Vita, gratuità e amore non sono realtà dipendenti l’una dall’altra, ma sono un’unica realtà che riguarda la stessa indicibilità, che però voi potete comprendere a partire da tre diverse angolature.
gratuità
Quello da cui ci difendiamo [P1]
Quello da cui vi difendete è la gratuità, cioè il modo del tutto immotivato con cui la vita si offre.
Stiamo parlando dell’unico, possibile atto d’amore che si ripete da sempre a vostra insaputa e che vi trascende: un amore gratuito che non pretende di stabilire il punto da cui partire e dove fermarsi, ma scorre e tutto attraversa.
Il pane quotidiano e la volontà di Dio
Giovanni 6,5-13
5 Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva verso di lui, disse a Filippo: «Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?» 6 Diceva così per metterlo alla prova; perché sapeva bene quello che stava per fare.
L’amore non è un sentimento e non ci si educa ad esso
Dal Post del Cerchio Ifior Avete mai amato davvero?: Com’è possibile pensare, figli cari, che non riuscirete a trovare prima o poi il vero amore? Che senso avrebbe tutto ciò che state soffrendo o godendo?
Certo, non avverrà domani, certo neppure in questa vita, ma lentamente supererete voi stessi e abbraccerete l’universo. Non è un augurio il nostro, né tanto meno, una speranza: è una certezza.
Ciò che più conta è che non abbiate fretta, che compiate i vostri passi con cautela, con naturalezza, che non pretendiate da voi molto di più di ciò che potete
L’indagine che conduce alla radice del reale e la gratuità
Quando, nel 1993, mi sono ritirato dal lavoro e ho iniziato questa esperienza nell’Eremo dal silenzio, provenivo da una solida formazione zen e quella mi sarebbe potuta bastare. Ma non è nella mia natura smettere di indagare la radice delle cose.
Avvertivo, allora, la necessità di comprendere come pregassero i cristiani, come vivessero la loro vita interiore: per me che venivo dal profondo silenzio dello zazen, il fiume di parole e di canti dei cristiani mi frastornava e mi interpellava.
La gratitudine per ogni fatto ed ogni situazione
Dice Nadia commentando il post Niente più dell’ordinario ci interroga e ci insegna: A volte ho l’impressione che ciò che sto vivendo sia una grande concessione, un regalo, un dono troppo grande per me. Non riesco sempre a riportarmi sulla questione che ciò che sto vivendo sia invece generato dalla mia coscienza e niente altro che il mio pane quotidiano.
1- Dal divenire sorge l’esperienza dell’imparare, del comprendere.
Questo è il pane quotidiano: nel divenire siamo e nel divenire viviamo la trasformazione da un sentire limitato ad uno più vasto e, se non viviamo pienamente e intensamente, trasciniamo i processi e con essi il dolore, o la fatica che si portano appresso.
Vivere pienamente e intensamente, questa è un’espressione molto equivocata dalle identità che ritengono significhi vivere con un alto tasso di eccitazione mentale ed emozionale.
Non è così: l’eccitazione è figlia dell’identificazione e madre di altra eccitazione e non produce nulla che abbia sostanza nel tempo, è l’effimero per antonomasia.
L’interesse per l’altro, l’amore oltre sé, la gratuità
Fai per l’altro senza aspettarti nulla in cambio;
non dare per ricevere;
sia il tuo interesse per l’altro qualcosa
che da solo basta per la tua felicità;
se davvero lo ami, sii vicino all’altro
qualunque cosa pensi o faccia,
perché il vero amore non ha bisogno
di essere corrisposto e,
quando tu ti aspetti di ricevere qualcosa,
allora stai attento a quello che pensi,
perché già lì potresti trovarti in faccia
al tuo egoismo mascherato d’amore.
Scifo
La gratuità: i pesci non esistono per essere pescati
Ciò che esiste non ha bisogno di giustificazione, esiste e basta.
Poi, certo, nella relazione si può essere funzionali l’uno all’altro, ma non è questa l’intenzione che muove il gesto creativo che dà origine all’esistente.
Nell’umano troppo è legato alla funzione, allo scopo, al soddisfacimento di un bisogno.
La creazione artistica fa, a volte, eccezione: l’artista crea perché è interno ad un flusso e non si pone il problema dello scopo, del fine, dell’uso della sua opera.