[…] Siamo arrivati a stabilire che il dono è presente finché c’è l’azione e finché voi siete solo nell’azione, in cui incontrate l’azione da parte dell’altro; e il farsi dell’imprevedibilità delle due azioni costituisce il dono.
dono
I due soggetti sono l’occasione per l’imporsi dell’azione-dono [82A]
Il vostro modo di concepire l’amore è considerarlo come un dono che parte da voi e arriva all’altro, e questo vi porta a credervi il punto di riferimento del dare amore, anche se poi vi raccontate che, quando donate, è l’altro il vostro punto di riferimento.
Non la relazione in sé, ma ciò che da essa sorge [81A]
Quando ci si mantiene consapevolmente nel farsi del dono – soltanto e totalmente lì – allora si esprime un’azione che non fa parte dell’una e neanche dell’altra azione, attraverso le quali voi credete che il dono fiorisca.
L’incontro di due azioni concretizza l’amore-dono [80A]
Abbiamo detto che restare consapevolmente nell’azione, senza inseguire pensieri ed emozioni, significa lasciare che le azioni, che si compiono nel farsi del dono, si esprimano senza l’aggravio di pensieri che appesantiscono e ingabbiano l’azione coi paragoni, con le pretese e con i protagonismi, ma che, soprattutto, vi spingono fuori dal momento presente, portandovi nei pascoli della vostra mente.
Mentre si svolge il dono, voi siete nei pensieri [79A]
Quindi è nel programmarlo che vi appropriate del dono e, nel mentre l’azione si svolge, sottolineate il vostro ‘io’ come agente e comparate quello che per voi è il ‘risultato’ con il progetto che avevate in testa.
Rendendo il dono altruistico, ve ne appropriate [78A]
Abbiamo già visto che per voi l’amore è dono, e che nel progettarlo e nell’offrirlo il vostro sguardo è puntato sia sul risultato dell’azione, su cui mettete il vostro marchio, sia su come l’altro risponde, vale a dire se accoglie o non accoglie, o se addirittura rifiuta; quindi se vi elogia o vi trascura, o anche se vi denigra.
L’amore non appartiene a nessuno [77A]
A questo punto in voi sorge una domanda: “Ma se entrambi costituiscono il dono, e se entrambi lo ricevono, che ne è di quel dono?”. Vediamo di fare un po’ di chiarezza. Voi ritenete che nel concetto di amore-dono ci sia sempre un punto di partenza ed un punto di arrivo.
Entrambi gli agenti offrono e ricevono il dono d’amore [76A]
Ed ora proviamo a capire com’è possibile configurare l’altro nel dono, partendo dal fatto che il dono nasce dal costituirsi di un’azione e che permane finché c’è un’azione che incontra un’altra azione, perché il presupposto indispensabile è che l’altro sia comunque presente, altrimenti non è dono.