La disposizione contemplativa sintesi di Essere e divenire

È nella disposizione contemplativa che Essere e divenire sono percepiti e compresi simultaneamente, senza sforzo alcuno. L’atto contemplativo è privo di soggetto, dunque scorrono i fotogrammi dei fatti che sono colti nella loro essenza, senza interpretazione, senza aggiunte.

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Il tarlo dell’Essere che mangia il divenire

Alcuni appunti.
La funzione (se così la vogliamo intendere) del divenire è quella di maturare la consapevolezza dell’inconsistenza di ogni “cambiamento” o “trasformazione” e dunque del divenire stesso.
Il divenire sopprime se stesso.

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Divenire, reincarnazione: tutte illusioni!

Di seguito riporto alcune affermazioni di Scifo, Cerchio Ifior, tratte da un post che uscirà il 19.4. Nulla di nuovo, ma la ripetizione da parte di una fonte autorevole di un principio fondamentale: il divenire è reale solo per chi vi è immerso. La consapevolezza di questo ci sostiene nel cammino quotidiano di liberazione dall’illusione.

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La necessità di uscire dall’assurda logica di assoluto e relativo (Appunti)

Nel post Da questo sogno si può uscire quando se ne è compresa la natura compare il termine consapevolezza non attribuito a un soggetto:
“Per poter vedere-sentire-vivere questo, abbiamo avuto bisogno che la consapevolezza fosse permeata dai dati di altri sensi”;
“La consapevolezza unitaria* ha avuto, “a un certo punto”, la consistenza e la qualità per sentire in modo più completo il Reale che andava sperimentando”.

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