Un viaggio incontro a se stessi senza discepoli e senza maestri

Il fine del sentiero è fornire alla persona gli strumenti per conoscersi e trascendersi: questo può realizzarsi più agevolmente se la persona non è lasciata sola e se viene accompagnata in questo processo. Nel sentiero all’insegnamento corrisponde una pratica di accompagnamento.
La persona, naturalmente se lo vuole, è seguita in tutto il suo processo: dalla costruzione degli alfabeti della conoscenza di sé, al vivere la vita come gioco, alla dimenticanza del proprio esserci, all’abbandono verso l’esperienza che sorge dalla meditazione e dalla contemplazione.
Non si tratta quindi di applicare un insegnamento, è qualcosa di più articolato: l’accompagnatore, il buon amico, è specchio della dimensione interiore dell’accompagnato, ed è colui che suggerisce, ad ogni passo, ad ogni sfida, uno sguardo nuovo, una interpretazione più vasta del processo che sta accadendo. E’ anche colui che vive la realizzazione di una libertà in sé e questa sostiene e alimenta il rapporto. E’ colui che può condurre oltre l’identificazione perché conosce la non identificazione. Il sentiero è innanzitutto questo rapporto vivo, intimo e profondo in cui la persona non è lasciata sola. Su questa piattaforma di relazione viene poi sviluppata tutta l’elaborazione dell’insegnamento, la sua declinazione e articolazione che prende forma nei gruppi e nelle meditazioni.
Il nostro sforzo è quello di tracciare una via non del discepolato ma della condivisione, dove ognuno dei protagonisti porta sé e la dimenticanza di sé, l’esserci come persona e il contemplare il presente; dove ciascuno vive la sua trasformazione senza limite in virtù dell’incontro con l’altro, nella ripetitività e ferialità di un piccolo quotidiano che non ha alcun carattere di eccezionalità.
Non c’è sequela nel sentiero, c’è solo l’essere ricondotti a sé, senza scampo e le uniche certezze sono rappresentate dalla possibilità di risiedere dentro sé stessi, dentro l’esperienza della meditazione come sguardo limpido sulla realtà e dentro quel frutto che sempre porta con sé, in varia misura, che è la contemplazione.

La conoscenza di sé fondamento della via spirituale, radice della contemplazione

Questo è il fondamento della via interiore. Qualunque cosa noi possiamo dire o fare, ha un senso se siamo passati e se passiamo, ogni giorno, attraverso la cruna dell’ago della conoscenza di noi stessi. Se l’essere della nostra mente, della nostra emozione, della nostra azione e della nostra natura profonda, conscia e inconscia, si apre allo sguardo senza paura, senza rimozione e nascondimento; se “vediamo” noi stessi, nella misura in cui questo è possibile a ciascuno, allora stiamo appoggiando su solide fondamenta: ogni altro passo lungo la via spirituale ha bisogno di questo, lo presuppone e lo alimenta.
La conoscenza di sé è ciò che conduce a meditazione e contemplazione ed è anche ciò che da esse è generato.

Il sentiero: consapevolezza, disconnessione, contemplazione

Il sentiero contemplativo è una piccola via alla libertà interiore attraverso il quotidiano insignificante.
Il sentiero è semplice, fornisce gli strumenti per conoscere la mente e attraverso la consapevolezza, il distacco, la disconnessione, conduce la persona ad un abbandono di fondo. Da quel lasciar andare sorge qualcosa di più vasto della persona stessa, qualcosa che porta con sé una tenerezza nuova e uno stupore per la vita che, quando è vista nella sua autenticità senza il filtro della mente che distorce, è qualcosa di veramente semplice. Allora, e solo allora, appare con evidenza che ogni gesto, ogni parola, ogni emozione portano con sé una sacralità. La contemplazione è la libertà che si afferma, è l’essere ricondotti alla realtà ultima, alla realtà delle cose, a ciò che è. Più la contemplazione sorge, più crea spazio attorno a sé; è come se quel sorgere mal si conciliasse con tutta l’identificazione, l’attaccarsi alle emozioni, ai pensieri, alle azioni; quando sorge crea spazio e più sorge più si fa largo. Allora, più ti addentri in questo processo, più la contemplazione diventa presente nella tua vita: sorge, sorge, sorge senza che ti sforzi; stai camminando, parlando, ascoltando, stai facendo qualunque cosa e lei sorge.
Ma è aldilà di te, aldilà della tua volontà, aldilà del tuo governo. Tu potresti desiderala, chiamarla, pregarla e non viene; non è sotto al tuo dominio. La realtà si mostra nella sua intima natura, nel suo essere ciò che è quando vuole, non quando tu lo pretendi o lo desideri.

Per chi inizia a frequentare l’Eremo dal silenzio

Qui, nell’Eremo dal silenzio, vivono delle persone che, in estrema semplicità, dedicano la loro esistenza all’esperienza della conoscenza di sé e della meditazione e contemplazione intese come vita: qui non vengono proposte attività varie nel campo dello spirituale, questo non è neppure un centro di meditazione, è un’altra cosa, un luogo di vita nell’interiore.
Qui trovi un insegnamento che abbiamo chiamato: “Il Sentiero contemplativo”.
E’ un percorso incontro alla propria natura e alla libertà dal condizionamento: è un andare verso la conoscenza e la trascendenza, la piena manifestazione e la piena dimenticanza di sé.

Il Sentiero contemplativo viene proposto attraverso queste modalità:
-incontri individuali
-gruppi di approfondimento e seminari
-esperienze di meditazione e contemplazione

Per approssimarti al Sentiero ti consigliamo di leggere:
-il libro: Quel viaggio incontro a sé chiamato vita
-il nostro sito web: www.contemplazione.it

Alcune indicazioni pratiche:
-leggi questo post
-se vieni a trovarci, considera di rispettare la riservatezza delle persone che vivono nell’eremo;
-la partecipazione a una qualunque delle modalità del sentiero è possibile solo su iscrizione;
-non siamo organizzati per l’ospitalità: le persone che vengono da lontano possono pernottare in un B/B vicino a noi. Per mangiare ci sono trattorie in paese e lungo la costa.

Aspetti economici della nostra attività
La nostra pratica, ciò che offriamo, non ha finalità economiche: non diamo il nostro tempo, e quel poco che abbiamo compreso, per ricavarne un guadagno.
Nulla è richiesto alle persone se non il rimborso delle eventuali spese sostenute.
Eventuali contributi che le persone volessero lasciare, perché questo gli suggerisce la coscienza, è nella loro libertà e responsabilità.
Nel tempo si sono stabilite delle consuetudini tra i frequentatori abituali dell’eremo, dei gruppi, del Sentiero in genere: le persone, per loro libera decisione, ricambiamo con qualche ora di lavoro volontario, forme di baratto, contributi informali di varia natura.