Mentre state vivendo un fatto presente, già costruite su di esso delle ipotetiche conseguenze, e quindi lo vivete in base a ciò che non c’è. In quel momento siete collocati fisicamente nel presente, ma con l’attenzione rivolta al mondo mentale, intenti a costruire interpretazioni ‘possibili’ da sostituire a ciò che c’è.
identificazione
L’importanza della consapevolezza e del non attaccamento [zq9]
Charlotte Joko Beck, ZEN QUOTIDIANO
[…] Ci sono psicoterapie che vogliono trasformare un sé infelice in un sé felice. Lo Zen, come forse altre discipline e psicoterapie, ci aiuta a passare dall’infelicità del sé al non sé, che è gioia.
Essere identificati e nascondersi la realtà [V7]
Essere identificati nella propria mente vuol dire attribuire a ciò che accade un proprio significato, che dà l’illusione di poter piegare a sé tutto quel che si può e di poter frapporre argini e condizioni alla forza che irrompe dalla vita.
La sfida del Ciò-che-È e i cinque strumenti
Che la mente/identità generi una realtà illusoria è dato acquisito.
Che il sentire operi allo steso modo, è oggetto di discussione.
Imparare a vivere il Ciò-che-È
Dedicheremo la seconda parte di quest’anno alla pratica del Ciò-che-È.
È accessibile a noi questa esperienza? Quali sono gli ostacoli e da cosa sono determinati, nel quotidiano?
Identificazione, immedesimazione, contemplazione
Le questioni da voi poste.
Paolo
Questo pomeriggio a VDM è stata intavolata una discussione in tema di identità , processi di identificazione e disidentificazione che merita di essere approfondita.
Breve riflessione sull’Io/identità
L’Io è la risultante dei processi che intercorrono tra la coscienza e i suoi corpi transitori, è dunque una conseguenza dell’incarnazione, delle comprensioni da conseguire, dei sistemi di decodifica delle intenzioni della coscienza operate dai vari corpi transitori.
Il superamento dell’identificazione, l’incontro tra Essere e divenire
Sembra che nell’identificazione con il flusso senza fine dei pensieri, delle emozioni, delle azioni – di tutto ciò che nel Sentiero chiamiamo semplicemente fatti – non vi sia soluzione di continuità, accesso ad altro che non sia quel rotolare lungo il pendio della vita senza potersi arrestare.
Così non è, dunque ci sembra male, ci sembra sbagliato: la chiave è nell’identificazione, nella consapevolezza di essa e nel suo superamento.
Sviluppare lo sguardo del genitore (La disposizione interiore unitaria 6)
6- Sviluppare lo sguardo del genitore che osserva la processione dei fatti, sa intervenire e sa astenersi
Il genitore vede ciò che il figlio adolescente non vede. Perché? Perché il figlio vede sé, i suoi bisogni, le sue necessità espressive al centro e il mondo come periferia, un luogo indefinito da usare, o da temere.
Un genitore dovrebbe vedere sé e i propri figli incastonati nell’organismo mondo, ciascuno con la propria funzione e necessità esistenziale.
Identificazione e disidentificazione (La disposizione interiore unitaria 3)
3- Coltivare ed osservare il ritmo di identificazione/disidentificazione: spendersi fino in fondo e dubitare fino in fondo
Definiamo identificazione la disposizione interiore che conduce a sentirsi d’essere e d’esistere come una entità con una relativa definizione soggettiva, diversa dalle altre, che mentre pensa, si emoziona, agisce aderisce a questo sperimentare e lo considera una prerogativa a cui non rinunciare, pena il non-essere.