L’io non trova riscontro nella realtà costituzionale dell’individuo.
Non esiste l’io che sente; esiste il “sentire”.
L’individuo non è colui che sente: è sentire individuale.
Così come Dio non è colui che ama: è amore.
Nel “sentire” non si conosce una verità,
ma si è quella verità.
comprensione
I doveri interiori del monaco: 1, il dovere di capire
1. È tuo dovere cercare di capire fino in fondo
2. È tuo dovere ascoltare non solo ciò che ti gratifica ma anche ciò che ti colpisce perché se !a freccia giunge al tuo cuore ciò accade perché l’hai dove non dovevi
18. Se sei qui per imparare come dici, figlio Mio, sforzati di farlo
20. Se sei qui per comprendere approfitta delle possibilità che ti vengono offerte
L’esperienza esistenziale dell’estate
Le persone che possono realizzare un maggiore contatto con sé, vivono in modo particolare la stagione dell’estate: spesso essa produce disorientamenti, ansie, apatie, a volte stati di svuotamento profondo che inducono ad abbandonare situazioni e persone. Non di rado un senso di solitudine accentuato si insinua ed enfatizza gli altri stati.
Per alcuni, l’unica difesa è cercare di valicare indenni questa stagione: nel Sentiero contemplativo vediamo le cose un po’ diversamente.
Per potermi addentrare nel tema dell’esperienza esistenziale dell’estate debbo fare un parallelo con quello che accade al seme/frutto delle piante.
Non essendo mai la vita contro di noi
Nel Sentiero è acquisito il concetto che la vita non ci è mai avversa: abbiamo capito il concetto, abbiamo anche compreso il principio? Non so.
È un’ottica così nuova, così rivoluzionaria del modo di intendere i fatti che ci accadono, che credo a noi serva molto tempo per interiorizzarla compiutamente.
L’origine degli psicosomatismi e la loro risoluzione
Tratto da: Annali del Cerchio Ifior, 15 marzo 2011
[…] Giunti a questo punto è forse il caso di fare un’ulteriore ricapitolazione di quanto abbiamo detto fin qui nel nostro esame del sistema akasico/fisico dell’individuo incarnato, fornendo, nel contempo, ulteriori elementi che si possono dedurre dalle osservazioni che vi abbiamo fin qui proposto.
Se si vuole cercare la genesi dello psicosomatismo è ovvio, a questo punto del nostro ragionamento, che bisogna trovarla all’interno delle incomprensioni che l’individuo non ha risolto.
Sentire e responsabilità procedono assieme
Tratto qui di alcune perplessità espresse nei commenti al post L’umano non dà la vita, né la morte: l’appunto è che questo approccio potrebbe condurre ad una deresponsabilizzazione. Dal momento che è la coscienza che decide, io come identità posso sollevarmi dalla responsabilità del mio agire.
Questione antica, che a volte nella storia ha portato a non divulgare la conoscenza nel dubbio che questa avrebbe potuto condurre ad un uso distorto, o ad un abuso del conosciuto.
Questione che in questa nuova epoca deve essere affrontata in modo nuovo: oggi la conoscenza, anche quella più esoterica, è disponibile a chiunque, ma questo non significa che chiunque attinge ad essa.
Esiste una sfida troppo grande per noi, troppo dura?
Avvio questa riflessione stimolato dalla domanda di Paolo in commento al post L’identità, l’opposizione, il pane duro, il non voler vedere: “Come distinguere il pane duro – da masticare pazientemente – con un sasso, che non è il caso di provare a mangiare?”
La questione è rilevante: esiste per l’umano il sasso, l’indigeribile, l’inaffrontabile?
I giorni scorsi ho incontrato una coppia di genitori che ha perduto una figlia in giovane età: esiste sasso più grande?
No, non esiste; chiunque sia genitore questo lo sa.
La contemplazione, i suoi linguaggi e la loro evoluzione
“Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, solo Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. Chi ha Dio non manca di nulla: solo Dio basta!
Il tuo desiderio sia vedere Dio, il tuo timore, perderlo, il tuo dolore, non possederlo, la tua gioia sia ciò che può portarti verso di lui e vivrai in una grande pace”
Paolo mi ha condiviso questo brano di Teresa D’Avila, invitandomi a dire qualcosa sull’evoluzione dello spirito e del sentire contemplativo.
I limiti della percezione affettiva ed emozionale
A., commentando il post L’uomo di oggi, ieri è stato animale, vegetale, minerale, dice:
“Chiaro, ma le evoluzioni continue a tutti I livelli dove arriveranno? Qual è lo scopo ultimo e si arriverà mai ad un traguardo? Come N. anche io faccio difficoltà con questi concetti.”
Passando i commenti per la mia moderazione, ho deciso di non pubblicarlo ma di discuterlo qui: il tema è proprio uno di quelli basici e A. dovrebbe conoscerlo; considerando che è arrivata da poco, può darsi che abbia perso alcuni passaggi fondamentali, che non abbia letto e meditato alcuni post che di questo parlavano, miei o del CI.
L’ecologia della mente e la compassione per sé
Prendo lo spunto da questo tweet di Enzo Bianchi: Amico, vigila sui tuoi pensieri perché i pensieri diventano parole, vigila sulle tue parole perché le parole diventano azioni, vigila sulle tue azioni perché le tue azioni diventano il tuo comportamento il tuo stile, la tua persona.
Ho diverse cose da aggiungere, innanzitutto: le tue intenzioni divengono la tua persona.
È dalle tue intenzioni che sorge il tuo pensiero e la tua azione, e le intenzioni sono figlie del compreso e del non compreso.
Siccome il compito di una vita non è quello di mostrare il compreso, ma quello di lavorare il non compreso, ecco allora che le nostre intenzioni saranno sempre spurie, condizionate da un limite di comprensione.