Essere e divenire

DIVENIRE: identificarsi, realizzarsi, manifestarsi, evolversi. Io sono, io voglio, io divento.
ESSERE: tutto si manifesta per ciò che è , assenza di un soggetto.
Nessuno è, nessuno vuole, nessuno diventa. La mente dice: o l’uno o l’altro, ma non è così. Tutto è, e non c’è nulla che diviene e il divenire è gioco della mente. Attraverso il divenire comprendo la mente, comprendendola la disarmo e la rendo vulnerabile: il suo gioco viene dissacrato, si aprono spazi perché accada l’essere, come dono gratuito.
L’ essere non si conquista attraverso lo sforzo, viene e basta.
Però comprendere il movimento della mente significa preparare il terreno, poi il seme cadrà, se vorrà.
Imparo ad abbandonarmi, giorno dopo giorno e se un fiore nasce nel mio giardino non è da imputare alla mia bravura, nè alla mia abnegazione, volontà, arguzia. Nel momento in cui nasce il fiore io non sono, il fiore è.
Non c’è un soggetto che possa prendersi il merito dell’accaduto.
Divenire prepara essere eppure essere è da sempre.
Per come io ti conosco, tu sei in quella fase in cui questi due stati confliggono: dal profondo di te qualcosa ti dice che tu vai verso l’essere, che per questo devi utilizzare il divenire: la tua mente a volte resiste e ti porta, consapevolmente o inconsapevolmente, a porti il problema del divenire. Ma se tu puoi condurre, attraverso l’abbandono il divenire all’essere, non c’è problema.
Ogni attimo del divenire tu lo abbandoni, incessantemente: la mente si disarticola e va in crisi, allora, sorge come dono, l’essere.
A me sembra che le cose stiano così, ma il mio osservatorio è limitato: solo tu sai di te.

25.4.2003

Conoscenza di sé, meditazione, contemplazione

E’ il testo di riferimento indispensabile se vuoi introdurti nella via spirituale dall’angolo visuale da noi proposto. In esso trovi una prima parte dedicata alle dinamiche della mente e al come affrancarsi dal suo condizionamento; una parte centrale dove si tratta dell’altro da sé e dell’esperienza degli affetti; una terza parte, molto vasta, dedicata ad una analisi dettagliata dell’esperienza della meditazione, della contemplazione, dell’abbandono, della compassione. Prima di ordinarlo (eremo@contemplazione.it) leggi la pagina Al lettore.
Il libro in formato pdf

Autori: R.Olivieri con G.Cavalieri

Al lettore
Prefazione
Introduzione: L’inspiro che prepara l’espiro
Capitolo 1: La crisi, il dolore
Capitolo 2: L’identificazione col dolore
Capitolo 3: Imparare a dubitare
Capitolo 4: La disconnessione dal recitato mentale
Capitolo 5: Aggiungere e togliere
Capitolo 6: Il deserto
Capitolo 7: La solitudine
Capitolo 8: La caduta della morale
Capitolo 9: L’altro da sé
Capitolo 10: Il buon amico
Capitolo 11: L’esperienza degli affetti
Capitolo 12: Chi opera il cambiamento
Capitolo 13: Natura dell’atto meditativo
Capitolo 14: L’esperienza della contemplazione
Capitolo 15: La routine del quotidiano
Capitolo 16: Tutto sorge e tutto scompare: l’impermanenza
Capitolo 17: Lo sguardo del contemplante
Capitolo 18: La pregnanza di ogni singola esperienza
Capitolo 19: Il sorgere dell’esperienza della compassione

Formato: 14,8 x 21 cm.
Pagine: 307

Siamo intrisi di divenire, mentre niente diviene

Il seme non diviene pianta, il cucciolo non diviene adulto, l’assassino, vita dopo vita, non diventa santo.
Non c’è nessun divenire, ogni cosa, essere, persona, è quel che è in quel momento presente e lo è per sempre, perchè il presente è eterno e non c’è altro che il presente eterno.
Il tempo non esiste se non come percezione soggettiva: il divenire è il frutto di una connessione, realizzata dalla mente, tra vari aspetti del presente fatto di pensieri, emozioni e azioni. Da questa connessione, in virtù del contributo della memoria e della percezione sensoriale, scaturisce quel senso del trascorrere, crescere, divenire, che qualifica e sostanzia l’esperienza umana. Quando si coltiva la disconnessione tra pensiero, emozione ed azione e si risiede nell’atto del meditare, ciò che emerge in tutta evidenza è che ogni situazione è se stessa, e che la continuità che da’ sostanza all’identità è conseguenza di un processo di interpretazione, non è un dato di realtà.
L’esperienza della meditazione è un processo dentro all’esperienza del tempo e del divenire e cambia radicalmente la percezione di essi.


Un sol tutto inscindibile

Tu consideri la realtà in continuo divenire perchè la frazioni, perchè nel tuo concetto essa è limitata nel tempo e nello spazio.
E’ quella che riesci a percepire; quindi la limiti in senso spaziale.
E’ quella che è ora, nel momento attuale; quindi la limiti nel senso temporale.
Ma il tempo e lo spazio sono illusioni che scaturiscono dal considerare la realtà in modo frazionato e non, invece, quale essa è:
Un-Sol-Tutto-Inscindibile

Dal sito del Cerchio Firenze 77

Evolvere non è divenire

.. Il mondo che voi osservate è un mondo che sembra in continuo divenire, ma la verità è che voi avete la visione dinamica di un mondo statico.
La realtà non è “una” che diviene, ma “una” costituita da molte che “sono”.
Il selvaggio non diviene santo, ma l’uno e l’altro fanno parte di un “essere” che ha molteplici fasi di esistenza.
Evolvere, quindi, non significa “divenire”, ma è il manifestarsi in successione di differenti “sentire” corrispondenti a tanti stati d’essere.

Dal sito del Cerchio Firenze 77
http://www.cerchiofirenze77.org/

Il problema dell’individuo

Il problema dell’individuo
non è quello di divenire, ma quello di essere.
Non è quello di conoscere, ma quello di comprendere.
Non è quello di sapere, ma quello di sperimentare.
Nell’individuo la volontà è la base della potenza.
La comprensione quella dell’amore.
La consapevolezza quella della saggezza.

Dal sito del Cerchio firenze 77
http://www.cerchiofirenze77.org/

Il tempo nella vita dell’eremo

Giorno dopo giorno mi rendo conto che
i nostri ritmi, i nostri gesti, le nostre reazioni,
diventano sempre più lenti.
Il gesto si dilata e prende forma
in una condizione temporale
sempre meno definita:
lo spazio e il tempo
acquisiscono un altro spessore,
un altro senso, un’altra pregnanza.
Il tempo lento appare ed è metafora
del tempo immobile:
più è lento, più è significante
e pregno; raggiunge
il suo apice di senso quando è immobile.