Gratuità è l’ordine profondo presente nella vita, che niente esclude, niente afferma, niente nega, niente predilige, ma tutto abbraccia e tutto conduce dentro un’onda di impermanenza e di indistinzione, dove non ci sono contraddizioni, né proprie e né altrui, non ci sono disarmonie da ricondurre a un ordine e dove quindi non c’è un ‘io’ che si evolve.
gratuità
I fatti e il sistema d’ordine [63G]
Sono fatti gli accadimenti, gli eventi naturali, le emozioni, i pensieri e i comportamenti propri e altrui, e c’è un’onda che li porta ad affiorare e a narrare semplicemente il loro esserci come vita, come realtà, e poi sparire, senza perché, senza legami, senza nulla da aggiungere. È l’onda dell’irriducibilità e dell’ordine profondo, che nessuno conosce ma che tutto governa.
Riconoscere la disconnessione è riconoscere la gratuità. [47G]
Riconoscere la disconnessione tra pensieri, emozioni e comportamenti è riconoscere la gratuità. Spesso l’uomo si domanda il motivo di un accadimento che lo sorprende, poiché lo giudica al di là delle sue capacità e dei suoi meriti, e si interroga su come quel fatto sia proprio indirizzato a lui, su che cosa lui possa aver fatto per meritarselo e come possa essere di aiuto per i suoi passi nel sentiero evolutivo.
L’azione priva di agente [43G]
Chi fa quel passo [evolutivo]? Chi matura? La risposta vi suonerà certamente provocatoria e paradossale: quel passo lo fa soltanto un ‘chi’, vale a dire una semplice parte grammaticale del discorso. Quindi nessuno. Perché per voi ricorrere a un ‘chi’ significa servirsi di un presupposto concettuale: a un ‘chi’ la vostra mente fa continuamente ricorso per attribuire un’azione a un soggetto, altrimenti come potreste immaginarvela, se priva di agente?
Gratuità: non un premio, né conseguenza di azioni umane [41G]
L’uomo, che pratica una via interiore, chiama gratuità l’immagine che si e costruito del Divino, cioè di un’Entità Superiore sempre pronta a giungere in suo sostegno per elargire proprio a lui i suoi doni e il suo aiuto.
I fatti sono disconnessi gli uni dagli altri [40G]
L’uomo è pieno di sé quando ritiene che da un’azione derivi un suo merito o demerito, in quanto connette ogni azione con quelle successive, rendendole conseguenti a un suo operare da protagonista. È pieno di sé anche colui che restringe l’agire a un risultato, e poi se lo attribuisce, come se ciò che accade fosse originato dal suo agire.
Gratuità: totale indifferenziazione di tutto ciò che è vita [39G]
[…] Questa provocazione ci porta dritto, dritto ad accostarci al significato di gratuità, così come viene inteso nella via della Conoscenza. Gratuità sta a significare che nella vita niente di ciò che l’uomo compie può mai acquistare importanza, poiché gratuità è la totale indifferenziazione dell’agire.
Ci interpretiamo come continuità e come frattura [36G]
Per riassumere, mentre il principio di causalità fa parte dell’abituale logica con cui la mente dell’uomo interpreta ciò che accade, il principio di gratuità viene posto in campo qualora l’uomo senta il bisogno di trovare comunque una risposta che lo soddisfi laddove gli pare non essercene, vale a dire tutte le volte che i conti non gli tornano.
Tra causalità e gratuità per spiegarsi il mistero dell’accadere [35G]
[…] Partiamo, quindi, dai due diversi principi che l’essere umano introduce nel concetto di vita che ha strutturato dentro di sé. Il primo è il principio di causa-effetto, che utilizza per spiegarsi ciò che lo coinvolge direttamente, o che attraversa la sua strada.