Conoscenza di sé, meditazione, contemplazione

E’ il testo di riferimento indispensabile se vuoi introdurti nella via spirituale dall’angolo visuale da noi proposto. In esso trovi una prima parte dedicata alle dinamiche della mente e al come affrancarsi dal suo condizionamento; una parte centrale dove si tratta dell’altro da sé e dell’esperienza degli affetti; una terza parte, molto vasta, dedicata ad una analisi dettagliata dell’esperienza della meditazione, della contemplazione, dell’abbandono, della compassione. Prima di ordinarlo (eremo@contemplazione.it) leggi la pagina Al lettore.
Il libro in formato pdf

Autori: R.Olivieri con G.Cavalieri

Al lettore
Prefazione
Introduzione: L’inspiro che prepara l’espiro
Capitolo 1: La crisi, il dolore
Capitolo 2: L’identificazione col dolore
Capitolo 3: Imparare a dubitare
Capitolo 4: La disconnessione dal recitato mentale
Capitolo 5: Aggiungere e togliere
Capitolo 6: Il deserto
Capitolo 7: La solitudine
Capitolo 8: La caduta della morale
Capitolo 9: L’altro da sé
Capitolo 10: Il buon amico
Capitolo 11: L’esperienza degli affetti
Capitolo 12: Chi opera il cambiamento
Capitolo 13: Natura dell’atto meditativo
Capitolo 14: L’esperienza della contemplazione
Capitolo 15: La routine del quotidiano
Capitolo 16: Tutto sorge e tutto scompare: l’impermanenza
Capitolo 17: Lo sguardo del contemplante
Capitolo 18: La pregnanza di ogni singola esperienza
Capitolo 19: Il sorgere dell’esperienza della compassione

Formato: 14,8 x 21 cm.
Pagine: 307

Aderire alla vita

Nella radicalità del gesto del vivere, dove tutta la realtà, così come appare ai sensi e al sentire interiore si manifesta, affiora la trascendenza al gesto stesso. Lì, in quel pensiero, in quell’emozione, in quell’azione si manifesta la persona come individuo, come esistente; e lì, in quell’immersione, l’individuo si perde, si dimentica di sé, scompare.
In quel presente si manifesta tutta la mente, ma se si scende più nelle viscere di quel presente, dentro la meditazione di quel presente, la mente scompare e a quel punto c’è solo l’esistenza e non è più qualcosa di personale: è la contemplazione dell’esistenza.
Quando osservi un fiore, nel primo accostarti ci sei tu che osservi ma, se rimani ad osservare, se vedi il gioco della mente che ti porta qua e là e lo lasci andare, da quell’abbandono sorge il manifestarsi dell’essere del fiore non condizionato da ciò che la mente recita su di esso. Ad un certo punto c’è solo il fiore, l’osservatore scompare, la Realtà si impone. L’osservazione ha generato la meditazione e questa la contemplazione in un divenire rapido, senza soluzione di continuità. Poi ritorna la mente con il suo connotare, ma più stai dentro questo processo, più la realtà si afferma e la mente tace. Allora scopri qualcosa di formidabile: se non connetti più pensiero a pensiero, pensiero a emozione e ad azione, ovvero se disconnetti il pensiero dall’emozione e dall’azione, ciò che rimane dopo la disconnessione è sempre e soltanto presente. Puoi andare oltre mente e non mente perché c’è solo il presente: quel pensiero, quell’emozione, quell’azione, la Realtà che si manifesta senza un prima e senza un dopo. Quando questo accade, bisogna saperlo, nell’intimo dell’atto del contemplare non c’è più qualcuno di separato da ciò che si sta manifestando: tutto ciò che era basato sull’io/tu, sull’osservare, sull’essere consapevoli, scompare. Permane un sentire d’essere che non porta tracce di egoità.

Il sentiero: consapevolezza, disconnessione, contemplazione

Il sentiero contemplativo è una piccola via alla libertà interiore attraverso il quotidiano insignificante.
Il sentiero è semplice, fornisce gli strumenti per conoscere la mente e attraverso la consapevolezza, il distacco, la disconnessione, conduce la persona ad un abbandono di fondo. Da quel lasciar andare sorge qualcosa di più vasto della persona stessa, qualcosa che porta con sé una tenerezza nuova e uno stupore per la vita che, quando è vista nella sua autenticità senza il filtro della mente che distorce, è qualcosa di veramente semplice. Allora, e solo allora, appare con evidenza che ogni gesto, ogni parola, ogni emozione portano con sé una sacralità. La contemplazione è la libertà che si afferma, è l’essere ricondotti alla realtà ultima, alla realtà delle cose, a ciò che è. Più la contemplazione sorge, più crea spazio attorno a sé; è come se quel sorgere mal si conciliasse con tutta l’identificazione, l’attaccarsi alle emozioni, ai pensieri, alle azioni; quando sorge crea spazio e più sorge più si fa largo. Allora, più ti addentri in questo processo, più la contemplazione diventa presente nella tua vita: sorge, sorge, sorge senza che ti sforzi; stai camminando, parlando, ascoltando, stai facendo qualunque cosa e lei sorge.
Ma è aldilà di te, aldilà della tua volontà, aldilà del tuo governo. Tu potresti desiderala, chiamarla, pregarla e non viene; non è sotto al tuo dominio. La realtà si mostra nella sua intima natura, nel suo essere ciò che è quando vuole, non quando tu lo pretendi o lo desideri.