenzialità.

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La vita unificata, il simbolo pasquale

La teologia cristiana ha indagato e indaga senza fine il mistero della natura del Cristo/Gesù, la relazione tra umano e divino.
Dal nostro limitato punto di vista ci appare un’evidenza: ciò che nell’umano si manifesta viene generato nel sentire.
Più ampio è il sentire più nell’umano si specchia quell’ampiezza.

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La fine della ricerca non è la fine dell’imparare

Disteso sul prato guardo il cielo tra i rami pieni di germogli di un’acacia. Giorni fa, parlavo con una persona che mi raccontava della sua formazione e di come, ad un certo punto, fossero in lei morte le domande.
Ho parlato anch’io, più volte, della fine di quella spinta interiore che ci porta a cercare e a porre domande, a sé e agli altri.

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Per i giorni in cui mi dimentico di te

Comunque tu ti perda, questa avviene sempre in me.
Insieme a te cammino, rido, soffro, attendo.
Ogni volta che cadi, con te cado.
Ogni volta che ti perdi, con te mi perdo.
Sono il perdersi e il ritrovarsi,
sono te che incontri,
sono l’incontro e sono il non trovarsi.

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La vita è il dispiegarsi della consapevolezza dell’Assoluto

Questo post, non semplice, prende le mosse da uno stimolo di Matteo relativo all’articolo del 18.1:
Allora, seguendo sempre Zenone e parafrasandolo, finché si parla di cogliere l’essere nel presente, nell’istante, nel singolo fatto, ciò è possibile. Ma se poi si vuole trovare la consistenza del divenire, dell’essere del divenire, allora questo sembrerebbe impossibile (sempre logicamente parlando). Esiste un modo, con le parole, per superare questa impasse della razionalità e spiegare più chiaramente “il divenire è l’essere”?

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L’esperienza della meraviglia e l’aggettivo meraviglioso

Prendiamo spunto dal commento di Cristina sulla nostra bacheca fb, riferito al nostro post del 13.1:  “Io vorrei scrivere: siamo un meraviglioso soffio di vento”.
Che cos’è l’esperienza della meraviglia? Sorge di fronte all’eclatante, al manifestamente bello, significante?
Può darsi. Nella visione comune immaginiamo sia così. Nella nostra esperienza non possiamo parlare di questo, ma di qualcosa d’altro.

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Tutti gli esseri procedono assieme

Non mi è facile spiegare questo titolo; è un’esperienza interiore, un sentire consolidato per la cui espressione ho un alfabeto limitato.
Tutti gli esseri, è veramente tutti gli esseri, di qualunque natura, forma, non forma, collocazione temporale.

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Stranieri ai nostri passi

Che cosa può allontanarti dalla realtà? Da quel risiedere stabile, privo di dubbio, neutrale?
Fondamentalmente, il credere di esserne parte; l’adesione al pensiero che afferma: esisto e partecipo della realtà degli esistenti.

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