Questo spazio viene aggiornato in continuazione con materiali inediti e d’archivio.
Nel mese di agosto, in questi posti, la popolazione aumenta. La settimana di Ferragosto in particolare, c’è un gran movimento di macchine, di persone, assembramenti al fiume, assembramenti nei supermercati. Il fermento dell’estate che volge al termine.
Mi dico: è quel che è.
Tuttavia, abituata alla solitudine di questi luoghi, tale brusio mi stanca e comincio ad anelare alla fine di questo delirio.
Eppure so che non c’è alcun delirio. E anche questo è un fatto: il modo in cui percepisco le cose. Quello che accade è un fatto, e il modo in cui percepisco ciò che accade un altro fatto.
Non è più possibile aderire al proprio modo di percepire le cose.
Questo un po’ mi lascia disorientata, come se mi mancasse la terra sotto i piedi.
Forse si tratta solo di abituarsi a vivere, librandosi sulle cose, sospesi nella propria solitudine.
Roberta I., 14.8.20
La pioggia ha un profumo?
E questo profumo, se c’è,
è desiderato, immaginato, o sentito?
Sentire che ogni Essere ha la propria nota, un’essenza.
Autentica.
E vivere in questa semplicità.
Ogni gesto un cesello quotidiano, minuzioso,
oltre il semplice e il complicato.
Il tempo dilatato e più lento dell’estate,
è per me un dono per affinare il gesto che sorge dal sentire.
Elena, 10.8.20
continua..