La mia storia nasce da un punto, attraversa il presente, si proietta sul futuro: se mi togli da questa successione non posso più definirmi io. La vita dell’umano è una collana fatta di tante perline infilate una dopo l’altra, una dietro l’altra: il presente è solo una perlina più vivida nell’insieme delle perline e della loro sequenza.
divenire
Vivere nell’essere e nell’esistere simultaneamente [sentiero37]
Qual è la differenza tra esistere ed essere? Chi esiste e chi è? Perché facciamo questa distinzione? Proveremo a trovare le parole per descrivere la vita oltre le dinamiche dell’esistere, oltre la manifestazione e la rappresentazione, cercando di mettere a fuoco quelle poche, essenziali disposizioni interiori che possono permettere l’affermarsi dello stato di essere.
Coltivare oggi la consapevolezza della illusorietà del divenire
Scrive una sorella commentando Non c’è percorso, né evoluzione, solo onde del mare [vdc32]: Se ci rappresentiamo in uno spazio tempo di questo dobbiamo tener conto. I miei figli sono stati generati, sono nati e diventati adulti nel tempo. Che sia tutto illusorio, una rappresentazione a noi funzionale, viene dopo e la nostra mente forse mai l’accetterà perché dovrebbe negare essa stessa e la sua funzione.
La madre delle illusioni si nutre del pane della successione
La madre di tutte le illusioni si nutre del pane della successione, del divenire in sequenza dei fatti.
Una riflessione sulla necessità di Essere/Divenire
Quando, negli anni ’90 del secolo scorso, ho lasciato la Stella del mattino e l’ambiente zen relativo, l’ho fatto per un motivo: trovavo quell’approccio non adeguato all’interiorità di un occidentale, sentivo che non rispondeva alla complessità dell’approccio esistenziale che prevale qui, a occidente.
In merito ai fatti disconnessi tra loro
L’ultimo post della Via della Conoscenza, I fatti sono disconnessi gli uni dagli altri [40G], ha sollevato alcune perplessità e difficoltà interpretative: affronterò la questione nella consapevolezza della complessità dell’argomento.
Sentire simultaneamente il fluttuare degli stati e l’Essere
Da Contemplando riporto questo post di Roberto d’E.: Esistono giorni in cui il Tutto si manifesta attraverso ogni cellula del mio corpo. Altri in cui il Deserto si profila davanti ai miei occhi. Nulla sembra parlarmi. E nulla posso esprimere. C’è Vuoto e vuoto. C’è Silenzio e silenzio. C’è uno stare Soli e un sentirsi soli.
Non temere la propria manifestazione, ancorarla all’Essere [NP2]
Commento di M. al post “Né ciò che penso“: Mentre percorriamo la via, sperimentiamo ogni giorno il mondo della materia al lavoro, in famiglia, con gli amici. Sento difficile il discernimento, ossia dove mettere il confine tra l’abbandono della centralità [mia] e l’impegno quotidiano nella vita reale. Per me la cosa più difficile è progredire con il sentire verso questa perdita e continuare a vivere nel mondo reale dove recitiamo i nostri ruoli sociali e dove la centralità è la norma.